L’INPS potrebbe multare di ben 5000€ chiunque si dimentica di inviare questo documento importante. Ecco di quale si tratta.
Nel corso della nostra vita, tra i nostri obiettivi c’è quello di cercare un impiego di lavoro che ci dia un buono stipendio ma che soprattutto ci dia i contributi ai fini pensionistici per ritrovarsi un domani con una bella somma da parte.
Questo, però, non sempre avviene e nel mondo odierno, sono tanti i lavori che vengono fatti a nero e che quindi non vede alcun contributo da versare all’INPS e che quindi non ha valore ai fini pensionistici.
INPS: ecco quando scatta la multa da 5000€
Su questo tema si è molto discusso e per questo motivo il Governo Meloni sta cercando di effettuare delle manovre che tendono la mano non solo ai più giovani ma a tutti coloro che si trovano in situazioni precarie.
Nella fattispecie, quando veniamo assunti da un datore di lavoro che sia privato o una grande società, dal nostro compenso verrà detratta una somma che servirà ai fini pensionistici.
Questa, se si è liberi professionisti, verrà versata direttamente da noi in un determinato periodo dell’anno ed è sempre bene, per non incorrere in errori rivolgersi ad un commercialista che ci guiderà attraverso il giusto versamento della quota.
Il Governo, sta cercando di abbassare l’aliquota percentuale dei contributi sui guadagni, ma per ora non c’è ancora una certezza e quindi bisogna aspettare che venga accettata la proposta.
Ma l’INPS è un ente che controlla tutto ciò che ha a che fare con le nostre finanze e può accadere che ci segnala che c’è qualcosa di sbagliato e che un documento non è stato inviato.
Ci può capitare, per un motivo particolare, che sia ai fini dell’iscrizione universitaria o per una richiesta specifica, di dover compilare il modello ISEE per poter certificare la situazione economica famigliare.
A cosa bisogna stare attenti
Questo modello, si può compilare da soli o farsi aiutare da un CAF ma se qualora ci sia un errore, si può rischiare una multa che parte da più di 5.000 € fino ad arrivare ad un massimo di quasi 26.000€.
Questo è quanto previsto per la sanzione amministrativa ma se la soglia di reddito annuo supera i 3.999 € e si fa richiesta di qualche bonus la sanzione può diventare penale e si rischia una reclusione che va dai sei mesi ai tre anni.
La sanzione fa decadere la possibilità di richiedere bonus e l’Agenzia delle Entrate provvederà a farsi risarcire di tutto il denaro che si è usufruito fino al momento in cui è stato effettuato il controllo.
L’errore della compilazione dell’ISEE parte da un errato calcolo della Dichiarazione Unica Sostitutiva (DSU) che potrebbe avere dei dati falsi e delle quote che non sono veritiere e quindi c’è una falsa dichiarazione.
Però, questi errori possono essere umani, e se ci si accorge in tempo si può inviare un modello FC3 dove si possono aggiungere dati mancanti o redigere una nuova Dichiarazione Unica Sostitutiva (DSU).
Se l’errore invece è stato fatto dal CAF, bisogna intimare questa a correggere gli errori o mandare una diffida al centro tramite una raccomandata A/R al fine di attestare che l’errore non è stato da parte nostra.