Il 15% degli italiani con ipotiroidismo possono contare su una novità nella terapia necessaria per curare la malattia. Ce lo spiega Carlo Cappelli, endocrinologo dell’Università degli Studi di Brescia, che fa il punto sulla patologia e sulla sua gestione. Se fino a pochi anni fa i malati di ipotiroidismo dovevano seguire un rigido protocollo negli orari di assunzione dei farmaci, con le nuove terapie possono assumere i farmaci in maniera più semplice. Vediamo come.
I sintomi dell’ipotiroidismo sono noti: i più comuni sono affaticamento, intolleranza al freddo, un improvviso aumento di peso, depressione, dolori muscolari e debolezza. Quando la forma è conclamata, cioè clinicamente manifesta, la diagnosi è semplice. “Ma quando è all’esordio o nelle fasi iniziali bisogna cercare di percepire le piccole sfumature che poi si renderanno manifeste, spiega Cappelli. In Italia è “un problema molto diffuso che colpisce circa il 15% della popolazione, anche a livello mondiale. In genere aumenta con l’età, infatti si passa da tassi di ipotiroidismo bassi nell’infanzia e adolescenza fino a sfiorare il 19-20% sopra i 65 anni”, fa notare l’endocrinologo.
Chi riceve una diagnosi di ipotiroidismo non deve avere alcuna paura, sottolinea ancora l’esperto: “No, assolutamente. Una diagnosi di ipotiroidismo non deve far paura, si tratta di un problema risolvibile con una terapia che è un semplice estratto di tiroide. Si va infatti a somministrare quello che la ghiandola non è più in grado di produrre”. Con il passare degli anni, inoltre, la terapia è migliorata fino ad avere oggi “nuove formulazioni liquide che hanno sicuramente agevolato la compliance del paziente”, afferma Cappelli, che ha condotto uno studio specifico con la levotiroxina liquida. “Questo farmaco – assicura – ha permesso di poter cambiare il modo di assunzione della terapia”.
Fino a prima dello studio ‘Tico’ – acronimo che sta per ‘tiroxina a colazione’ – la levotiroxina doveva essere assunta dal paziente almeno mezz’ora prima della colazione. Anche se poteva essere un’abitudine adottata dal paziente, spesso, per motivi legati agli orari della scuola, ai turni di lavoro, poteva succedere che la terapia non venisse assunta in maniera corretta: “questo comporta una cattiva compliance del paziente”, perché, continua Cappelli: “il target terapeutico non è costante nel tempo e questo ha delle ripercussioni cliniche. Lo studio Tico – spiega – ha dimostrato come la formulazione liquida possa essere assunta direttamente insieme alla colazione e addirittura con la colazione”.
Basta prenderla all’interno di qualunque bevanda, che sia calda o fredda, acida o basica non è importante. “Per il paziente – assicura Cappelli – è come liberarsi da una schiavitù. Ovviamente la formulazione liquida, non risentendo più delle interferenze della colazione, ma nemmeno di farmaci che normalmente si prendono la mattina, come ad esempio quelli per il mal di stomaco, permette – conclude l’esperto – di mantenere stabili e costanti i valori ormonemici nei nostri pazienti”. Una condizione ideale per chi soffre di ipotiroidismo.
In collaborazione con AdnKronos
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