Per una certa categoria di donne, l’INPS rilascia una doppia pensione. Ecco quali donne ne possono usufruire e a quanto ammonta l’assegno.
Nel nostro Paese si fa sempre più insistente il tema della parità dei sessi e in particolar modo il voler rendere equilibrata la presenza del sesso femminile nel mondo del lavoro in tutti i suoi campi.
Però molte donne ormai anziane non hanno la possibilità di lavorare sia per l’età che sia per le condizioni fisiche e ci sono altre che invece non lo fanno in quanto indaffarate con le faccende domestiche.
INPS: ecco quando viene erogata la doppia pensione alle donne
Queste qui, anche se a volte molto giovani, magari si ritrovano ad essere da sole e non hanno nessuno che possa aiutarle nell’accudire i propri figli o portarli a scuola o quant’altro e non hanno la possibilità di assumere una tata che possa dar loro una mano e quindi lavorare.
Per questo motivo, l’INPS ha deciso di poter dare una pensione doppia ad una categoria di donne in particolare che si ritroverebbe così oltre ad avere una pensione sociale al raggiungimento dell’età prevista anche un altro tipo di assegno.
Queste donne sono coloro che percepiscono una pensione di reversibilità del proprio coniuge ossia quelle rimaste vedove che possono ricevere questo trattamento economico previsto dallo stato.
In questo modo, la donna vedova percepirebbe due assegni cumulabili e l’INPS eroga entrambi i sussidi ma questo prevede che ci siano alcuni criteri per poter usufruire di entrambi gli assegni.
Nel momento in cui avviene il decesso del titolare dei titoli provvidenziali, la donna vedova si ritrova ad ottenere un riconoscimento economico sotto forma di beneficio che viene chiamato pensione di reversibilità.
Di conseguenza se muore il coniuge della donna, una quota del suo trattamento provvidenziale passa alla moglie e questa somma si aggira intorno al 60% del trattamento ricevuto dalla persona scomparsa.
Assieme a questo viene rilasciato l’assegno sociale se la donna si trova nelle condizioni in cui il suo reddito sia insufficiente per far fronte al bisogno giornaliero e quindi questo è legato direttamente alla somma percepita mensilmente.
L’assegno sociale, di conseguenza, viene rilasciato ai cittadini in condizioni di povertà e che si ritrovano senza l’anzianità contributiva che permette di usufruire al servizio per far fronte alle spese.
Però la legge prevede che l’INPS può anche non erogare la pensione di reversibilità e l’assegno sociale senza però porre un divieto ad entrambe le emissioni ad un singolo cittadino.
I limiti in base al reddito
Il problema è legato alle limitazioni reddituali, di conseguenza se una donna rimasta vedova supera le soglie previste per la ricezione dell’assegno sociale, perde il diritto di riceverlo e non si ritroverà la doppia pensione sul proprio conto.
In particolar modo se la vedova percepisce una pensione di reversibilità che si aggira sui 447,61 euro mensili per un totale di 5.818,93 euro all’anno, automaticamente perde l’erogazione dell’assegno sociale.
Se invece il valore della pensione di reversibilità è al limite di 5.818,93 euro annuo, l’assegno sociale viene ugualmente erogato ma perde il valore dello stesso e quindi si ritrova una diminuzione della somma erogata.
Per il 2022 sono state decise queste soglie e se la quota della pensione di reversibilità della donna vedova è al di sotto della somma sopra citata automaticamente avrà diritto alla doppia pensione.
Diverso è se ci troviamo davanti ad un testamento. In questo caso il coniuge erede ha diritto ad una quota del patrimonio anche se le volontà del marito non siano state immesse per iscritto.
Ma la quota spettante, verrà divisa in base a quanti eredi ci sono e verrà spartita a seconda dei figli e il patrimonio del defunto verrà diviso equamente tra tutti i suoi discendenti diretti e il suo coniuge.
Se invece il defunto ha una proprietà coniugale, al coniuge superstite spetta un terzo mentre gli altri due terzi andranno ai figli, ma in questo caso il coniuge potrà rimanere all’interno della proprietà a vita senza che gli altri eredi possano pretendere che vada via in quanto potrà godersi dell’immobile per sempre.