INPS, pensione immediata e oltre 30.000 euro di arretrati: la lista dei fortunati

Chi aspetta la pensione a luglio potrebbe ricevere una bella sorpresa: finalmente potrebbe vedersi pagare gli arretrati. Vediamo di chi si tratta.

Arretrati
Arretrati – Nanopress.it

La pensione è un argomento che è stato messo sotto la lente d’ingrandimento da parte del nuovo Governo Meloni e si attende la sua riforma.

Pensione e arretrati

In Italia quando si parla di pensione, per qualcuno, potrebbe rappresentare un vero e proprio miraggio. Il perché di questa affermazione risiede nel fatto che i requisiti per poter andare in pensione sono duplici. Da un lato occorrono almeno 20 anni di contributi versati. Dall’altro il raggiungimento dei 67 anni di anzianità.

Tuttavia, esistono dei modi per poter andare in pensione prima. Si tratta di normative che i lavoratori dovrebbero conoscere a fondo e sfruttare a loro vantaggio.

Basti pensare, ad esempio, al caso di un pensionato emiliano che, senza sperarci più, ha ricevuto non solo la pensione ma anche degli arretrati fino a 30.000 euro che gli aspettavano. Questo caso sposta di nuovo l’attenzioni sulle pensioni in deroga anche se i contributi versati non raggiungono i 20 anni.

Pensione
Pensione – nanopress.it

Le normative da sfruttare

Il caso del lavoratore dell’Emilia Romagna ha fatto parecchio scalpore. L’uomo, infatti, aveva chiesto l’assegno sociale all’INPS anche se non aveva maturato i 20 anni di contributi che sono previsti dalla legge. Sperandoci poco, però, alla fine è riuscito ad ottenere la pensione.

La pensione che era riuscito ad aggiudicarsi era una pensione in deroga. Ciò significa che a lui bastavano soltanto 15 anni di contributi versati per poter andare in pensione. Dunque, non solo ha avuto il cedolino pensionistico ma ha percepito anche gli arretrati che gli spettavano. Una cifra, quella degli arretrati, che superava i 30000 euro. Ciò è stato possibile poiché l’ex lavoratore aveva 70 anni di età ma sarebbe potuto andare in pensione già a 67 anni.

Ciò è stato possibile in virtù di una vecchia norma che prendeva il nome di deroga Amato. Essa permetteva di avere accesso alla pensione se si rispettavano determinati requisiti fatto salvo l’aver versato 15 anni di contributi. 5 anni in meno, dunque, rispetto i classici 20 anni minimi che sono previsti dall’INPS.

Le deroghe Amato sono rimaste in vigore nonostante sia arrivata la riforma Fornero e possono rappresentare delle alternative alle pensioni ordinarie che sono previste dal sistema pensionistico. In particolare, le norme chiamate deroghe Amato sono tre.

In primo luogo, la prima, permette di lasciare il lavoro con 15 anni di contributi versati entro il 31/12/1992, anche per i lavoratori che hanno compiuto i 67 anni. Può andare in pensione anche chi ha deciso, a partire da quella data, di proseguire in modo volontario a versare i contributi.

La più interessante tra le tre è quella che ancora oggi, permette ad alcuni lavoratori di lasciare la loro occupazione. Si tratta dei lavoratori discontinui con almeno 10 dei 15 anni di contributi versati, anche per periodi che non superano i dodici mesi. Gli anni di contributi necessari, dunque, sono 10 con 52 settimane di contributi o un anno intero.

INPS
INPS – nanopress.it

Il primo contributo, però, deve essere stato versato 25 anni prima. Chi pensa di poter rientrare in una di queste deroghe, dunque, farebbe meglio a controllare poiché le sorprese potrebbero essere dietro l’angolo.

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