Queste categorie hanno ricevuto una buona notizia dall’INPS e potranno andare in pensione a 62 anni: questi sono i requisiti.
Il tema pensioni è sicuramente il più caldo e discusso di questo ultimo periodo, soprattutto perché tutti sono in attesa di una nuova riforma. Come evidenziano le varie testate nazionali, sembra che questa riforma non sarà immediata e che il Governo sia a lavoro per mettere a punto non poche novità interessanti. A questo punto gli italiani si chiedono chi potrà andare in pensione a 62 anni e quali sono i requisiti richiesti a tal proposito. Facciamo chiarezza?
Il tavolo tra Governo e Sindacati è aperto per la discussione che riguarda proprio la riforma delle pensioni. Questa non sarà pronta a breve ma sicuramente nel nuovo anno, così da dare precedenza alla riforma fiscale.
Tra le varie bozze e discussioni in atto, i Sindacati non hanno usato mezzi termini e nella riforma ci dovrà essere la possibilità di andare in pensione a 62 anni. Se questo non fosse possibile, allora si punterà sulla Quota 41 così da consentire il pensionamento universale ai soggetti che hanno versato 41 anni di contributi a prescindere dall’età.
Secondo quanto si evince dalle varie testate nazionali, sembra che il Governo sia concorde nel mandare avanti la Quota 41 anche se bisogna vedere quali saranno le spese, facendo in modo di avere tutte le risorse necessarie. Il punto fondamentale è che per ora sia un documento in bozza e che tutto sia in discussione. Infatti nel 2023 non ci saranno dei cambiamenti sul fronte e slitterà tutto nel 2024.
Con questi presupposti è possibile che il Governo possa prorogare per un altro anno la Quota 103. Nel 2024 si potrà andare in pensione all’età di 62 anni con 41 anni di contributi versati.
Sembra essere molto più difficile prevedere una doppia possibilità di uscita, per questo il Governo dovrà prendere una decisione su questi fronti. Andare in pensione a 62 anni è un sogno di moltissimi soggetti, così come poter lasciare il lavoro dopo aver versato 41 anni di contributi.
Per una liquidazione a parte, si potrebbe considerare anche l’età di 62 anni con 20 anni di contributi versati.
Le soluzioni sono molte a disposizione, come quella suggerita dall’INPS con il pensionamento anticipato con 20 anni di contributi versati e i 62 anni di età canonici. Ovviamente, l’assegno di pensione verrà ridotto sino al compimento dei 67 anni e il passaggio definitivo alla pensione di vecchiaia.
Per quanto concerne la Quota 41 potrebbe essere dedicata solo ai precoci, una misura che avrà un costo stimato di 5 miliardi di euro per poi aumentare a 9 miliardi nei prossimi anni. In linea generale è ancora tutto in discussione, le bozze sono pronte ma è il Governo che dovrà trovare la soluzione adatta per i pensionati e per l’uscita anticipata dal lavoro.
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