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Nel 2015 avremo un nuovo Inno della Lombardia scritto da Mogol (testo) e Mario Lavezzi (musiche): il brano si intitola ‘Lombardia, Lombardia‘ ed è in realtà il semplice riadattamento di una vecchia canzone del 1991, ‘Per la Gloria‘, scritta dallo stesso Lavezzi e da lui cantata insieme a Riccardo Cocciante, Gianni Bella, Mango e Raf per ricordare il sindacalista brasiliano Chico Mendes.
‘Quella musica mi dava molta emozione, era difficile trovarne una così potente‘, ha precisato Mogol, ‘Oltretutto quel brano non è molto conosciuto ed è diritto degli autori utilizzarlo‘. Insomma, lo storico paroliere di Lucio Battisti (e di tanti altri artisti della musica italiana) non ha negato il ‘riciclo’ di un pezzo composto oltre vent’anni fa, giustificando però la scelta con la scarsa popolarità del brano, tale da farlo sembrare un inedito.
Una demo provvisoria del nuovo Inno della Lombardia (con la voce provvisoria di Lavezzi, mentre la versione definitiva la canteranno alcuni tra i maggiori cantanti lombardi) è stato fatto ascoltare nella giornata ieri ai membri del Consiglio Regionale, alla presenza del governatore Roberto Maroni, grande ispiratore del progetto, e del presidente dell’aula Raffaele Cattaneo, nonché dei due autori. Per l’adozione ufficiale dell’inno è adesso necessaria l’approvazione (presumibilmente scontata, visti gli applausi di ieri) dello stesso Consiglio, che dovrebbe arrivare nelle prossime settimane in modo da poterlo sdoganare già in occasione della nuova festa regionale del 29 maggio, ricorrenza della Battaglia di Legnano.
Il testo del nuovo inno della Lombardia è ovviamente denso di retorica, caratteristica del resto comune a tutti gli inni, nazionali o regionali che siano. Troviamo quindi strofe che raccontano di una Milano ‘senza odio per nessuno‘ e di una regione abitata da ‘gente forte, operosa, senza una bugia‘, che ‘pensa in grande ma resta quel che è‘ e soprattutto ‘pensa a tutti e stringe tutti a sé‘, accompagnate da una musica piuttosto coinvolgente anche per venire incontro ai desideri di Maroni, secondo cui ‘la Lombardia è rock‘ e tale dev’essere rappresentata.