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Tecnologia

Intelligenza artificiale per individuare il cancro ed elaborare terapie

Rintracciare i tumori grazie all’intelligenza artificiale: lo studio compiuto da Antonio Iavarone e Anna La Sorella del Sylvester Comprehensive Cancer Center della Miller School of Medicine dell’Università di Miami.

Risonanza magnetica – Nanopress.it

Lo studio, publicato su Nature Cancer da Antonio Iavarone e Anna Lasorella, getta nuove basi per la medicina di precisione, grazie all’individuazione dei tumori, attraverso un algoritmo che li trova in tempo. Grazie all’intelligenza artificiale, dunque, si possono elaborare terapie mirate.

Intelligenza artificiale per individuare e combattere i tumori maligni

Grande passo in avanti quello compiuto da Antonio Iavarone e Anna Losorella nel campo della medicina di precisione.

In uno studio, pubblicato sulla rivista Nature Cancer, infatti, il gruppo del Sylvester Comprehensive Cancer Center della Miller School of Medicine dell’Università di Miami ha presentato un algoritmo in grado di individuare un eventuale tumore, per poi individuare la migliore terapia per combatterlo, grazie all’intelligenza artificiale.

L’algoritmo in questione è stato chiamato Sphinks che funge da acronimo di
Substrate Phosphosite based Inference for Network of KinaseS, il quale si occupa dell’individuazione dei tumori maligni e della conseguente ricerca di terapie efficaci che possano debellare il cancro.

Come spiega Iavarone, tramite l’uso dell’algoritmo e dell’intelligenza artificiale, dal punto di vista medico è possibile procedere alla combinazione dei dati rilevati da diverse “piattaforme di analisi di proteine tumorali” e delle relative modifiche al fine di “individuare gli enzimi“, nello specifico chinasi, che mostrano i “segni distintivi delle cellule maligne“.

Tumore al cervello- Nanopress.it

Le modalità della ricerca rivoluzionaria

Si tratta, dunque, di una vera e propria novità in campo medico. I relativi studi, però, non si svolgono in laboratori tradizionali, bensì in uno spazio “computazionale“, definito Dry Lab (contrario di Wet Lab), nel quale è possibile connettersi “a grandi reti“.

In questo specifico posto gli aggregati di cellule hanno il compito di riprodurre “i tumori in miniatura” che sono denominati “organoidi“. Il gruppo di ricerca lavora, a questa importante innovazione in campo medico, da circa dieci anni.

Non è la prima volta che il ricercatore Iavarone presentava un proprio algoritmo. Il primo, infatti, aveva la capacità di riconoscere il glioblastoma mitocondriale, un tumore per il quale sono state elaborate diverse terapie, a differenza di altri tumori di natura maligna per i quali non è stato ancora definito un percorso terapeutico.

Il nuovo algoritmo Sphinks si occupa precisamente dei tumori difficilmente individuabili, identificando, a tal scopo, le “chinasi fondamentali” che differiscono per i tre gruppi.

Daniela Caruso

Laureata in Culture Digitali e della Comunicazione e in Comunicazione Pubblica, Sociale e Politica, da diversi anni lavoro nel mondo digitale. Appassionata di disegno, canto, viaggi e di prodotti di bellezza.

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