Quanto tempo spendiamo a navigare online? Sempre più minuti, anzi, sempre più percentuale della giornata, tanto che – secondo quanto confermato dal nuovo rapporto Ofcom, in dieci anni si è raddoppiato lo spazio dedicato. Lo riferisce il nuovo documento “Adults Media Use and Attitudes Report 2015” che riguarda certo solamente il Regno Unito, ma che si può verosimilmente estendere anche al resto del mondo. Anzi, non ci sarebbe da stupirsi se il dato riferito al nostro paese sia ancora più ingente e eclatante. Scopriamone di più, ci sono numeri e percentuali molto interessanti.
Il report è stato redatto dall’Ofcom, che è l’autorità competente e regolatrice indipendente per le società di comunicazione nel Regno Unito, e ha paragonato i dati registrati dieci anni fa con gli ultimi che sono stati comunicati. Inevitabilmente, con l’aggiunta di diversi servizi e modalità di intrattenimento online, le esche che disintegrano la produttività a favore della distrazione sono aumentate in modo esponenziale e ormai inarrestabile. Dai video in streaming grazie a Youtube e compagni ai giochini, dalla musica agli articoli passando dal VoIP e ai social network, il vero buco nero. Premesso questo, quali sono i numeri?
La media del 2014 è di 20 ore e 30 minuti a settimana, con alcune parti del web che hanno registrato un aumento addirittura del triplo rispetto al 2007. Sono stati presi a campione ben 1890 individui di differente sesso, stato sociale, lavoro e background così da poter formare una popolazione attendibile, dai 16 anni in su. L’incremento più importante è nella fascia tra 16-24 anni con un +270% da 10 a 27 ore settimanali. I tablet sono i maggiori indiziati dato che nel 2010 erano al 5% della penetrazione mentre ora sono al 39%, ma non si devono dimenticare smartphone e tariffe sempre più convienti.
Le percentuali parlano da sole visto che si è passati dal 30% del 2010 al 66% nel 2014 con un uso in mobilità da 30 minuti di 10 anni fa a 150 minuti di oggi. Il 25 per cento degli internauti utilizza servizi in streaming, soprattutto nella fascia più giovane. Triplicato l’uso dei social network. In tutto questo c’è ancora parecchia imperizia con il 68 per cento degli utenti che non si fa nessun problema a immettere informazioni personali online. Come sempre, la prudenza deve sempre essere messa in primo piano, anche quando si cazzeggia, ma spesso si impara troppo tardi.
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