Autore britannico particolarmente apprezzato nel nostro paese, Jonathan Coe ha fatto tante cose prima di diventare scrittore: docente di poesia inglese all’università di Warwick, compositore di musica jazz, correttore di bozze e giornalista.
Nei suoi romanzi, a partire da La famiglia Winshaw del 1995 fino all’ultimo libro appena uscito, Io e Mr Wilder, un sottile filo rosso lega vicende e personaggi, situazioni e piani temporali diversi: la ricerca della propria identità, il viaggio faticoso che l’essere umano intraprende per arrivare finalmente ad avere una piena coscienza di sé.
I personaggi di Coe tornano spesso da un romanzo all’altro per riprendere in mano le fila di quella ricerca, come se alla fine fossero tutti personaggi di un unico, solo e grande romanzo.
I temi trattati da Coe sono sempre attuali (il razzismo e la Brexit, solo per citarne alcuni) e rivelano uno sguardo attento e lucido sulla realtà circostante che a volte sembra quasi prendere il sopravvento. Un reale complesso in cui tragedia e commedia talvolta arrivano a toccarsi, luci e ombre si affollano a caratterizzare uno stesso personaggio o una medesima situazione.
Il tutto attraverso una vena ironica che costituisce una sorta di filigrana riconoscibile in tutte le opere dello scrittore inglese e che è strumento privilegiato da Coe per indagare il caos che è la vita.
Una lettera d’amore al cinema: così il The Guardian definisce l’ultimo libro di Jonathan Coe, Io e Mr Wilder. La vicenda si snoda tra passato e presente, tra Londra, Los Angeles, la Grecia, Monaco e Parigi.
La protagonista, Calista Frangopoulou, ricorda un suo viaggio in America negli anni ’70 e l’incontro fortuito con una delle figure più importanti del ‘900, Billy Wilder. Il romanzo sovrappone la formazione di Calista e la riflessione nostalgica dell’autore sul passato grazie alla consueta cifra stilistica di Coe, che riesce a far coesistere mirabilmente leggerezza e profondità.
Il ritratto immaginario del grande genio di Wilder che emerge da Io e Mr Wilder non può non confrontarsi con la storia del Novecento: l’ascesa al potere di Hitler nel ‘33, l’emigrazione di Wilder nel ’34, l’annientamento della sua famiglia ad Auschwitz.
Questo romanzo, in fondo, non è solo una lettera d’amore al cinema.