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Categories: Cultura

Insegnanti italiani: sono valorizzati? Un premio al prof migliore

Gli insegnanti italiani, a giudicare anche dagli ultimi sviluppi che ci sono stati sulla riforma della scuola, non sono molto valorizzati. Specialmente se si fa un confronto con gli altri Paesi europei, ci si accorge che le loro retribuzioni sono davvero minime, di fronte ad un lavoro che implica molte capacità. Non si tratta soltanto di fare imparare delle nozioni, ma anche di stimolare tutte quelle opportunità che permettano ai ragazzi di crescere. Una professione difficile, che dà tante soddisfazioni in ambito privato, ma a cui pubblicamente spesso non si attribuisce il merito adeguato.

Eppure esiste un concorso che vuole premiare il professore più bravo del mondo. Si tratta della competizione organizzata dalla Varkey Gems Foundation, pensata appositamente per valorizzare il ruolo dell’insegnante in tutto il mondo. Fra i candidati a ricevere il premio da un milione di dollari, ci sono anche due italiani: Daniela Boscolo, docente di un istituto tecnico della provincia di Rovigo, e Daniele Manni, di Lecce.

Daniela Boscolo

Fra i 5.000 nomi di insegnanti scelti in tutto il mondo c’è anche quello di Daniela Boscolo, una professoressa veneta che insegna a studenti diversamente abili dell’istituto Colombo di Porto Viro. Il comitato l’ha scelta perché l’insegnante ha sperimentato metodi differenti per sviluppare le capacità di interazione degli alunni. Si è avvalsa spesso della collaborazione di aziende e di associazioni locali, per inserire in determinate situazioni alunni che hanno esigenze educative speciali. Per esempio, fra i progetti che ha sperimentato c’è l’iniziativa “Al supermercato dell’integrazione”: all’interno della scuola è stato allestito un vero e proprio supermercato, i ragazzi devono gestirne tutte le fasi, operando tutti insieme, per arrivare ad un’inclusione completa.

Daniele Manni

Daniele Manni insegna informatica all’istituto tecnico Galilei – Costa di Lecce. E’ molto convinto di alcuni valori importante, come la pace, l’inclusione e la tolleranza. Preferisce non attenersi strettamente ai programmi didattici, perché non ama i modelli di insegnamento passivo. Il suo obiettivo è quello di incoraggiare il pensiero creativo, attraverso un’atmosfera di collaborazione. Stimola spesso gli alunni a creare delle startup. Ne sono nate fino ad ora 22 e alcune hanno ricevuto anche dei premi. Per esempio, fra queste, possiamo ricordare l’azienda informatica Island of Host, che si occupa di noleggiare server web. Il suo fondatore, un ragazzo di 16 anni, ha conseguito un premio internazionale.

Giorgio Rini

Giorgio Rini è stato collaboratore di Nanopress dal 2014 al 2017, occupandosi principalmente di politica, cronaca e spettacoli.

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