Nel 2023 che è appena iniziato, cambieranno anche gli assegni delle pensioni. Vediamo come e perché.
Le novità dall’INPS per quanto riguarda le pensioni sono davvero tante. Non bisogna dimenticare, infatti, che è in cantiere la riforma pensionistica tanto attesa.
I pensionati che potrebbero rientrare in una nuova agevolazione prevista dall’INPS potrebbero essere migliaia. Soltanto pochi, però, sono in grado di approfittarne. Ma andiamo con ordine. In primis, c’è una grande attesa per la nuova Legge di Bilancio del Governo Meloni. Le novità e i cambiamenti sono tante e alcune riguardano le pensioni INPS.
Il 2023 è iniziato da poco ma si prospetta ricco di promesse e di speranze, soprattutto per chi percepisce gli assegni INPS. Per provare a contrastare l’inflazione sempre più galoppante, il Governo sta elaborando delle strategie volte ad aumenti per aiutare i cittadini italiani. In particolare, gli importi delle pensioni INPS potrebbero variare da quest’anno.
Proviamo a comprendere come varieranno gli assegni pensionistici erogati dall’INPS atti a contrastare inflazione e caro bollette.
In primis, la legge di Bilancio permetterà di rivedere gli indici delle pensioni per farle aumentare. L’aumento dovrebbe essere superiore di quattro volte rispetto alle pensioni minime. I punti percentuali in più sarebbero pari al 6,4 per cento, ma soltanto per i pensionati che hanno superato i 75 anni di età. La pensione minima arriverebbe a 600 euro mensili.
L’aumento delle pensioni INPS sarà fisso oltre che automatico per ogni pensione minima. Le altre pensioni, invece, potranno aumentare sì ma in modo differenziato. In particolare, nei due anni prossimi, ovvero 2023-2024, verranno formate sette fasce di rivalutazione, ognuna con un importo di trattamento pensionistico diverso. I ricalcoli potranno far aumentare anche di molto le pensioni ma soltanto per chi percepisce già degli assegni che sono pari a 4 volte le pensioni minime. Si chiamano fasce di perequazione.
Alcuni fortunati, inoltre, potranno godere di un aumento dell’assegno fino al 3%. Essendo stati modificati i coefficienti di trasformazione che servono per calcolare gli assegni pensionistici, di conseguenza aumenterà l’importo della pensione per terminerà la sua vita lavorativa nel 2023.
Gli aumenti sono conseguenti ad una diminuzione dell’aspettativa di vita nel nostro paese che è scesa di molto a seguito della pandemia. Il coefficiente di trasformazione è un indicatore che stabilisce l’importo della pensione prevista e fa riferimento agli anni di contributi.
In breve: se l’aspettativa di vita è maggiore, il coefficiente di trasformazione è minore. Viceversa, l’assegno pensionistico è più alto. A seguito dei due anni di pandemia, l’aspettativa media di vita, stando alle stime stilate dall’ISTAT, è diminuita di 1,2 anni. Il coefficiente di trasformazione è aumentato e, di conseguenza, anche gli assegni pensionistici per chi terminerà il lavoro quest’anno e i prossimi.
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