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Intelligence U.S.A.: interferenze russe nella politica internazionale

Un rapporto dei servizi segreti degli Stati Uniti dimostra una serie di interferenze e finanziamenti illeciti da parte del governo russo verso partiti politici ed esponenti istituzionali al fine di favorire le mire espansionistiche di Mosca su quelle aree.

Il presidente russo Vladimir Putin – Nanopress.it

Seppure nella parte dell’inchiesta resa pubblica non siano riportati né i Paesi né i partiti destinatari dei fondi, questi ultimi dovrebbero ammontare a circa 300 milioni di Dollari e sarebbero stati elargiti a partire dal 2014 verso nazioni europee, africane e del Sud-Est asiatico.

Le interferenze russe nella politica mondiale

Un rapporto dell’intelligence U.S.A. inviato questa settimana alle ambasciate dei vari Paesi alleati alla superpotenza americana rivelerebbe un’ipotesi che non risulta difficile da credere: la Russia avrebbe finanziato sottobanco partiti politici ed esponenti pubblici vicini agli interessi russi in politica internazionale.

I capitali avrebbero cominciato ad affluire dal 2014, data simbolo per il progetto neo-zarista di Putin. Proprio in quell’anno la Federazione Russa, con un’incursione lampo, strappa la Crimea dal controllo di Kiev riportando la penisola sotto il dominio diretto del Cremlino.

È l’avvio di una politica estera spregiudicata di Mosca, l’incipit di quella che vorrebbe essere nella testa di Putin la rinata potenza russa.

Dal 2014 seguiranno interventi in Siria, Libia, vari stati sub-sahariani, Armenia, Kazakistan ed infine Ucraina. Laddove le truppe russe sono giunte, più o meno invitate dai governi di quei luoghi per questioni di sicurezza, è probabile che flussi di denaro abbiano accompagnato o preceduto l’intervento dei cosiddettiomini verdi”, le truppe speciali moscovite.

La strategia di finanziamento tuttavia non riguarderebbe solo quei territori nei quali vi è stato un intervento diretto delle forze russe: le manovre di destabilizzazione, propaganda e guerra asimmetrica a cui i fondi sono destinati avrebbero riguardato anche Paesi da influenzare per favorire un consenso internazionale all’operato russo, o comunque per andare a sfilacciare e compromettere l’unità degli schieramenti opposti alle intenzioni russe di dominio globale.

Un esempio su tutti di questa seconda tattica di intervento è l’intromissione di hacker ed influencer russi o foraggiati dai russi durante le elezioni presidenziali U.S.A. del 2016, quando il Cremlino sembrerebbe abbia avuto un ruolo nell’assecondare l’elezione di Donald Trump, candidato con posizioni decisamente concilianti verso il regime di Putin.

I russi, le destre, l’Italia

In tal senso i denari russi sarebbero stati principalmente destinati a partiti di destra ed estrema destra, per varie ragioni. Innanzitutto una maggior consonanza ideologica: Putin regge uno stato parafascista, totalitario nella concezione di vita socialmente consona e fortemente militarista, votato all’uso politico della violenza.

Il Rublo russo ed il Dollaro statunitense – Nanopress.it

In secondo luogo partiti anti-istituzionali ed anti-americani, come spesso sono le formazioni di estrema destra, significano per Mosca la possibilità di irretire con soldi sottobanco gruppi che di fatto già si prodigano per una visione del mondo che, se non è esplicitamente filorussa, sicuramente aiuta e non contrasta con le mire egemoniche del Cremlino.

L’annuncio del report ha scosso molte cancellerie europee ed in particolare quella italiana, anche qui per una serie di congiunture: Paese nel pieno di una campagna elettorale per il rinnovo dell’esecutivo, diffuso ma recondito sentimento sociale pro-Russia, partiti in costante ricerca di fondi poiché non finanziati dallo stato, probabile vittoria di una coalizione di destra affine al tradizionalismo confessionale di Mosca, presenza in quella coalizione di partiti almeno in passato vicini al leader del gigante euro-asiatico.

Insomma una notizia per certi versi scontata, eppure fondamentale per far mantenere la guardia alta, specie in uno stato che deve decidere del suo prossimo futuro come l’Italia.

Tommaso Corleoni

Classe 1995, laureato magistrale in filosofia, mi appassiona capire la realtà e comprendere la complessità dei problemi umani. Mi interesso soprattutto di politica, esteri, economia, cultura e società, ma non disdegno ogni informazione possa aiutarmi a muovermi con consapevolezza nel quotidiano.

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