Il columnist del Financial Times, Gideon Rachman, ha ragionato a lungo sui probabili scenari di un ritorno del Regno Unito all’interno dell’Unione Europea.
Ecco quali potrebbero essere le numerose variabili di gioco e i precedenti già avvenuti in passato.
In molti stanno ipotizzando che il Regno Unito in futuro possa decidere di fare un passo indietro andando così a cancellare la Brexit.
Attraverso i sondaggi è possibile venire a conoscenza del fatto che la maggior parte dei britannici affermano che sia stato un errore uscire dall’Unione Europea e che attualmente la loro scelta sia diversa.
A Londra l’opinione che domina su tutte è che, almeno per una generazione, questa decisione non cambierà.
Un’affermazione che può essere giustificata in due modi diversi in quanto, da una parte non si vuole dividere ancora una volta il paese attraverso una scelta mentre dall’altra si vogliono evitare tutte le difficoltà legate alla negoziazione con Bruxelles per rientrare nell’Unione Europea.
A questo punto una domanda che molti si pongono è se sia da escludere il fatto che gli inglesi decidono di rimangiarsi la Brexit.
Ne ha parlato a lungo Gideon Rachman, uno dei più autorevoli columnist del Financial Times.
Quest’ultimo afferma che una possibilità, seppur piccola, attualmente esiste andando così ad analizzare i vari scenari probabili.
Inoltre, durante questa settimana, la stampa anglosassone ha parlato a lungo di una svolta tra l’Unione europea e la Downing Street per quanto riguarda una trattativa sugli accordi post Brexit portati avanti in Irlanda del Nord.
Dopo che sono passati 7 anni dal referendum del 2016, all’interno della quale fu approvato con una percentuale del 52% la divisione del Regno Unito dall’Europa, l’opinione pubblica attualmente attualmente ha cambiato idea.
Infatti, il 60% dei cittadini affermano che all’epoca scegliere la Brexit è stato un errore e che, se ne avessero la possibilità, decidessero di fare un passo indietro e ritornare dell’Unione Europea.
Ovviamente le motivazioni non sono difficili da comprendere, proprio come sottolinea il commentatore del quotidiano.
All’epoca la Brexit fu presentata come un modo perfetto per controllare l’immigrazione e rendere migliore la sanità pubblica.
Non mancavano infatti numerosi bus che nel 2016 circolavano con una scritta sulla loro fiancata: “Daremo 350 milioni di sterline in più alla settimana al National Health Service”.
Nonostante queste promesse, l’Nhs non è entrato in possesso di quei soldi che, in base alle promesse fatte dai brexitiani, dovevano essere spostati dei fondi destinati all’Unione Europea.
Attualmente l’immigrazione risulta essere un problema molto alto in quanto il flusso ormai proviene da numerose regioni del mondo.
A questa situazione si aggiunge poi la recessione con un’inflazione che è arrivata alle stelle.
Inoltre, in base alle previsioni del Fondo Monetario Internazionale, quest’anno l’economia della Gran Bretagna sarà una delle più deboli dell’intero mondo industrializzato.
Quindi, uscire dall’Unione Europea, per la Gran Bretagna ha portato soltanto danni.
I conservatori che attualmente vedono alla guida Rishi Sunak, attualmente non hanno fatto accenno in nessun modo di voler tornare indietro mentre il partito laburista afferma soltanto di essere intenzionato a fare in modo che la Brexit funzioni, cercando di tenere sotto controllo le tensioni.
Keir Starmer, il leader del Labour, afferma che è sua priorità cercare di riconquistare la fiducia degli elettori di sinistra che all’epoca votarono per la Brexit.
“E’ più facile imbrogliare la gente che convincere la gente che è stata imbrogliata” sono queste le parole di Mark Twain.
A questo riguardo Rachman risponde che riuscire a fare in modo che la Brexit funzioni porterà soltanto dei piccoli progressi ma non riuscirà a riparare a tutti quei danni che l’economia britannica ha subito.
Numerose sono le tesi secondo cui l’Europa non abbia preso di buon occhio la decisione del Regno Unito di uscire al punto che, nel momento in cui decida di fare un passo indietro, quest’ultima sia addirittura contraria.
Delle voci che hanno voluto smentire i leader dell’Unione Europea attraverso diverse dichiarazioni.
L’ex capo negoziatore della Ue, Michel Barnier, afferma che se il Regno Unito scelga di tornare nell’Unione Europea, la porta è aperta in qualsiasi momento.
Colui che un tempo presiedeva il comitato sulla Brexit, Guy Verhofstadt, la settimana passata su Twitter ha scritto “Il mio sogno è che tra cinque anni la Ue abbia due nuovi membri, l’Ucraina e il Regno Unito”.
E’ facile pensare che attualmente Bruxelles non scelga di offrire delle condizioni speciali a Londra nel momento in cui scelga di fare di nuovo il suo ingresso nell’Unione Europea come accadde 50 anni fa.
Inoltre Rachman afferma che l’Unione Europea possa addirittura costringere Londra ad aderire all’Euro.
Ma in che modo potrebbe avvenire questo passo indietro? La prima cosa da fare è che il Lobur riesca a vincere le elezioni del 2024 con una grande maggioranza.
Inoltre, nel 2026 il governo britannico deve organizzare un referendum così che il popolo possa dare il permesso di avviare un negoziato con Bruxelles per fare i loro ritorno dell’Unione Europea.
Attraverso un secondo referendum in seguito si deve approvare l’intesa per il rientro.
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