Rivoluzione da parte dell’INPS con l’opportunità di andare in pensione a 64 anni nel 2023: che cosa sta per succedere dal mese di gennaio?
Ecco che il tema delle pensioni ritorna a farsi strada in questi ultimi giorni dell’anno. Con il nuovo Governo Meloni all’attivo, i pensionati attendono che tutti gli obiettivi messi sul tavolo in campagna elettorale diventino realtà. In effetti, oltre all’aumento dell’assegno sociale ci sono anche delle novità per quanto riguarda la pensione anticipata. Alcuni potrebbero andare in pensione a 64 anni nel 2023: facciamo chiarezza sull’argomento e su come fare domanda?
Riforma pensioni da gennaio 2023: cosa cambia
La riforma delle pensioni avrà un sicuro cambiamento nel 2023, grazie al Governo Meloni e a tutti gli obiettivi che stanno per essere concretizzati. Ovviamente è il momento di agire velocemente e rispondere a quelle che sono le necessità di tutti i pensionati.
La riforma pensioni è sicuramente uno dei temi caldi di questo periodo, considerando che è stato uno degli argomenti trattati in fase di campagna elettorale. Ovviamente, il tutto viene anche fatto velocemente per non far tornare in auge la legge Fornero.
La quota 102 non sarà più attiva dopo il 31 dicembre 2022, insieme all’Ape Sociale e l’opzione donna. La rivoluzione del 2023 si basa anche sulla possibilità di andare in pensione a 64 anni, lasciando prima il lavoro.
Pensione a 64 anni nel 2023: i chiarimenti
Il Governo deve quindi tenere presente che ci sono varie esigenze che hanno i lavoratori, chiedendo la possibilità di poter andare in pensione prima e con un assegno alto. L’INPS non può far fronte a tutto quanto, per questo motivo la soluzione dell’uscita a 64 anni è molto interessante.
Non si tratta però di una novità, perché nei mesi scorsi Pasquale Tridico – presidente INPS – aveva già ipotizzato questa possibilità. Una uscita anticipata a 64 anni e non a 67 anni come da legge vigente attuale.
Ma come funzionerebbe? Bisogna fare un passo indietro, perché la quota 41 è da considerarsi costosa per l’Ente così come estendere l’opzione donna con anticipo ai 58 anni. Per questo motivo la soluzione dei 64 anni sembra andare bene per tutti: è una pensione dedicata ai soggetti che hanno diritto e non alla anticipata contributiva.
Uno dei fattori da considerare è il taglio dell’assegno che viene imposto, con i sindacati che invitano a non decurtare una percentuale troppo alta dall’importo. Fonti Governative e media nazionali evidenziano che sicuramente, chi andrà in pensione a 64 anni dovrà aspettarsi un taglio corposo.
Tutto questo significa che si è in fase di studio, non solo per i contributi richiesti versati ma anche per quello che sarà il taglio dell’assegno. I cittadini desiderano avere una risposta il prima possibile, considerando anche che il 2023 è alle porte e saranno moltissimi a compiere 64 anni pronti a richiedere l’anticipo dell’uscita dal lavoro.