C’è un’app chiamata GrabMe che non è stata approvata né lo sarà mai, che sfrutta la vanità sui social network per dare una mano ai ladri: quando si condividono pubblicamente foto o informazioni sull’essere fuori casa per vacanza, lavoro o altro, questo software raccoglie tutti i dettagli e li rivela ai malintenzionati, che potranno svaligiare l’appartamento in tutta tranquillità. Per ora il sito del progetto è stato bloccato, ma la precauzione è sempre la solita ossia non condividere troppo sulla propria vita privata. Ma c’è un altro stratagemma che i pirati informatici – hacker, anche se non è il termine esatto – utilizzano per estorcere soldi ai poveri malcapitati hitech.
AGGIORNAMENTO: era un fake, ma solleva importanti questioni legate alla sicurezza, scopriamone di più dopo il salto
Certo, sarà stata anche una bufala quella di GrabMe ma ha sollevato la questione della facilità con la quale i ladri possono recuperare informazioni personali. A proposito di questo, sfruttando la funzione Trova il mio iPhone alias Find my Phone, bloccano da remoto il melafonino e lasciano un contatto che dev’essere richiamato per concordare un pagamento per attivare nuovamente il dispositivo. Sì, è un riscatto in piena regola, che consente ai cybercriminali di raggranellare qualche manciata di decine di euro senza troppa fatica. Come riconoscere queste truffe e soprattutto come comportarsi nel caso in cui si venisse aggirati come vittime? Le autorità danno un’indicazione molto semplice: non pagate. L’azione migliore è quella di contattare immediatamente le autorità e di riferire del guaio capitato, sapranno benissimo come aiutarvi. Tutto nasce grazie alla speciale funzione “Find my iPhone” (Trova il mio iPhone) che consente – in caso di furto o di smarrimento – di bloccare il dispositivo così da un lato da evitare che venga utilizzato dai ladri e dall’altro di lasciare un messaggio sperando nella buona fede di chi lo trova, che può così chiamare il proprietario e organizzare la consegna. Ovviamente in questo caso si usa una funzione potenzialmente salvifica per scopi indebiti.
Si arriva anche a 100 euro di riscatto e la moda è purtroppo sempre più diffusa soprattutto oltre Manica in Gran Bretagna, come svela il Telegraph, ma altri episodi del genere sono stati registrati anche in Australia con sempre vittime i cittadini britannici dunque sembra che i cybercriminali vengano proprio da quella zona. Per la precisione c’è un utente che si chiama Oleg Pliss che si appoggiava a un’utenza di PayPal sulla quale riceveva il denaro versato. Con questo stratagemma ha ricavato qualche migliaia di sterline facilmente, anche se non è ancora chiaro in che modo e con che mezzi.
IL PERICOLO PER IPHONE ARRIVA ANCHE DALLE APPS
Alcune vittime avevano contattato l’assistenza Apple che a sua volta si è rivolta direttamente alle autorità per girare tutte le informazioni necessarie alla cattura del criminale. Si è poi deciso di diffondere questo allarme tramite il sito governativo australiano “’Stay Smart Online”, che appunto si occupa di truffe telematiche e si è riuscito abloccare il criminale e allo stesso tempo a fornire tutta l’assistenza necessaria affinché si potesse recuperare il controllo del dispositivo bloccato. Come sempre la miglior arma contro le truffe rimane sempre il buon senso.