La legge di Bilancio appena entrata in vigore avrà delle ripercussioni positive anche sulla pensione INPS. Vediamo, in particolare, chi vedrà un aumento di 1620 euro.
Sin dal 3 gennaio scorso, alcuni ex lavoratori vedranno aumenti sensibili sulla loro pensione.
Con l’arrivo dell’anno nuovo, la tanto attesta legge di Bilancio promossa dal neo governo Meloni, è diventata realtà ed è stata approvata ufficialmente. Sin dal mese di gennaio, la pensione per molte categorie di ex lavoratori, potrebbe aumentare sensibilmente. Ciò è dovuto alla rivalutazione del 7,3% promossa proprio dalla legge.
Intanto, già i primi pensionati hanno potuto riscuotere la loro pensione per il mese di gennaio. Si tratta di coloro che hanno chiesto l’accredito in conto corrente o su Poste Pay che hanno potuto riceverla sin dal 3 gennaio. Diverso è il discorso per chi, invece, vuole riscuotere la pensione direttamente allo sportello. Per loro, infatti, è stato stilato un calendario ben preciso, basato sull’iniziale del proprio cognome.
In base alle lettere inziali, ogni categoria di ex lavoratore potrà ritirare la propria pensione allo sportello, in un giorno preciso. Dal calendario è escluso il giorno 6 gennaio poiché è festivo. Il calendario per ritirare la pensione potrebbe subire delle variazioni sensibili in base al proprio Comune. Per questo motivo, sarebbe bene informarsi prima. Vediamo ora chi beneficerà dell’aumento di pensione per il 2023. Bisogna prestare attenzione perché non ne beneficeranno tutti i pensionati.
Potranno vedersi aumentare la pensione, sin dal mese di gennaio, i lavoratori che percepiscono una pensione minima ma anche chi ha prestazioni assistenziali, tra cui figurano, ad esempio, la pensione di invalidità. In generale, gli aumenti riguarderanno chi percepisce una pensione che non supera i 2100 euro mensili.
Se si supera tale cifra, la pensione potrà aumentare sì ma soltanto dalla primavera che sia il mese di marzo o di aprile.
In particolare, la legge di Bilancio prevede la rivalutazione che, però, non sarà applicata allo stesso modo a tutti gli assegni ma seguendo una percentuale. Saranno le pensioni minime a beneficiare di un aumento del 120%. Le altre, superiori ad una certa soglia, potrebbero subire tagli, anche importanti.
In generale, la tabella delle rivalutazioni dovrebbe seguire il seguente andamento:
La rivalutazione pari a 37%, vedrà per le pensioni di 5.000 euro, un aumento di 135 euro al mese, pari a 1620 euro in un anno, per 12 mesi di pensione.
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