Il Sassuolo e l’Inter lasciano l’Europa League senza neanche superare i gironi. Con una partita ancora da giocare. Ma c’è chi esce a testa alta, consapevole di aver fatto il possibile e di aver acquisito esperienza internazionale importante, e chi invece aggiunge vergogna a vergogna, facendo rimontare dagli israeliani del Beer Sheva, dopo essere stato avanti 2-0.
Chi esce con onore è naturalmente il Sassuolo di Eusebio di Francesco che, anche sull’infuocato campo dell’Athletic Bilbao, ha lottato fino alla fine, mettendo paura ad Aduriz e compagni. Un gol subito, poi la rimonta subita e l’ultimo colpo di coda di Ragusa (2-3) che fa soffrire fino alla fine gli spagnoli. Restano, in questa edizione di Europa League, imprese gratificanti per la squadra Mapei, come il 3-0 alla Stella Rossa e il pari di Belgrado nel preliminare, il 3-0 rifilato proprio ai baschi all’andata, nei gironi. Con un po’ più di pelo sullo stomaco e con Berardi, probabilmente, il Sassuolo avrebbe potuto conquistarsi i sedicesimi di finale. In un girone non facile ma neanche impossibile, con Bilbao, Lucerna e Genk.
Stefano Pioli si ritrova invece con la prima grande delusione sulla panchina dell’Inter. Perde 3-2 in Israele, dopo l’illusorio 2-0 firmato da Icardi e Brozovic nella prima mezz’ora. Bisognava vincere per non rendere inutile l’ultimo turno, il Biscione è riuscito a suicidarsi nel secondo tempo, con il 3-2 nei minuti di recupero. Ma anche con l’espulsione di Handanovic e quella dose di follia e pressapochismo che ormai contraddistingue da tempo l’Armata nerazzurra.
Il 2-2 nel derby aveva illuso. Pure l’inizio con il Beer Sheva. Poi, il patatrac. Il girone era assolutamente alla portata dell’Inter, che addirittura veniva data tra le favorite per la vittoria finale della competizione. C’erano gli israeliani (che hanno fatto 6 punti su 6 contro la nostra squadra), lo Sparta Praga e il Southampton. Prima con De Boer, poi con Vecchi e infine con Pioli, Miranda e compagni hanno conquistato solo un successo e ben quattro sconfitte. Vittoria arrivata, tra l’altro, con il tecnico ad interim Vecchi.
Le accuse fioccano dopo il cambio di tecnico. Squadra di giocatori presuntuosi, un capitano come Icardi che segna, ma che non piace per gli atteggiamenti fuori dal campo, calciatori ma non uomini (e qui la colpa sta in chi li acquista). Società lontana. Inter guazzabuglio di nazionalità, in cui nessuno gioca per gli altri. Neanche i leader della vecchia guardia. Ne avrà di lavoro da fare, Pioli, sempre che glielo lascino fare.
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