Iran, la ferocia inaudita della repressione attuata dal governo non conosce fine. Ora si apprende di una notizia davvero sconvolgente, che emerge anche grazie al New York Times e vede coinvolta una bambina di 14 anni violentata fino alla morte. Non esiste una morale degna di essere ritenuta tale, o almeno per quanto riguarda le donne, e la crudeltà attuata dalle forze militari governative deve necessariamente finire.
Nonostante sembrava raggiunto un possibile punto di svolta da parte del governo Raisi che ha dichiarato una riforma alle leggi islamiche e soprattutto in merito a quelle di castità e velo, si è trattato soltanto di una presa in giro per spostare l’attenzione e continuare nel mentre a mietere vittime. Le proteste iniziate con la morte di Mahsa Amini stanno rivoluzionando tutt’oggi l’Iran e puntano alla destituzione del governo islamico autoritario e diritti femminili, fino ad oggi completamente negati. Non è semplice però per il popolo iraniano continuare a protestare, dato che il governo controlla e punisce chiunque venga ritenuto dissidente dello Stato. Le guardie della rivoluzione non hanno nessuna pietà, nemmeno nei confronti dei giovanissimi, che vengono presi di mira ripetutamente. I giovani che hanno perso la vita durante le manifestazioni, iniziate a settembre, sono ad oggi 469 e quasi 19.000 sono gli arresti effettuati durante le proteste.
Il popolo iraniano ha cominciato a manifestare dopo la morte di Mahsa Amini, avvenuta per mano della polizia morale che l’aveva in custodia e arrestata a causa del velo indossato male. Durante la sua detenzione le percosse ripetute hanno portato alla sua morte prematura,che è stata la scintilla che ha fatto scoppiare l’attuale rivoluzione in corso.
Il popolo ha deciso di combattere nonostante la paura di ritorsioni familiari ma anche e soprattutto a costo della propria vita. Il mondo intero osserva il governo di Raisi attuare una repressione feroce e che comprende esecuzioni pubbliche ma anche mutilazioni e soprusi da parte della polizia, alla quale lo stesso capo di stato ha dato il via libera.
Secondo il capo di Stato le leggi fondamentali alla base del governo iraniano sono le leggi islamiche e le leggi morali contenute nella Sharia, che per lui sono le uniche possibili in iran. Dopo aver fintamente informato il popolo iraniano e l’occidente del fatto che avrebbero attuato una riforma governativa che sarebbe andata a colpire la polizia morale, poi rivelatosi soltanto una facciata per placare le pressioni provenienti dagli Stati occidentali.
La realtà però mostra uno scenario completamente differente. Le guardie della rivoluzione non hanno nessuna pietà nel ferire giovani donne, nel torturarle ed ucciderle. Nei giorni scorsi è stata uccisa anche la dottoressa trentaseienne che curava i manifestanti feriti dalla polizia governativa. La sua scomparsa era era stata denunciata dalla madre una settimana fa circa e il corpo della figlia le è stato restituito senza vita e con evidenti segni di tortura, nonostante le autorità abbiano attribuito il suo decesso a un incidente stradale.
Una notizia che è emersa insieme a quella dell’uccisione della dottoressa è stata l’arresto dell’attrice iraniana Alidoosti, che i primi di novembre aveva scelto di lasciare il lavoro per stare al fianco della sua famiglia e del suo popolo. Su era mostrata sui social senza velo con la scritta Donna Vita Libertà. Il suo ultimo post sui social risale all’8 di dicembre, dove a seguito della prima condanna a morte, ovvero quella del 23 enne Shekari, ha mostrato il suo dissenso e ha chiesto alle autorità internazionali di non stare a guardare questa carneficina e questo scempio di giovani.
È stata prelevata poi direttamente dalla sua abitazione di Teheran, dopo una perquisizione e tratta in arresto anche se non è ancora emerso dove si trovi realmente. Insieme a lei è stato arrestato anche l’avvocato che seguiva le cause di molti attivisti e giornalisti.
Il governo iraniano sta tentando in tutti i modi, e con tutti i mezzi soprattutto, di fermare il popolo ma sembra che la violenza e la paura non stiano avendo l’effetto sperato. Questo perché il popolo iraniano ha mostrato cosa sia la resilienza e il perseverare per i propri obiettivi.
La notizia che emerge dal New York Times è qualcosa che ha sconvolto l’opinione pubblica internazionale e rivela la crudelta disumana con la quale vengono trattate le donne in Iran punto
Il New York Times rivela una storia davvero dolorosa, uno scempio che non si dovrebbe mai sentire nell’era moderna in cui vivevamo. Si tratta di una quattordicenne iraniana che ha perso la vita e la persa perché a scuola è stata ripresa dalle telecamere di sorveglianza mentre si toglieva il velo e, mediante le immagini, le guardie le rivoluzionarie sono riuscite a scoprire dove si trovasse l’abitazione di famiglia e l’hanno così prelevata.
La madre dopo giorni nei quali non aveva più avuto notizie della figlia, si è rivolta anche a New York Times per denunciare la scomparsa della figlia, ma soprattutto le condizioni nelle quali l’ha rivista senza vita in ospedale.
La ragazzina, poco più che bambina, è stata violentata talmente tanto da provocarle un’emorragia vaginale e ferite tali da causarne la morte. Qualcosa di inaccettabile per il mondo moderno, che necessita di un’azione concreta e che arrivi nel più breve tempo possibile, per evitare queste morti e queste mutilazioni che gettano soltanto il mondo nel buio più totale.
Il New York Times ha rivelato inoltre una vicenda che è emersa direttamente da una ex detenuta nel carcere di Evin a Teheran. Ha svelato di essere stata spiata tramite i social e anche che il governo ha utilizzato il suo account telegram. Ciò che è emerso è stato prima manipolato e poi portato contro di lei come prova schiacciante. Il governo iraniano setaccia costantemente anche ciò che viene pubblicato sul web. Non vengono tollerati episodi discriminatori e diffamatori verso lo stato iraniano.
La libertà d’espressione è completamente fuori controllo e repressa con violenza e coercizione. Le persone vengono individuate anche tramite i loro social media e poi cercate e perseguitate nel mondo reale.
Le associazioni per i diritti umani stanno spingendo ogni autorità internazionale a fermare la carneficina e soprattutto ad imporsi per evitare le 39 condanne a morte già stabilite. Anche gli Stati come ad esempio la Germania e l’Italia hanno offerto il proprio impegno politico per cercare di salvare manifestanti dalla morte. Il capo di Stato iraniano Raisi, però, sembra lontano dal voler interrompere la repressione ma anzi il suo scopo è quello di sedare completamente le proteste e a qualsiasi prezzo, nonostante le imposizioni dell’occidente. Occidente che, secondo l’Iran, è responsabile della rivoluzione iraniana e del fomentare una campagna di odio e diffamazione nei confronti della Repubblica islamica iraniana.
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