Donald Trump è ufficialmente il 45esimo Presidente degli Stati Uniti. Dopo la vittoria alle elezioni di novembre, il momento dell’Inauguration Day segna l’inizio dell’era Trump. L’atteso discorso del nuovo inquilino della Casa Bianca conferma la volontà di incentrare la presidenza sugli interessi americani e sul protezionismo, concluso con lo slogan che ha portato il tycoon fino a Washington: Make America Great Again, rendere l’America ancora grande. “Da oggi il potere torna al popolo“, dice più volte nel suo discorso. Non sono mancati i messaggi di unità come gli attacchi all’establishment, preso di mira in campagna elettorale e riportato al centro del suo discorso. La sua, promette Trump, sarà l’inizio di una rivoluzione, con il potere in mano al popolo. “Basta con le chiacchiere vuote, ora è il momento di agire“, scandisce dalla Capitol Hill. La promessa è una: “Vi ridarò il sogno americano”.
La cerimonia d’insediamento è il momento solenne dell’insediamento del nuovo inquilino alla Casa Bianca, ma è anche l’occasione per capire quali saranno i temi chiave della nuova presidenza, elencati di norma nel discorso che il Presidente tiene dopo il giuramento davanti al presidente della Corte Suprema. Circa un milione di persone si sono radunate a Washington per la cerimonia, blindata la capitale: circa 200 milioni di dollari il costo totale della cerimonia che è la più costosa della recente storia americana.
“Siamo grati al presidente Obama e alla First Lady per il loro aiuto in questa transizione, sono stati magnifici”. Il primo passaggio del discorso del giuramento di Trump va al suo predecessore che lo ha guidato nell’insediamento alla Casa Bianca in un’America ancora divisa dopo la sua elezione.
“La cerimonia è molto speciale per me: noi oggi non trasferiamo il potere da un partito all’altro ma lo stiamo restituendo a voi, il popolo“, scandisce dal palco, con un attacco diretto alla politica tradizione rinchiusa a Washington, mentre “il Paese non cresceva”. Lo dice chiaro il presidente Trump: “L’establishment ha protetto se stesso ma non il popolo. Mentre loro celebravano c’era poco da festeggiare per le famiglie americane”.
La sua, promette, sarà una presidenza rivoluzionaria. “Questi cambiamenti inizieranno oggi, questi cambiamenti appartengono a voi. Questo è il vostro giorno, è la vostra celebrazione, gli Stati Uniti sono il vostro paese”, dice riferendosi alle persone non americane che stanno guardando la cerimonia nel mondo.
“Il 20 gennaio 2017 sarà ricordato come il giorno in cui il popolo è tornato a essere il vero presidente“, sottolinea. “Le persone dimenticate non saranno più dimenticate”, promette ancora parlando di un “movimento storico che darà al mondo una luce che non ha mai viso prima”.
Alla base di tutto, il concetto per cui “una nazione esiste per servire i cittadini” che chiedono “scuole per i figli, sicurezza per i quartieri e lavoro: richieste giuste per persone giuste”, mentre l’America di oggi vede “aziende arrugginite che si ergono come monumenti funebri”, “studenti deprivati dalla conoscenza”, i crimini, le gang che hanno portato via troppe vite. Questi problemi si fermano qui e ora. Siamo una sola nazione, condividiamo un solo cuore, una sola casa, e un solo destino glorioso”.
Centrale nella sua visione sarà il protezionismo. “Per molti decenni abbiamo arricchito industrie estere, dato armi ad altri paesi, difeso i confini di altre nazioni, rifiutando di difendere i nostri, speso trilioni di dollari all’estero mentre qui le infrastrutture cadevano a pezzi”, continua. “Abbiamo reso ricchi altri paesi, mentre le nostre aziende hanno chiuso e sono andate all’estero senza pensare alla middle class: la loro ricchezza è stata ridistribuita in tutto il mondo ma questo è il passato. Ora guardiamo al futuro”.
Trump parla chiaramente di una “nuova visione che governerà il mondo”, e lo ripete due volte: America First, prima l’America. “Ogni decisione sarà presa per beneficiare i lavoratori e le famiglie americane, proteggere i confini dagli altri paesi che distruggono la nostra nazione”.
È il lavoro il fulcro del suo discorso. “Più protezione significa più forza, combatterò per voi con ogni respiro del mio corpo e non vi lascerò indietro”, ripete. “Toglieremo la gente dal welfare per farla tornare al lavoro: gli americani assumeranno gli americani“, promette.
La nuova visione dell’America di Trump prevede “amicizie con le nazioni del mondo“, nuove alleanze ma non più l’esportazione di forza del modello americano. “Noi risplenderemo come esempio. Creeremo nuove alleanze e annienteremo il terrorismo islamico“, promette.
L’ex presidente Bush e l’ex First Lady e sfidante alle presidenziali Clinton alla cerimonia di Trump
“Aprite il cuore al patriottismo. Quando siamo uniti nessuno ci può fermare. Non ci sarà paura, saremo sempre protetti dal nostro esercito e forze dell’ordine, saremo protetti da Dio”, tuona dal palco.
Trump invita gli americani a guardare al futuro, a “pensare in grande”. “Non accetteremo più politici che si lamentano ma non fanno nulla. Il momento delle chiacchiere vuote è finito, ora è il momento dell’azione“. L’unico accenno alle tensioni razziali che attraversano il paese ancora oggi arriva quando Trump parla di “bianchi e neri che versano lo stesso rosso sangue dei patrioti”, con “le stesse libertà” perché “salutiamo la bandiera americana”.
“Non importa dove è nato un bambino, guardano tutti lo stesso cielo con gli stessi sogni. Non sarete più ignorati. Le vostre voci, le speranze, i sogni saranno il nostro destino americano. Insieme faremo l’America più forte, ricca, orgogliosa, sicura, grande ancora“, conclude.
Barack e Michelle Obama alla cerimonia del passaggio di consegne con Donald Trump e la moglie Melania
Il primo assaggio si è avuto con i primi appuntamenti della giornata di giovedì 19 gennaio: Trump e la moglie Melania, accompagnati da tutti i figli, si sono recati al Lincoln Memorial per il concerto e lo spettacolo pirotecnico che prende il nome dallo slogan della campagna elettorale, Make America Great Again.
“Il viaggio è cominciato 18 mesi fa. Quello che voglio è un cambiamento reale“, ha detto il presidente eletto al termine del concerto inaugurale. “Voglio unire il Paese e fare l’America di nuovo grande. Grande per tutti. Sono stato eletto perché la gente voleva un vero cambiamento. Non c’è mai stato un movimento come questo. È davvero qualcosa di speciale”.
Il presidente e il vice Mike Pence hanno prima deposto una corona di fiori al cimitero di Arlington, “il luogo più sacro della Nazione”, in omaggio ai militari caduti in guerra. In serata, sono partiti i festeggiamenti: la nuova coppia presidenziale ha salutato la folla che già inizia a riempire le strade.
La presidenza Trump inizia nel segno delle proteste. Come già successo dopo la vittoria alle elezioni, molti cittadini sono scesi per le strade di New York e Washington per protestare contro il nuovo presidente. Nella Grande Mela, sotto il Trump International Hotel è andata in scena la contro manifestazione d’insediamento, organizzato da molte star. Michael Moore, Cher, Robert De Niro, Mark Buffalo, Alec Baldwin (autore della parodia di Trump fin dalle elezioni) sono alcuni dei vip che si sono alternati sul palco: con loro anche il sindaco di New York, Bill De Blasio, che si è unito alle richieste di far sentire la voce del popolo democratico. “Donald Trump ama spesso dire di aver costruito un movimento. Bene, ora è tempo per noi di creare il nostro movimento. Inizia stanotte ed è di tutto il paese, ora, domani e nei giorni a venire”.
Tafferugli si sono registrati invece a Washington tra manifestanti e la polizia all’esterno del National Press Club sulla 14esima strada, dove si stava tenendo una riunione dei sostenitori di Trump. Alcuni manifestanti sono entrati nella sala inneggiando slogan come “vergogna” o “nazisti tornatevene a casa” dietro uno schieramento di agenti che separava i due gruppi.
Non sono mancate le proteste nel giorno del giuramento, con le strade di Washington che hanno visto momenti di tensione tra manifestanti e polizia.
In questo caso, l’attesa per il discorso d’insediamento di Trump è tanta. È bastata la pubblicazione di sua una foto sul profilo Instagram intento a preparare il discorso, che il web si è scatenato tra parodie e prese in giro.
Parodie a parte, il discorso è un appuntamento importante per capire come si svilupperà la presidenza Trump, di cosa si occuperà e quali saranno le tematiche fondamentali per la sua azione politica.
La giornata di venerdì 20 gennaio inizia la mattina presto con un servizio religioso alla chiesta episcopale di St John, vicina alla Casa Bianca, a cui Trump prende parte con la moglie Melania, seguito da una colazione con il presidente uscente Barack Obama e la moglie Michelle.
Dalle 9.30 (15.30 italiane) ha inizio la cerimonia di insediamento con le esibizioni musicali: a cantare l’inno nazionale la giovanissima Jackie Evancho, ex concorrente di ‘America’s got talent’, tra i pochi artisti a dire sì al nuovo presidente.
Alle 11.30 (17.30 italiane) tocca a Mike Pence giurare come vice presidente.
Il momento clou è alle ore 12 (le 18 in Italia) con il giuramento di Trump, davanti al presidente della Corte suprema John Roberts: il nuovo presidente giura sulla Bibbia usata dal presidente Abraham Lincoln per la sua inaugurazione e su quella che gli diede la madre nel 1955. Subito dopo, il discorso inaugurale. La banda dei Marine interpreta l’inno presidenziale ‘Hail to the Chief’, poi vengono esplosi 21 colpi di cannone. In seguito, il pranzo offerto dal Congresso.
Questa la formula del giuramento, uguale per tutti i presidenti:
“Io Donald J. Trump giuro solennemente che adempirò con lealtà il ruolo di Presidente degli Stati Uniti, e agirò al meglio delle mie capacità, preserverò, proteggerò e difenderò la Costituzione degli Stati Uniti, per questo aiutami oh Dio”.
La giornata prosegue con la parata lungo i 2,4 chilometri di Pennsylvania Avenue, tra Campidoglio e Casa Bianca a cui prendono parte il presidente e il vice, e si conclude tra le 19 e le 23, ora locale (mezzanotte-5 del 21 gennaio italiane) con la partecipazione delle due coppie presidenziali a tre balli inaugurali ufficiali.
Ultimo tassello, la cerimonia di preghiera interreligiosa alla Washington National Cathedral, in programma sabato 21 gennaio alle ore 16 italiane, con cui si chiudono le celebrazioni.
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