Inizia la battaglia in Parlamento per la maternità surrogata come reato universale

Il grande giorno (si fa per dire) dell’approdo del disegno di legge di Carolina Varchi, la deputata di Fratelli d’Italia, alla Camera sulla maternità surrogata come reato universale è arrivato. La proposta della parlamentare del gruppo di Giorgia Meloni, che piace tanto anche alla presidentessa del Consiglio tanto che può essere considerata una delle misure bandiera, inizierà oggi il suo iter di approvazione nell’aula di Montecitorio dopo aver ricevuto il parere favorevole della commissione Giustizia. Non sarà facile, però, e non lo sarà perché le opposizioni, pur partendo da presupposti diversi e con differenti posizioni all’interno degli stessi schieramenti, hanno intenzione di dare battaglia alla maggioranza.

Varchi
Carolina Varchi, la deputata di Fratelli d’Italia che ha presentato il disegno di legge per la maternità surrogata come reato universale – Nanopress.it

Come loro, poi, fuori dal Parlamento, ci saranno delle persone che sono pronte a manifestare: chi ha ricorso alla gestazione per altri (Gpa) in un stato estero, per esempio, e potrebbe finire in carcere se il disegno di legge venisse approvato, o l’Associazione Luca Coscioni, da sempre per le libertà individuali, che ha studiato una controproposta che Ivan Scalfarotto, di Italia Viva, ha presentato in Senato.

Oggi inizia alla Camera la discussione sul disegno di legge sulla maternità surrogata come reato universale: le opposizioni (divise) sono pronte a dare battaglia a Meloni e al centrodestra

Il disegno di legge sulla maternità surrogata come reato universale, la cui prima firmataria è Carolina Varchi, deputata di Fratelli d’Italia, ovvero il partito della presidentessa del Consiglio, Giorgia Meloni, che non solo lo appoggia, ma ne ha fatto anche una misura di bandiera, è prontissimo ad approdare in aula alla Camera oggi. L’iter per l’approvazione – e quindi anche il passaggio all’altro ramo del Parlamento, il Senato – non sarà semplice, come non lo è stato neanche in commissione Giustizia, con le opposizioni che hanno presentato emendamenti su emendamenti all’unico articolo che ha come obiettivo quello di estendere ai cittadini italiani (e solo a loro) che eseguono la maternità surrogata in Paesi esteri dove è legale, le sanzioni presenti nella legge 40 che già la vieta in Italia.

I dubbi circa la costituzionalità e l’applicabilità di quella che potrebbe essere una legge che potrebbe mandare in carcere chi nel tempo ha fatto ricorso alla gestazione per altri (la Gpa), infatti, sono tanti, ed è stata anche la presidentessa della Consulta, Silvana Sciarra, in un’intervista a Repubblica a sollevarli. “Possiamo immaginare che vengano trattati in modo diverso i nati? Partiamo da questi due fatti: sono ‘nati’ e sono in ‘Italia’“, ha spiegato la numero uno della Corte costituzionale nel merito di come potrebbero essere trattati i figli di queste persone che, per un motivo o per un altro, hanno fatto ricorso a quello che, volgarmente, viene chiamato anche utero in affitto, ed è loro che più di tutti devono essere tutelati.

Maternità surrogata
Un’immagine generica di una donna incinta – Nanopress.it

Non c’è solo questo, però, a far capire che la discussione sul reato universale di maternità surrogata si possa trasformare in una battaglia. Perché accanto alle istanze e ai problemi che sono stati avanzati da Sciarra, ci sono, dicevamo, quelli delle opposizioni che, a loro volta, sono parecchio divise sull’argomento.

Solo nel Partito democratico di Elly Schlein, che oggi in Direzione parlerà (anche) di questo, le anime sono molto diverse. Per chi, come la segretaria e deputata italo americana, è a favore di una legge sulla maternità surrogata solidale e altruistica, infatti, ci sono altri che invece se non la pensano come il centrodestra poco ci manca, e quindi la condannano senza appello, tra questi ci sono sicuramente i cattolici.

Maria Elena Boschi, deputata di Italia Viva, e Ivan Scalfarotto, senatore dello stesso partito – Nanopress.it

Ma ad avere posizioni differenti sono anche i parlamentari di quello che era il terzo polo: Mara Carfagna, di Azione (ed ex Forza Italia), per esempio, già nelle passate legislature aveva proposto dei progetti di legge molto simili a quello presentato dalla deputata meloniana. Ivan Scalfarotto, di Italia Viva, invece, ha depositato in Senato il testo dell’Associazione Luca Coscioni che ha come obiettivo quello di punire la commercializzazione della Gpa, “ma difende la libertà di scelta di chi per aiutare chi non può in altro modo diventare genitore, mette a disposizione se stessa e il proprio corpo“, ha spiegato il senatore del partito di Matteo Renzi. Lo stesso testo, tra l’altro, è stato presentato anche da Riccardo Magi, il segretario di +Europa, uno dei partiti che è più contrario al disegno di legge di Varchi (e della premier).

Luana Zanella, capogruppo alla Camera dell’alleanza Verdi e Sinistra, da femminista storica e convinta, è contraria alla proposta del centrodestra, è vero, ma lo è sulla maternità surrogata in generale, che viene definita come “una offesa della dignità della donna che mina nel profondo le relazioni umane“, ed è per questo che ha richiamato “il Parlamento e la politica tutta a confermare il divieto di maternità surrogata nel nostro Paese: obiettivo pienamente condivisibile“.

Il quadro variegato, in ogni caso, ha ragionato in maniera compatta in commissione, e lo stesso dovrebbe fare pure in aula, anche se i numeri non sono esattamente dalla loro. A meno di defezioni dell’ultima ora, infatti, la maggioranza potrebbe approvare il disegno di legge senza l’aiuto di nessun esterno, ma la battaglia non sarebbe finita. Sia per i problemi di costituzionalità di cui abbiamo parlato prima, ma perché anche dalla società civile non tutti sono con il governo.

In effetti, nella proposta c’è un capitolo a parte che riguarda anche la commercializzazione di embrioni e gameti il cui utilizzo è previsto per le tecniche di tipo eterologo, e quindi è legale anche in Italia per le coppie eterosessuali (ma non per quelle omosessuali o per i single). Se il rimborso spese che viene dato alle cliniche estere che forniscono seme e ovociti ai nostri ospedali verrà definito commercializzazione, e quindi non sarà più gratuito, anche l’eterologa tornerà a essere fuorilegge, rappresentando ancora una volta un ammanco nei diritti di chi non può avere figli e incontra delle difficoltà anche nell’adottarli.

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