Una delle voci più controverse dell’attività politica riguarda l’immunità parlamentare. Abbiamo già visto cosa sia e qual è la sua storia, ma ci sono ancora dei punti da chiarire per togliere ogni dubbio. Uno riguarda l’insindacabilità che abbiamo già incontrato sul nostro cammino: cos’è e di cosa si tratta? Soprattutto, perché è materia così importante da essere inserita nel testo della Costituzione? La crisi dei partiti tradizionali ha portato a una nuova visione dei politici, oggi percepiti più come appartenenti a una casta intoccabile che come persone al servizio dello Stato, cioè di tutti noi. L’immunità è però una parte fondamentale della vita democratica di un paese, come lo è l’insindacabilità dei parlamentari: qual è la differenza?
Immunità e insindacabilità non sono la stessa cosa ma sono una parte dell’altra. L’insindacabilità è infatti una delle voci che compongono l’immunità di un parlamentare, insieme all’inviolabilità, ma che cos’è esattamente?
A venirci in aiuto è la Costituzione, precisamente l’articolo 68 che definisce cos’è l’immunità ed elenca i diritti davanti alla legge degli eletti in Parlamento. Il primo comma recita che “i membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell’esercizio delle loro funzioni“: è esattamente questo che si intende quando si parla di insindacabilità dei parlamentari.
Si tratta di una situazione giuridica davanti alla legge che riguarda la funzione e non la persona in sé, cioè che protegge il ruolo di parlamentare e non il singolo in assoluto. In pratica, ogni parlamentare non può essere perseguito per le opinioni espresse e i voti dati nell’esercizio delle sue funzioni, anche quando è cessato dalla carica.
L’insindacabilità è alla base stessa del ruolo del parlamentare in una democrazia, tanto che in molti vedono il suo atto costitutivo nel Bill of Rights, documento stilato dal parlamento britannico nel 1689, ed è la base del funzionamento di tutte le moderne democrazie. Rimanendo in Italia, l’insindacabilità era già presente nello Statuto Albertino, la prima carta costituzionale del Regno d’Italia e archetipo della nostra attuale Costituzione. L’articolo 51 recitava che “i Senatori ed i Deputati non sono sindacabili per ragione delle opinioni da loro emesse e dei voti dati nelle Camere”.
L’insindacabilità altro non è che il diritto alla libertà di parola e di voto di ogni parlamentare, ma ciò non significa che un parlamentare non debba rispondere delle sue parole, come dimostra la necessità del nesso funzionale per l’attuazione dell’immunità. Proprio perché l’immunità copre la funzione, l’insindacabilità è riferita solo a quanto detto (e votato) nelle funzioni di parlamentare e non come singola persona.
PERCHÈ È COSÌ IMPORTANTE: La difesa delle opinioni e del voto di ogni eletto in Parlamento è il fondamento di ogni democrazia: senza parlamentari liberi non si può avere uno Stato libero. Una delle prime tutele che ogni democrazia ha assicurato ai suoi rappresentanti è avere la libertà di svolgere il proprio mandato, anche senza alcun vincolo di mandato. Questo è fondamentale soprattutto per l’opposizione che non può essere perseguita solo perché dice cose diverse dalla maggioranza e spesso vota contro. Una delle prime fasi di transizione da un regime democratico a uno autoritario è proprio la limitazione dell’insindacabilità, come sta avvenendo nella Turchia di Recepp Tayyp Erdogan, dove deputati dell’opposizione curda vengono arrestati per “dichiarazioni contro lo Stato”.