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Interferenze (Rai Storia, ogni domenica, 21.30), è il nuovo programma di Erika Brenna (già tv analyst a Tv Talk su Rai 3), prodotto dalla Stand By Me di Simona Ercolani per il canale 50 del digitale terrestre. Per capirci: Simona Ercolani è colei che firma Sconosciuti a Rai 3, o Life, su Rete 4. L’inedito esperimento del piccolo schermo svela la tv fatta di staffette. Nell’anno televisivo che ha rispolverato la conduzione a rotazione, il programma tv cerca di capire da dove viene anche questa abitudine. Nulla di nuovo.
Nel 1994, la staffetta o – se volete – la conduzione a rotazione, che per esempio Zelig porterà in onda ad ottobre 2014, esisteva già.
La prima ci fu a Luna Park, il programma di Rai 1 contro La ruota della Fortuna di Mike Bongiorno a Mediaset, allora Fininvest, e che tra gli altri vedeva alternare alla conduzione Paolo Bonolis, che dall’anno scorso ha rispolverato questa strategia per il suo Avanti un altro, sostituito dal collega Gerry Scotti.
Al cambio dei presentatori, cambiavano anche gli ascolti – che in quel periodo cominciarono a voler dire qualcosa in più di semplici numeri perché la sfida tv diventava a due e non più solo con se stessi – e questo, ammette Bonolis, “faceva rosicà un po’ Pippo” Baudo, che nella puntata del giorno successivo totalizzava meno seguito dell’attuale pupillo di Lucio Presta.
Erano gli anni ’90: nasceva una primordiale strategia palinsestuale. Per capirci, la fascia del cosiddetto access prime time (quella attualmente occupata da Affari tuoi a Rai 1 o da Striscia la notizia a Canale 5) veniva ‘riempita’ più “per riscaldare i motori” in vista della prima serata, come ci ricorda a Rai Storia l’esperto tv Giorgio Simonelli, piuttosto che per fare un programma per il gusto di farlo.
Erano gli anni della Legge Mammì: quando fu promulgata, sancì di fatto la creazione del primo duopolio televisivo. La Rai, un’azienda culturale pubblica doveva scontrarsi con Fininvest, l’antenata di Mediaset. Il Servizio pubblico doveva essere “acceso” anche d’estate perché la concorrenza si faceva spietata. La sfida per eccellenza era tra Luna Park (con la staffetta di conduttori a Rai 1 e gli ascolti crescenti di Mike Bongiorno, a Canale 5 con la Ruota della fortuna.
Di lì a breve, il mercato televisivo cominciava a farsi più intrigante: Beato tra le donne condotto da Bonolis passava dalla Rai a Mediaset, per poi ritornare in onda nuovamente sulla prima rete del Servizio pubblico.
Erano gli anni dei grandi ascolti, non così frammentati come lo sono ora (da quando sulla scena televisiva è arrivata la programmazione televisiva del digitale terrestre con nuovi canali, e la nascita delle reti tematiche).
Come racconta Interferenze, il bacino di pubblico televisivo era più ampio. Furono in 11.407.000 telespettatori a seguire Scommettiamo Che, 10.736.000 fecero lo stesso con Buccia di Banana, il Bagaglino a Rai 1, altri 9.927.000 si incollarono al televisore per Alberto Castagna e il suo Stranamore, così come per Scherzi a Parte a Canale 5 (9.293.000 telespettatori) e la fiction Rai Amico Miocon Massimo D’Apporto, che ottenne un seguito da 9.171.000 telespettatori.
Erano anche gli anni della Luna Nera, la chiromante ingaggiata a Luna Park, il cui successo popolare (“divenne un modo di dire, un intercalare”, come ricorda Milly Carlucci tra i conduttori del programma), fu preludio per uno dei primi spin-off della tv, La zingara.
Un personaggio che abbiamo probabilmente rivisto, seppur in altre forme, con Costantino Della Gherardesca che, a Markette con Chiambretti, rispolverò i cosiddetti tarocchi. Come la chiromante che riuscì ad avere un programma tutto suo, così forse Costa è approdato a Pechino Express in prima serata. Niente paura per gli altri anni: ogni domenica c’è Interferenze, racconterà la tv fino ai giorni d’oggi e chissa che – quasi con profezia facile – non ci anticipi qualche nuovo scenario televisivo, che potrebbe ripetersi. Nel tempo, negli anni.