Alle code in autostrada per le meritate vacanze estive, 20 milioni di contribuenti italiani devono fare i conti con l’ennesimo ingorgo fiscale per l’estate 2014. Un mese di scadenze con 410 adempimenti tra tasse e consegne fiscali che renderanno, ancora una volta, i mesi estivi un incubo per aziende, professionisti, artigiani, partite Iva, co.co.pro. e affini. Il Governo è riuscito a rinviare una sola scadenza, quella per la presentazione dei modelli 770, relativo all’elenco della forza lavoro retribuita in azienda, dal 31 luglio al 19 settembre, dando un breve (e unico) sollievo. Il momento di maggiore ingorgo è previsto dal 20 agosto al 19 settembre e questo nonostante commercialisti e consulenti del lavoro da tempo stanno sollecitando la politica a cambiare la fiscalità e la burocrazia in un Paese che è tra i più esosi del mondo occidentale.
In poco più di un mese sono previsti 410 adempimenti da parte di una platea di 20 milioni di contribuenti: rielaborando i dati dell’Agenzia delle Entrate, è balzato subito agli occhi degli esperti che in meno di un mese ci sarà l’ennesimo ingorgo fiscale, in un periodo in cui si chiudono le aziende, i lavoratori sono in ferie e anche i liberi professionisti pensano alle vacanze. In questo periodo lo Stato invece chiede il maggior sforzo fiscale con una serie di scadenze che si accavallano in meno di trenta giorni, tra tasse da pagare e documentazione da presentare.
Senza una riforma fiscale e burocratica degna di questo nome, la realtà per imprese e professionisti, come per i lavoratori dipendenti, non è cambiata. L’esecutivo ha cercato di far slittare il più possibile le scadenze, che iniziavano il 16 giugno, ottenendo il rinvio al 20 agosto e per il 19 settembre solo per il modulo 770.
In questo lasso di tempo si accumula di tutto: Irpef, Irap, Ires, Iva, addizionali regionali, Inps, Tobin tax, Imposta sostitutiva sui redditi di capitale e sui capital gain, versamento dei contributi previdenziali per i lavoratori dipendenti, artigiani, commercianti, collaboratori e lavoratori domestici. In più anche le quote dovute alle Camere di Commercio.
Tutto in meno di un mese, senza contare che si parla di un periodo particolare dell’anno, quando si vorrebbe riposare un po’, spendere qualcosa in più per concedersi una vacanza.
I 410 adempimenti sono divisi tra le diverse categorie con 171 per gli imprenditori individuali, 167 per i professionisti e lavoratori autonomi, partite Iva iscritti ad Albi professionali e non; 156 quelli per le imprese, 153 per gli istituti di credito e finanziarie, 125 per società di persone e studi associati, 113 per dipendenti, pensionati, e lavoratori con contratti atipici.
Il tentativo del governo, in assenza di una riforma, per alleggerire il carico fiscale e burocratico estivo, non è stato sufficiente. Ogni anno le scadenze si accavallano, arrivando così a spostarle per permettere un maggiore respiro economico. Tutto questo porta a un calendario non fissato e stabile: diventa così sempre più difficile fare una pianificazione finanziaria o razionalizzare le attività.
La riforma fiscale e della burocrazia è fondamentale: si organizzi al più presto un tavolo con consulenti, commercialisti e rappresentanti delle categorie per mettere mano a un caos che da troppo tempo penalizza le parti produttive del Paese. Un calendario fisso, con date improrogabili ma diluite nel corso dell’anno fiscale, burocrazia a livelli minimi: i primi passi da compiere sono fondamentali per evitare l’anno prossimo l’ennesimo ingorgo estivo.
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