Spunta la tabella con tutti gli aumenti per i pensionati, con una visione a 360° molto interessante: cosa cambia e come interpretarla.
Un quadro della situazione chiaro per le pensioni 2023, che devono valutare non pochi cambiamenti che saranno messi a disposizione per i pensionati. La Legge di Bilancio approvata prevede una rivalutazione totale del 7,2% sulle pensioni minime e una rivalutazione straordinaria per tutti coloro che hanno compiuto o superato i 75 anni. Questo vuol dire che il 2023 e 2024 si vedrà un criterio molto generoso, dovuto non solo all’aumento dell’inflazione del 2022 ma anche ai dati ISTAT sul caro vita che sono stati presentati nel mese di novembre 2022. Facciamo chiarezza?
Nei prossimi due anni i pensionati potranno avere un ottimo aumento sulle pensioni, come si è già potuto notare dalle prime erogazioni di gennaio 2023. Nel mese di febbraio 2023 non mancheranno gli aumenti e saranno dedicati a tutti i pensionati che non hanno ancora ricevuto l’adeguamento di gennaio.
Secondo la Legge di Bilancio, la pensione è sicuramente uno dei focus sulla quale ha puntato il nuovo Governo. La rivalutazione che è stata calcolata per quest’anno sarà la medesima per il 2024 sempre che non ci siano dei cambiamenti in corso d’opera durante l’anno. Secondo il testo, le pensioni minime sono state sicuramente il vero obiettivo da mettere in quadro soprattutto per coloro che hanno più di 75 anni con rivalutazioni straordinarie per il loro aumento.
Poi le fasce di reddito sono state suddivise in sette parti diverse così che i pensionati possano vedere quali siano tutti gli aumenti previsti. Ovviamente, coloro che percepiscono un assegno alto non avrà un aumento di portata superiore ma inferiore al 2022. Il tasso per la rivalutazione è stato fissato e confermato attraverso un decreto ministeriale che determina il valore medio dell’indice Istat per il caro prezzi come anticipato precedentemente.
Il tasso del 7,3% è ottimo ed era da tantissimi anni che non accadeva una cosa del genere. L’aumento ora è fisso per tutti gli importi minimi, mentre per quelli superiori gli incrementi sono calcolati differentemente anche attraverso i redditi che un pensionato possa o meno possedere.
La Finanziaria 2023 ha quindi modificato una valutazione delle pensioni che si trascinava oramai da tantissimo tempo, con le sette fasce che riguardano gli importi dei trattamenti pensionistici degli aumenti. Il meccanismo di garanzia è stato confermato, quindi le rivalutazioni non potranno mai essere inferiori al trattamento percepito (la pensione con importo base non deve diminuire ma aumentare).
Una rivalutazione definita generosa per le minime, molto meno per coloro che hanno assegni che sono superiori a quattro volte la quota minima. Un esempio? Chi percepisce 3.000 euro lordo al mese avrà un aumento di 116 euro invece che 208 euro come sarebbe stato nel 2022.
A tutto questo ci sono ancora le pensioni che devono calcolare anche i redditi ulteriori del pesnionato, che portano sempre ad una valutazione secondaria differente.
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