Una donna inglese di 60 anni ha lottato in tribunale per la realizzazione del sogno della figlia morta: farsi impiantare gli ovuli congelati della ragazza e fecondati da un donatore e dare quindi alla luce il suo stesso nipote. Una vicenda legale che ha avuto non pochi ostacoli, poiché la ragazza non aveva lasciato nulla di scritto rispetto a questa sua volontà.
La 60enne ha perso la figlia di 20 anni, la giovane aveva un tumore all’intestino e per questo aveva deciso di congelare i suoi ovuli con la speranza, una volta guarita di poter realizzare il sogno di diventare madre. La ragazza però, cinque anni fa, è morta. Prima di andarsene ha chiesto alla mamma di far fecondare da un donatore gli ovuli e di dare alla luce il bambino. La Human Fertility and Embryology Authority (Hfea), infatti, aveva negato il permesso di esportazione poiché mancava una volontà scritta da parte della ragazza, unica prova era un dialogo a cui avrebbe assistito anche uno dei dottori.
La 60enne non è però riuscita a trovare una clinica disposta ad aiutarla ed è dovuta volare fino a New York al costo di 80 mila dollari. La corte d’appello britannica si è espressa a favore della donna che ha ottenuto i permessi necessari per esportare gli ovuli negli Stati Uniti.