“Cacciare Totti da Trigoria è come cacciarlo da casa sua. Spalletti si è comportato da piccolo uomo. Pallotta? E’ meglio che prima di parlare, ragioni”. Ilary Blasi fa il ‘regalo’ di compleanno in anticipo al marito, con un’intervista esclusiva alla ‘Gazzetta dello Sport’ in cui difende a spada tratta il capitano della Roma e attacca tutto l’ambiente giallorosso. Già in ebollizione dopo l’1-3 subito in casa del Torino: “Che regalerò a Francesco per il suo compleanno? Innanzitutto si ritroverà questa intervista. Lui non sa niente e io non glielo dico. Mi raccomando, scrivete che è tutta farina del mio sacco”.
Ed eccola la ‘farina’ della conduttrice del ‘Grande Fratello Vip’: “Spalletti subisce il mio Francesco: è un piccolo uomo. Non critico la scelta tecnica, critico il comportamento umano e Spalletti è stato un uomo piccolo. Si poteva essere più delicati. Spalletti certamente non lo è stato. Le persone io le giudico anche da questo: voto molto basso”. Il riferimento è alla cacciata dal ritiro dell’anno scorso, dopo che il numero 10 aveva rilasciato un’intervista alla Rai: “Allontanare Francesco da Trigoria è stato come cacciarlo da casa sua. Nell’intervista ‘incriminata’, Totti aveva chiesto soltanto il rispetto che non stava ricevendo. Io di calcio non capisco nulla, ma è stato surreale. Fantascienza, non ci potevo credere. Appena tornò, gli dissi: stasera si va allo stadio, dobbiamo essere là. L’ovazione? In quei momenti i tifosi c’erano, non l’hanno abbandonato”.
Non si salva neanche la proprietà, nella persona di Pallotta: “Diceva che il corpo di Totti non fa più ciò che la mente dice? Gli rispondo: sì, però la mente deve ragionà prima de parlà. Con i Sensi aveva un altro tipo di rapporto, era un figlioccio, ma quella era una conduzione più familiare, mentre questa è più imprenditoriale”. Poi il mirino torna sul tecnico: “A parole, Spalletti dice cose stupende, a parole…Invece lo subisce. Spalletti non ha saputo guidare Francesco in un percorso umano. Francesco non è uno polemico, lui parla quando tocca la palla. A casa, per esempio, non ‘porta’ niente, ma da febbraio a maggio la cosa era talmente grossa. Era un momento delicato, non si fa così. Non ha mai chiesto di giocare, si è sempre messo seduto con umiltà ad aspettare. E’ giusto proiettarsi nel futuro e provare a fare grandi cose anche senza Totti, ma mi sembra che alla Roma rimanga ancora difficile”.
Il futuro, a questo punto, è lontano dalla capitale, anche se si parlava di un altro anno di matrimonio tra il capitano e la Roma: “Seguirei Francesco anche all’estero. Usa o Arabia è uguale, tanto sarebbe per poco tempo”.