Iniziata l’informativa al Senato della ministra Santanché

È cominciata circa un’ora fa l’informativa della ministra del Turismo Daniela Santanché al Senato, a seguito di quanto emerso dalle inchieste di Report sulle sue società. Presenti i maggiori esponenti del governo Meloni, Matteo Salvini incluso, mentre le opposizioni chiedono le sue dimissioni. La ministra ha iniziato il suo intervento sottolineando come l’opposizione non sia compatta e non abbia ricevuto alcun avviso di garanzia. Presenti all’informativa, tutti i ministri dell’esecutivo, ad eccezione della premier Meloni, che si trova a Varsavia. 

 

Daniela Santanché
Daniela Santanché – Nanopress.it

Alle tre del pomeriggio, minuto più, minuto meno, è iniziata l’informativa della ministra del Turismo Daniela Santanché davanti al Senato italiano. Presenti tutti i maggiori esponenti politici, con i ministri dell’esecutivo alo completo, se si esclude la premier Giorgia Meloni impegnata in quel di Varsavia. L’aula di Palazzo Madama era gremita, per l’intervento di Santanché, che come da programma, ha iniziato il suo discorso poco dopo le tre del pomeriggio, dando spiegazioni su quanto emerso durante la trasmissione Report di Rai 3 che aveva tirato in ballo questioni scottanti come Tfr non pagati ai dipendenti, cassa integrazione imposta e mala gestione delle sue aziende.

Informativa della ministra Santanché al Senato: 2Clima d’odio”

“Contro di me campagne di vero odio”. Ha esordito così, Daniela Santanché al Senato, iniziando la sua informativa in merito a quanto emerso dalla trasmissione Report di Rai 3. “Spero vorrete darmi atto che a fronte della richiesta di alcuni gruppi di opposizione e dico alcuni e non tutti, ho subito dato la disponibilità a riferire, cosa che qualcuno ha anche considerato eccessiva” ha poi aggiunto la ministra.

Daniela Santanché
Daniela Santanché – Nanopress.it

“Affermo sul mio onore che non sono stata raggiunta da alcun avviso di garanzia e che anzi per escluderlo ho chiesto ai miei avvocati di verificare che non ci fossero dubbi” ha poi proseguito, dinanzi ai ministri del governo tra cui Salvini, che non ha proferito verbo durante tutto l’intervento e si è allontanato al termine senza rilasciare dichiarazioni.

È a questo punto che in Aula Santanché ha attaccato direttamente il giornale Il Domani: “Se non fosse per il rispetto che porto per quest’aula dopo l’uscita proditoria del Domani chiuderei qua il mio intervento ma, aspettando un segno concreto da parte di tutti i colleghi provo a riprendere il filo del mio intervento. È normale che un giornalista scriva cose secretate e ignote a me e ai miei avvocati? Ci scandalizziamo per come mi vesto, per dove abito, e chiudiamo gli occhi davanti a questa sporca pratica?”.

“Non ho mai avuto nessun controllo nel settore dell’alimentare biologico come molti media hanno raccontato. Ho svolto attività di impresa nel mondo della pubblicità, editoria, e intrattenimento e non ho mai superato il 5% della mia partecipazione” ha quindi detto, iniziando a parlare delle attività oggetto dell’inchiesta di Report.

“A fronte delle notizie di compensi stratosferici da Ki Group, nel triennio 19-20-21 ho incassato una media di 9mila euro l’anno, 27mila lordi in totale. Per la complessa operazione di risanamento delle 4 società Visibilia ho messo a disposizione il mio patrimonio, per tutto ciò mi sarei quasi aspettata un plauso e sfido chiunque a indicarmi un numero cospicuo di persone che impegnano tutto il patrimonio per salvare le aziende” ha detto in Aula entrando nel dettaglio delle sue imprese commerciali.

E in merito alla dipendente messa in cassaintegrazione a zero ore, come denunciato dalla trasmissione di Rai 3, Santanché ha voluto specificare che “Di fronte alla contestazione tardiva della dipendente pur ritenendo le sue informazioni infondate ed essendo certa che lei non ha mai messo piede in Visibila, la società ha sanato la situazione considerandola in servizio senza che fosse pervenuta alcuna richiesta dagli enti preposti e prima della vicenda mediatica”.

Peccato che tali argomentazioni non siano bastate, tanto che Movimento 5 Stelle ha presentato buna mozione di sfiducia nei suoi confronti, come ha spiegato a margine dell’informativa il capogruppo Stefano Patuanelli: “Abbiamo da pochi minuti presentato una mozione di sfiducia nei suoi confronti”. 

Decisione che trova favorevoli anche i senatori di Alleanza Verdi-Sinistra, che ha chiarito la sua posizione tramite il senatore Tino Magni: “Lei dimostra una certa arroganza, un disprezzo per le regole. Credo che non possa continuare a rappresentare questa nazione. Per quanto ci riguarda chiediamo che non la rappresenti più e quindi si dimetta”.

Di parere opposto Terzo Polo e Italia Viva, con quest’ultima che ha criticato la reazione di Carlo Calenda di Azione: “Se vuoi fare il giustizialista fallo pure. Ma non lo farai a nome del gruppo. Se vuoi parli in dissenso a fine seduta. Noi saremo garantisti con Fdi come Fdi non lo è stata con noi”.

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