L’Inps attraverso un’iniziativa volta ad attuare una serie di ispezioni straordinarie nelle principali località estive siciliane, ha scovato la presenza di almeno 230 lavoratori in nero.
Dunque attraverso alcuni controlli richiesti dalla Direzione generale dell’Inps, è saltato fuori un vero e proprio problema di lavoro in nero in Sicilia. Tra le località che sono state ispezionate vi sono San Vito lo Capo, Taormina, Capo D’Orlando, Palermo, Noto e Catania.
L’Inps dunque ha attuato una serie di ispezioni straordinarie in diverse attività commerciali siciliane, tra cui bar, ristoranti e negozi. Da quest’iniziativa è saltato fuori un vero e proprio problema di lavoro in nero.
Le ispezioni straordinarie coordinate dalla Direzione regionale dell’istituto sono state attuate durante i mesi estivi nelle principali località balneari. A quanto pare ben 140 esercizi commerciali dispongono di lavoratori in nero. Precisamente sono stati riscontrati in tutto 230 persone che lavoravano senza alcun contratto all’interno dell’isola.
Il direttore regionale dell’istituto, Sergio Saltalamacchia, ha affermato che il risultato di quest’iniziativa simboleggia la necessità di attuare maggiori controlli con l’obiettivo di contrastare il lavoro in nero.
“In questa realtà, l’azione dell’Inps rimane essenziale per assicurare la legalità nel mondo del lavoro a garanzia dei lavoratori e degli stessi datori di lavoro che rispettano le regole”.
Così ha concluso Saltalamacchia.
Il lavoro in nero, conosciuto anche come lavoro “sommerso” o “irregolare”, consiste nella pratica di assumere dei dipendenti senza comunicarlo al Centro per l’impiego. Questo permette ai datori di lavoro di pagare meno tasse e allo stesso tempo priva i lavoratori di qualsiasi tutela e assicurazione.
Il lavoro in nero è ampiamente diffuso all’interno della nostra penisola, soprattutto nei confronti dei lavori part time e nei confronti dei più giovani.
Il fenomeno crea diversi problemi allo stato, il quale percepirà minori entrate in termini di pagamenti di imposte da parte dei datori di lavoro.
Ma non solo, in quanto gli stessi lavoratori dovranno sottostare ad orari e stipendi non in regola, per non parlare di ferie e giorni di permesso non corrisposti.
Proprio in vista del fatto che il rapporto lavorativo non è in regola e dunque non rispetta i criteri imposti dalla legge.
Il lavoro in nero dunque è un fenomeno che deve essere contrastato attraverso i controlli e le sanzioni. Infatti vi sono delle pesanti multe per coloro che mettono in moto questo meccanismo illegale, multe che varieranno in base alla durata del fatto illecito.
Queste partono da circa 1.800 euro e arrivano ad un massimo di 43.000 euro.
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