Mentre sembra essere stato raggiunto un accordo sulle pensioni minime, dall’INPS arriva un’altra novità. Vediamo di cosa si tratta.
Stando ad alcune novità previste dall’INPS, alcuni pensionati potranno vedere aumentare la loro pensione di 330 euro.
In queste ore sembra che si sia raggiunto un accordo circa la manovra che introduce le pensioni minime a 600 euro a chi ha superato i 75 anni. Si starebbe lavorando per definire il pacchetto di emendamenti utili a rendere effettiva la manovra.
Stando a quanto ha affermato il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, non esiste una riforma sulle pensioni effettiva se non verrà incentivata la natalità. Sarà proprio la natalità, secondo lui, a sostenere tutto il sistema nel lungo periodo. Questa la sua dichiarazione sulle pensioni, durante un’iniziativa per i 10 anni di Fratelli d’Italia.
Stando a quanto si legge nella Legge di Bilancio 2023, l’aumento delle pensioni minime avrebbe lo scopo di recuperare il 100 per cento dell’inflazione almeno per il 2023, che è al 7,3 per cento.
La pensione minima, per tutti, dovrebbe passare nel prossimo anno dagli attuali 525,38 a 563,73 euro. In un anno, la somma totale passerà da 6.829,94 a 7.328,49 euro. Per quanto riguarda gli assegni pensionistici ed assistenziali inferiori al minimo, che decorrono dal 1° gennaio 2023, potranno ricevere un aumento di 1,5% nell’anno in arrivo e 2,7% nel successivo.
Per quanto riguarda la pensione anticipata, nella Legge di Bilancio 2023 c’è spazio anche per quella. Infatti, sarebbe previsto un bonus per chi vuole rinunciare ad andare in pensione nonostante possa e ritardare la sua andata in pensione. Si tratta di un bonus che consiste nello stop del versamento dei contributi INPS a carico di chi lavora. Ne conseguono dei salari netti.
Se un lavoratore dovesse decidere di rimanere a lavoro, nonostante l’età pensionabile, allora al suo titolare non cambierà nulla. L’azienda del dipendente potrà continuare a pagargli uno stipendio identico. Otterrà benefici maggiori chi percepisce uno stipendio più alto. L’intera somma, infatti, sarà destinata alla pensione INPS.
Le oscillazioni in cedolino seguiranno l’importo dello stipendio percepito. Gli aumenti previsti sono netti e corrispondono a 226 euro mensili per chi percepisce 12000 euro in un anno.
I 330 euro in più in cedolino, invece, saranno previsti per chi percepisce un totale di 18.000 euro netti di stipendio in un anno.
Nel momento in cui il lavoratore deciderà di andare in pensione, egli riceverà una liquidazione di un importo uguale a quella che avrebbe ricevuto se fosse andato in pensione quando avrebbe dovuto. Ci si baserà sull’anzianità contributiva raggiunta sino a quel momento.
L’incentivo era contemplato all’inizio dalla legge n. 243/2004. Lo scopo è quello di contenere le spese previdenziali, per i lavoratori che, pur avendo tutti i requisiti minimi per lasciare il lavoro, decidono invece di non lasciare il proprio posto.
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