Il nuovo rapporto sull’inquinamento diffuso da Legambiente – chiamato Mal’aria – pone l’accento su una questione preoccupante: in Italia, oltre otto città su dieci pagano lo scotto dello smog. L‘85% è infatti sotto la soglia di sufficienza per la qualità dell’aria che si respira.
Il rapporto analizza il quinquennio che va dal 2014 al 2018 e prende in considerazione i valori indicati dall’Oms per quanto riguarda il livello di salute delle persone che dovrebbe essere garantito da ciascuno stato.
Inquinamento: le analisi di Legambiente
Il rapporto di Legambiente si basa sull’analisi di tre parametri: le polveri sottili – Pm10 e Pm2,5 – e il biossido di azoto: i dati ottenuti dalle 973 città analizzate sono il risultato del poco rispetto del limite previsto per ogni parametro – inteso come concentrazione media annuale – rispetto a quanto suggerito dall’OMS.
“Solo il 15% delle città ha raggiunto nei cinque anni un voto sufficiente: si tratta di Sassari (voto 9) – ha sempre rispettato i limiti previsti dall’OMS per le polveri sottili e per il biossido di azoto, ad eccezione degli ultimi due anni – Macerata (voto 8), Enna Campobasso Catanzaro Nuoro, Verbania, Grosseto e Viterbo (voto 7), L’Aquila Aosta Belluno Bolzano Gorizia e Trapani (voto 6)“, specifica Legambiente.
Male Torino, Roma, Palermo, Milano e Como
Le altre città, circa l’85%, scontano il mancato rispetto negli anni del limite suggerito per il Pm2,5 e in molti casi anche per il Pm10: i dati negativi si riscontrano soprattutto a Torino, Roma, Palermo, Milano e Como, che nei cinque anni considerati non hanno rispettato nemmeno uno dei parametri di tutela della salute previsti dall’OMS. Molto più elevata la percentuale – circa l’86% – delle città che sono riuscite a rispettare i limiti per i livelli di biossido di azoto.
E’ bene ricordare che il mancato rispetto dei limiti normativi comporta, da parte dell’Unione Europea, l’avvio di procedure di infrazione a carico degli Stati Membri, con conseguenze economiche.
Le dichiarazioni dei vertici di Legambiente
Come spesso accade, individuare i principali agenti responsabili di questi numeri non è mai facile. Per Legambiente uno dei motivi riguarda le emissioni fuorilegge delle auto diesel. Addirittura, il mancato rispetto, secondo le stime, sarebbe stato causa di 568 decessi in più per la città di Milano.
Giorgio Zampetti, Direttore Generale di Legambiente, dichiara: “Per tutelare la salute delle persone bisogna avere coraggio e coerenza definendo le priorità da affrontare e finanziare. Le città sono al centro di questa sfida. Inoltre, serve una politica diversa che non pensi solo ai blocchi del traffico e alle deboli e sporadiche misure anti-smog”.
E ancora: “Il governo italiano, grazie al Recovery fund, ha un’occasione irripetibile per modernizzare davvero il Paese, scegliendo la strada della lotta alla crisi climatica e della riconversione ecologica dell’economia italiana, ripartendo dalle città, incentivando l’utilizzo dei mezzi pubblici, potenziando la rete dello sharing mobility e raddoppiando le piste ciclopedonali“, conclude Zampetti.