Si avvicina anche in Italia il periodo sacro del Ramadan, leggermente in ritardo rispetto agli altri anni a causa del ciclo lunare.
Ogni anno il mese sacro che i musulmani dedicano al culto di Allah varia in base al calendario lunare ma è un periodo molto atteso e che viene osservato con rigore, tranne alcune eccezioni. Quando pensiamo al Ramadan subito ci viene in mente il digiuno ma c’è molto altro legato a questo culto, scopriamolo insieme.
Nel calendario islamico il Ramadan è il nono mese dell’anno in base all’osservazione della luna crescente. La pratica islamica vuole che in questo mese venga praticato un rigoroso digiuno chiamato Sawm, più o meno da tutti gli appartenenti alla comunità che siano in buone condizioni fisiche o abbastanza giovani. Sono esonerati infatti: le donne incinte o in allattamento, i diabetici, i malati terminali, gli anziani, le donne nel periodo di mestruazione.
Il mese benedetto dai musulmani di tutto il mondo è molto osservato in ogni ambito, basti pensare anche anche i vertici della Premier League stanno rispettando questa usanza, autorizzando alcune pause per rispettare i calciatori che seguono il periodo di digiuno e preghiera.
Come dicevamo infatti il mese non è caratterizzato solo da un’alimentazione ridotta ma c’è molto di più. In questo periodo si riflette e si celebra la divinità islamica, in particolare si commemora la prima rivelazione del Corano a Maometto.
Il 23% della popolazione mondiale rispetta il Ramadan, che quest’anno inizierà domani e terminerà il 22 aprile, data variabile a seconda dell’avvistamento della luna nuova. Le date non sono le stesse ogni anno e nemmeno la durata effettiva, infatti ci si basa sul calendario lunare e non su quello gregoriano comunemente usato.
Per i musulmani questo culto, he conta 1,8 miliardi di fedeli in tutto il mondo e vanta un tasso di crescita importante, è legato al mese in cui i primi versetti del Corano furono rivelati al profeta Maometto, fondatore e profeta dell’Islam, più di 1.400 anni fa.
Per tutta la durata del Ramadan si segue il digiuno dall’alba al tramonto, due momenti della giornata che vengono dedicati alla preghiera. A seguire questo digiuno come dicevamo non sono tutti e ci sono delle eccezioni ma oltre alla modifica del regime alimentare, il culto prevede anche di non bere alcolici, non fumare e non fare sesso per non distogliere l’attenzione da Dio durante il mese.
È vietato anche un particolare tipo di linguaggio e comportamento, quindi la calunnia, le falsità, le bestemmie e le azioni violente.
Ancora, i lavoratori dovranno osservare un orario di lavoro ridotto e addirittura in molti Paesi a maggioranza musulmana, le attività di ristorazione sono chiuse durante le ore in cui si digiuna. Il Ramadan è un culto molto sentito e nelle località islamiche in questo periodo ci si saluta con un augurio di benedizione, anche quando ci si incontra per strada.
Si legge il Corano, si praticano azioni caritatevoli e si prega molto, basti pensare che proprio le ore di astinenza dal cibo vengono precedute da un pasto mattutino accompagnato da una preghiera, e si concludono al tramonto con un altro pasto e una preghiera. È importante ricordare che oltre a non mangiare i musulmani si astengono anche da bere la semplice acqua.
Al termine del mese di Ramadan si celebra una festa chiamata Eid Al Fitr, un’occasione importante per celebrare la fine del digiuno con dolci, regali e momenti in compagnia dei propri cari.
Questa filosofia del digiunare è strettamente legata alla celebrazione del culto e come dicevamo in precedenza anche gli occidentali la associano al Ramadan come caratteristica principale. In effetti ha un significato molto profondo perché la pratica fortifica la pazienza del fedele, inoltre secondo la religione islamica la fame è uno strumento per soggiogare l’uomo e come recita un racconto di Maometto, Satana circola nell’uomo come fa il sangue, con la fame si possono restringere i suoi canali.
Per coloro che non possono seguire il digiuno per motivi importanti, sarà possibile recuperarli in altri periodi dell’anno.
Il Ramadan celebra il momento in cui il Corano arrivò agli uomini per mostrare la via verso Allah, e lo fece tramite il profeta Maometto. Il culto faceva già parte dei calendari degli antichi arabi e la denominazione attuale deriva proprio da una radice araba che tradotta significa letteralmente “calore cocente”.
Secondo la religione musulmana, nel 610 a.C. l’angelo Gabriele apparve a Maometto e gli rivelò il testo sacro, composto da 114 capitoli e considerato la parola diretta di Allah. Come supplemento ci sono anche i racconti di Maometto, ovvero gli hadith.
Secondo il Corano i popoli dell’Arabia preislamica erano obbligati a digiunare e con questa pratica acquisivano maggiore fede in Dio. Anche i pagani della Mecca digiunavano ma solo in giorni prestabiliti e per espiare i propri peccati e allontanare la siccità.
Molti teologi hanno analizzato nel tempo il significato spirituale del digiuno, divenuto obbligatorio nel 624 d.C. Essi attribuiscono a questa usanza il potere di insegnare l’autodisciplina, fortificare l’appartenenza a una comunità e anche avvicinarsi a Dio. Altre interpretazioni vogliono che l’astinenza ai piaceri del cibo e della carne aiuti l’individuo a immedesimarsi nelle privazioni dei poveri e così lo invogli a versare quella che potremo definire come elemosina, verso chi è meno abbiente.
Ad ogni modo sono moltissimi nel mondo che si preparano ad accogliere il Ramadan, che come abbiamo visto, è molto di più di una semplice dieta.
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