E’ partita la campagna vaccinale 2017/2018 per l’influenza stagionale e i medici raccomandano di correre ai ripari per tempo perché quest’anno il virus che circola sembra essere particolarmente aggressivo. Il timore degli esperti è che, con l’abbassamento repentino delle temperature si arrivi al famoso ‘picco’ che potrebbe mettere a letto oltre 5 milioni di italiani, per non contare una media di 8-10 milioni di persone colpiti dai virus parainfluenzali. Il pericolo sull’epidemia in arrivo è confermato dagli esperti che hanno preso visione dei dati provenienti dall’Australia, dove è appena finito l’inverno: lì i morti a causa del virus dell’influenza sono stati 52, inclusi anche giovani e bambini. Ovviamente il periodo peggiore dell’epidemia, in cui si avrà maggiore diffusione dell’influenza, sarà dopo Natale, quando un mix tra basse temperature e visite ad amici e parenti per le festività favorirà la diffusione dei virus influenzali. Cosa fare per combattere l’influenza? Prevenirla con il vaccino e mantenere norme igieniche corrette per impedirne la diffusione e il contagio.
Novembre è il mese giusto per pensare di fare il vaccino anti influenza e garantirsi la protezione per tutto l’inverno. Quest’anno, poi, dall’Australia arrivano notizie preoccupanti circa l’aggressività del virus, maggiore rispetto ad altri anni passati. Per cui gli esperti confermano che, se prenderanno il sopravvento anche da noi i virus che nei mesi scorsi hanno colpito l’Australia, dovremo fare i conti con casi gravi e numerosi.
Il vaccino contro l’influenza può aiutare molto, ma bisogna anche seguire delle regole di base per quanto riguarda l’igiene: occorre lavarsi le mani di frequente, usare un fazzoletto davanti alla bocca quando si sente la necessità di tossire o starnutire, restare a casa se si hanno i sintomi dell’influenza, sia per non aggravare la situazione sia per contenere la diffusione del contagio negli ambienti di lavoro e in generale nei locali pubblici.
“Novembre è il mese ideale per vaccinarsi contro l’influenza e restare protetti per tutta la stagione” ci dice Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli studi di Milano, che spiega: “Complici gli sbalzi delle temperature, l’influenza nella Penisola si fa ancora attendere: abbiamo circa 120-130 mila casi a settimana di virus parainfluenzali, soprattutto respiratori e gastrointestinali. Ci vorranno almeno due settimane di freddo per la ‘vera influenza’, che quest’anno dovrebbe mettere a letto circa 5 milioni di italiani.
Insieme a noi l’esperto ha commentato i dati che arrivano dall’Australia: “Qualche dubbio è sorto sulla base della stagione influenzale australiana: i casi potrebbero essere anche leggermente superiori. Ma a fare la differenza saranno le temperature – prevede l’esperto – se l’inverno sarà freddo avremo più influenza, se invece ci saranno molti sbalzi a farla da padrone saranno i virus ‘cugini'”.
Ma come facciamo a conoscere in tempo i virus dell’influenza, dato che, notoriamente, hanno una capacità di mutare molto velocemente? Pregliasco ci spiega che essenzialmente si manifestano due meccanismi, la deriva antigenica (antigenic drift) e lo spostamento antigenico (antigenic shift). Il primo è una graduale modifica della sequenza degli aminoacidi che compongono le proteine in grado di stimolare una risposta immunitaria. Un fenomeno che riguarda sia i virus A, sia i B (ma negli A è più marcato e frequente) ed è responsabile delle epidemie stagionali. Infatti, le nuove varianti così si ‘mascherano’ e diventano irriconoscibili agli anticorpi nella maggior parte della popolazione, tanto da rendere un certo numero di persone suscettibili al nuovo ceppo”. Il secondo riguarda solo i virus influenzali di tipo A e consiste nella comparsa nell’uomo di un nuovo ceppo virale con una proteina di superficie appartenente a un sottotipo diverso da quelli comunemente circolanti nella popolazione.
Gli shift “sono dovuti a riassortimenti tra virus umani e animali, come nel caso dell’influenza ‘suina’, oppure alla trasmissione diretta di virus non-umani all’uomo”. In questi casi, dunque, la fonte dei nuovi sottotipi sono sempre virus animali. “Poiché la popolazione non ha mai incontrato prima questi antigeni – ricorda Pregliasco – in alcune circostanze questi cambiamenti possono provocare una infezione invasiva su scala mondiale: la temuta pandemia“.
Il vaccino, sottolinea l’esperto virologo, riveste quindi un ruolo importante per la prevenzione: “Queste comunque sono le settimane ideali per vaccinarsi: invito gli italiani a informarsi perché la campagna vaccinale è ormai partita, anche se è declinata in modalità diverse a livello territoriale”, ricorda. E al proposito abbiamo chiesto: come si stabilisce la composizione del vaccino? Sappiamo che ogni anno l’influenza cambia, e di conseguenza si modifica anche la composizione dei vaccini.
“Quello influenzale è un virus trasformista – dice Pregliasco – una instabilità nella replicazione che rappresenta un vantaggio per il microrganismo, guidato dal meccanismo del caso e della necessità”. La composizione è decisa: “In due riunioni l’anno a febbraio e settembre, a Ginevra, mirate proprio a stabilire la composizione vaccinale per ogni emisfero, sulla base dei risultati dei tamponi fatti ai pazienti”.
Nel dettaglio, per combattere i virus dell’influenza “Per la stagione 2017-2018 la composizione vaccinale è: A/Michigan/45/2015 (H1N1) – nuova variante; A/Hong Kong/4801/2014 (H3N2) – presente anche nel vaccino 2016/2017; B/Brisbane/60/2008 (lineaggio B/Victoria) – già nel vaccino 2016/2017. L’incognita resta sempre la quota di casi da virus B: negli ultimi anni è stato difficile fare previsioni su quale delle due ‘famiglie’ (Victoria o Yamagata) prevale”.
Pregliasco sottolinea l’efficacia protettiva della vaccinazione: “La disponibilità di vaccini quadrivalenti rende ora l’ombrello protettivo più ampio: sappiamo che il virus influenzale non è un solista – dice Pregliasco – ma agisce in gruppo. Proprio la difficoltà di previsione legata ai virus B ha portato a sviluppare i vaccini quadrivalenti, resi disponibili al momento da due ditte, che ‘ampliano’ la protezione contro l’influenza, una malattia dai pesanti costi sociali e sanitari”.
La raccomandazione del virologo è dunque quella di “approfittare della campagna vaccinale. Ed è davvero importante – conclude – che lo facciano anche gli operatori sanitari”. “La vaccinazione – ricorda il virologo – è offerta gratuitamente agli ‘over 65’ e ai soggetti fragili, cioè con malattie croniche come Bpco, diabete e patologie cardiovascolari. E la buona notizia è che l’anno scorso la tendenza è stata in lieve risalita: si è immunizzato circa il 50% degli anziani, anche se ancora pochi rispetto al 75% indicato dall’Organizzazione mondiale della sanità”.
In collaborazione con AdnKronos