Udienza al Tribunale di Velletri per il caso della piccola Lavinia Montebove, la bimba investita da un’auto nel parcheggio dell’asilo nell’agosto del 2018.
Da allora la bimba è in stato vegetativo e le speranze che qualcosa possa evolvere o cambiare sono praticamente pari a 0. Quella drammatica mattina, stando alla testimonianza della donna che l’ha investita – mamma di un’amichetta di scuola di Lavinia – la bambina era sola nel parcheggio.
Era la mattina del 7 agosto 2018, quando – tra le 9:40 e le 9:50 – si verificò la tragedia. La piccola Lavinia Montebove, 18 mesi, venne investita da un’auto mentre si trovava nel parcheggio dell’asilo che frequentava in quel periodo a Velletri, provincia di Roma.
A investirla, durante una manovra in retromarcia, la mamma di una sua amichetta di scuola, che non si era accorta della presenza della piccola, che pare stesse gattonando al momento dell’incidente.
La situazione apparve subito molto grave e da allora, per Lavinia e la sua famiglia, il tempo sembra essersi fermato. Da quel drammatico giorno, la bambina è in stato vegetativo e le speranze che il quadro clinico possa evolversi sono ormai nulle.
Ieri mattina – 12 settembre – si è tenuta l’udienza del processo in merito al caso della piccola Lavinia Montebove, al Tribunale di Velletri.
Presente in aula c’era la donna che 4 anni fa investì la bambina, durante una manovra con l’auto. Assente invece – per problemi di salute, come documentato dalla sua legale – la maestra che quella mattina avrebbe dovuto sorvegliare la bambina e che è accusata di omissione di soccorso.
Stando al racconto dell’imputata, la piccola Lavinia era fuori visuale, visto che stava gattonando nel parcheggio della scuola.
In un attimo la tragedia: durante la manovra di retromarcia, la bambina fu investita dall’auto. Immediatamente soccorsa, in 6/7 minuti era arrivata in ospedale. Di lì a poco sarebbero arrivati acne i suoi genitori, che da allora si sono sempre battuti perché venisse fatta giustizia.
Da quel 7 agosto di 4 anni fa, la sua vita è cambiata per sempre e quella bambina che muoveva i suoi primi passi, oggi, purtroppo, non c’è più.
L’imputata ha poi riferito in aula che il cancelletto della scuola era aperto, ma sulla porta d’ingresso all’asilo non ricorda con esattezza. Sarà la testimonianza della maestra – anche lei imputata nel processo – a chiarire cosa sia davvero accaduto quella mattina.
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