L’Iran è stato sorpreso da un attacco attuato mediante droni, che ha colpito un obiettivo dove notoriamente si producono componenti militari. Il ministro della Difesa iraniano ha spiegato che sono avvenuti diversi attacchi di droni contro un impianto militare nella città centrale di Isfahan.
Ovviamente intorno alla questione, oltre alle insinuazioni e ai dubbi del governo iraniano, sono emerse ipotesi anche da parte delle autorità internazionali e ciò che è emerso tra le varie teorie proposte dai media comprenda la paternità dell’attacco d’Israele che ha appena concluso le esercitazioni congiunte con gli Stati Uniti, ma anche la possibilità che si tratti di un attacco mirato a distruggere i droni destinati alla Russia per poi arrivare in attacco in territorio ucraino.
L’attenzione è massima e la comunità internazionale osserva molto attentamente l’evolversi della situazione e la paura che emerga un nuovo conflitto e qualcosa di concreto. Nonostante questo momento di tensione, dovuto all’attacco ricevuto in territorio iraniano il governo di Raisi non rinuncia a una repressione importante e continua a sedare violentemente con ferocia le manifestazioni del popolo iraniano.
Ormai giunte al quarto mese di protesta il popolo ha indetto una vera e propria rivoluzione iraniana dopo la morte di Mahsa Amini, avvenuta per mano della polizia morale il 16 settembre dopo essere stata arrestata per aver indossato male il velo. Le autorità iraniane avvisano che nel caso in cui le nazioni occidentali dovessero realmente inserire le guardie della rivoluzione islamica all’interno dei gruppi terroristici la conseguenza sarebbe una mobilitazione iraniana molto importante e pericolosa.
In Iran si è verificato un attacco in un edificio ritenuto una azienda produttrice di possibile materiale esplosivo o comunque componenti militari, causato da un attaccato mediante droni.
Il ministero degli Esteri ha riferito che gli attacchi sono stati definiti “infruttuosi” e si apprende che non ci sono state vittime causate dall’esplosione. Ha riferito anche che: “Uno dei droni è stato colpito dalla difesa aerea e gli altri due sono stati catturati in trappole di difesa e sono esplosi”.
L’agenzia di stampa IRNA ha precisato inoltre in una dichiarazione: “Fortunatamente, questo attacco fallito non ha causato alcuna perdita di vite umane e ha causato danni minori al tetto dell’officina”.
Il ministero non ha detto specificato a chi fosse attribuito o chi fosse sospettato di aver compiuto l’attacco.
La dichiarazione ufficiale è arrivata soltanto dopo che i media iraniani hanno riferito di una forte esplosione a Isfahan e sono arrivate numerose testimonianze, da parte dei cittadini, che hanno notato la luce sprigionata dall’attacco e anche il boato che si è udito immediatamente dopo.
Le agenzie di stampa hanno pubblicato un video che mostra un lampo di luce nello stabilimento, che si dice sia una fabbrica di munizioni, e filmati di veicoli di emergenza e camion dei pompieri fuori dallo stabilimento.
Il ministero ha affermato che l’attacco “non ha colpito le nostre installazioni e la nostra missione e tali misure cieche non avranno un impatto sulla continuazione del progresso del Paese”.
Le notizie sugli attacchi dei droni a Isfahan sono arrivate anche quando la TV di stato iraniana ha, anche, affermato che era scoppiato un incendio in una raffineria di petrolio in una zona industriale vicino alla città nordoccidentale di Tabriz. Nonostante fossero già stati trasmessi filmati dei soccorsi e delle forze dell’ordine la causa ovvero l’attacco subito non è stato reso noto subìto ma si menzionava un incendio attivo.
Ci sono state diverse esplosioni e incendi intorno alle strutture militari, nucleari e industriali iraniane negli ultimi anni e riguardo all’accaduto il governo ha sempre cercato di tenere il più possibile il riserbo.
La reale preoccupazione degli esperti di politica locali è quella che tutti ciò significhi un nuovo intensificarsi degli attacchi silenti e riconducibili ad una simil guerra fredda di lunga durata con Israele.
L’iran e Israele sono ai ferri corti da tempo a causa del programma nucleare iraniano, nella questione sono ben presenti anche gli Stati Uniti che si contrappongo duramente alla Repubblica islamica Iraniana e sono nemici della cultura oppressiva e che viola i diritti umani come è possibile osservare anche con le sanzioni emesse da Ue e Usa.
Il bersaglio colpito, ieri, dall’attacco avvenuto tramite droni in Iran è una delle sedi finite sull’elenco delle sanzioni degli Stati Uniti, perché ritenuta base impiegata nello sviluppo di armi distruzione di massa.
Sembra che per l’appunto la fabbrica colpita si occupasse però non di combustibile nucleare ma di fabbricazione di missili e dei loro sistemi guida sembra quindi che possa essere anche valida l’ipotesi di voler eliminare la produzione di missili iraniana, che potrebbe essere stata destinata alle truppe russe per colpire l’Ucraina.
Potrebbe trattarsi di missili che fanno parte di vettori che andrebbero in eventuali testate nucleari oppure potrebbero essere semplicemente come sopraccitato rifornimenti per le forze militari di Mosca. Non si riceve missili ad intervalli di 10-15 giorni e queste ondate potrebbero essere state interrotte appositamente per dare tregua all’esercito ucraino.
Israele afferma che l’Iran sta cercando di sviluppare armi nucleari, ovviamente tenendo segreto il programma alle altre nazioni. Teheran ha sempre negato le tesi sostenute dal governo israeliano in merito al nucleare ma si sono sollevate numerose polemiche da parte della comunità internazionale.
Nel luglio dello scorso anno, l’Iran ha dichiarato di aver scoperto e tratto in arresto una squadra di combattenti curdi assunti dalle autorità israeliane e lo scopo era quello di riuscire a sabotare un centro industriale della difesa “sensibile” a Isfahan.
Il governo iraniano ha anche incolpato gli israeliani per l’assassinio del suo principale scienziato nucleare Mohsen Fakhrizadeh nel 2020. Oltre al grave omicidio viene imputato anche il distruttivo attacco all’impianto nucleare sotterraneo di Natanz nell’aprile 2021. A causa quale l’impianto ha subito un grave danneggiamento.
Nonostante accuse reciproche le autorità di Israele non si espongono mai del tutto la loro posizione inerente le missioni compiute verso il territorio iraniano o comunque verso obbiettivi iraniani. Le operazioni effettuate dalle unità militari del paese o dalla sua agenzia di intelligence Mossad vengono tenute segrete e sotto silenzio assoluto.
Dalle considerazioni emerse dagli esperti locali e internazionali i droni utilizzati hanno un tempo di volo limitato alla breve distanze. Questo determina il fatto che per poter essere impiegati contro la fabbrica di munizioni, devono essere stati lanciati da una distanza minima. Ciò non esclude a priori che dietro all’attacco ci possa essere qualsiasi altro paese straniero. Ma nel caso venga appurato che la tipologia necessità di poca distanza e quindi dimostrerebbe la possibilità anche di persone in Iran lo hanno effettuato.
IRIB ha riferito: “L’esplosione è avvenuta in uno dei centri di produzione di munizioni del ministero della Difesa e, secondo un annuncio del vice governatore di Esfahan per la sicurezza, non ci sono state vittime”.
Tuttavia, i racconti dei testimoni oculari e i video mostrano le effettive esplosioni nella fabbrica e anche su Twitter, molti utenti hanno immediatamente spiegato che l’azienda era destinata alla fabbricazione di testate per i droni kamikaze Shahed che l’Iran sta fornendo di consueto alla Russia per essere impiegati poi negli attacchi in territorio ucraino.
Il funzionario Mohammad Reza Jannesar ha rivelato alla tv di stato: “I danni sono oggetto di indagine, nonché le cause e gli elementi che hanno causato questa esplosione e saranno annunciati in seguito”.
Secondo alcuni dichiarazioni ufficiali, le difese aeree dell’esercito tradizionale iraniano e dell’IRGC sono state poste in massima allerta.
Sul web si sono rincorse notizie di ogni tipo e con riferimenti a complotti e ipotesi che sono frutto però di congetture dettate dall’andamento globale degli ultimi anni.
Un post sui social evidenzia un gruppo di manifestanti nella provincia del Khuzestan i quali riportano di un’esplosione avvenuta a Dezful. Un’altra testimonianza parla di sirene antiaeree nella base aerea di Nozheh di Hamedan.
Un altro grande incendio ha colpito un’area industriale vicino alla città di Tabriz, nel nord-ovest dell’Iran. Il governo ha dichiarato però che l’incendio è scoppiato in una raffineria che produce olio per motori, ma la causa del devastante incendio rimane poco chiara.
Per quando riguarda l’attacco a Isfahan dove i droni sono stati “infruttuosi”, il blog Intelli Times di Israele ha annunciato che il sito preso di mira era “Esfahan Materials and Energy Laboratory“.
Questo blog, che pubblica di consueto i rapporti di intelligence, ha rivelato che l’obiettivo dell’attacco dei droni di sabato sera era l’Istituto iraniano di ricerca spaziale affiliato al ministero della Difesa.
Il blog riporta inoltre che la tempistica di questo attacco non è certamente casuale ma è stata effettuata apposta a fine giornata quando il leader della Repubblica islamica ha visitato la mostra delle conquiste industriali dell’iran che includa anche le conquiste effettuate con i droni
In una dichiarazione, il ministero della Difesa ha definito l’esplosione in questo centro munizioni a Isfahan un “attacco fallito” e ha riportato anche che: “Questo attacco è stato effettuato utilizzando micro-droni, uno dei quali è stato colpito dalla difesa aerea e altri due sono stati catturati in trappole di difesa ed è esploso.”
La dichiarazione ha aggiunto: “Questo attacco fallito non ha causato vittime e ha causato danni minori al tetto dell’officina, che non ha causato un’interruzione delle attrezzature e delle missioni del complesso”.
Il ministero della Difesa della Repubblica islamica ha sottolineato: “Queste azioni cieche non avranno alcun impatto sulla continuazione del progresso del Paese”.
Nonostante inizialmente la notizia sia stata tenuta riservata dalle autorità, successivamente è stata pubblicata dall’agenzia di stampa della Repubblica islamica dell’Iran che l ha riferito: “L’esplosione è avvenuta in uno dei centri di produzione di munizioni del Ministero della Difesa a Isfahan, e secondo la dichiarazione di il vice della sicurezza politica del governatorato di Isfahan, non ci sono state vittime”.
Un video pubblicato sui social mostra il momento dell’esplosione in un centro di produzione di munizioni a Isfahan. In questo video, il cittadino di Isfahani afferma che l’esplosione è stata causata dalla collisione di un drone.
Iran International invece ha mostrato questa mattina il video dell’esplosione in un centro di produzione di munizioni del ministero della Difesa a Isfahan.
Mentre accade questo non può essere, però, tralasciato il fatto che l’Iran è osservato speciale per la crudeltà mostrata verso i manifestanti che ancora uccide e tortura.
Una delle questioni che sta tenendo banco tra le autorità iraniane e che ha sollevato enorme malcontento e il fatto che il Parlamento europeo ha esortato l’Ue e ad ampliare il suo elenco di sanzioni per coprire gli individui responsabili delle violazioni dei diritti umani in Iran e, soprattutto, andare a colpire le Guardie della Rivoluzione Islamica punto la richiesta delle Nazioni europea di includere nella lista dei gruppi terroristici il corpo IRGC è qualcosa che ha estremamente infastidito il governo di Raisi è anche alla guida suprema dell’iran Alì Khamenei.
Nella riunione che si è tenuta venerdì Weimers ha affermato: “Il Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche – o IRGC – si alza a nome della malvagia repubblica del mullah attraverso la tirannia, l’assassinio e il terrorismo” aggiungendo inoltre che: “l’IRGC è una forza per il terrore politico sia a casa e all’estero”. Ha addestrato, finanziato, armato e fornito un rifugio sicuro a gruppi come Hezbollah, Hamas e Jihad islamica, che sono stati elencati come terroristi da molti paesi.”
Questione dell’inserimento della guardiani della rivoluzione Islamica all’interno dei gruppi terroristici è diventata un punto d”incontro per la diaspora iraniana che ha lanciato campagne online e tenuto una grande protesta tra Strasburgo, il 16 gennaio, per fare pressioni sul Parlamento europeo affinché approvasse la risoluzione. La questione è ritenuta di massima importanza è questo è un punto dolente per il governo iraniano.
Gli espatriati iraniani e i membri del Parlamento europeo hanno anche chiesto un altro incontro per accelerare per l’inserimento dell’ organizzazione terrorista dell’IRGC a Bruxelles per il 20 febbraio.
L’IRGC ha svolto un decisivo nella repressione delle proteste antigovernative negli ultimi quattro mesi, amministrando e controllando diverse agenzie di sicurezza che hanno portato alla morte allora oltre 500 civili, imprigionato oltre 20.000 manifestanti e inflitto ferite permanenti a centinaia di persone.
Da alcune teorie emerse sembra che diversi funzionari dell’Unione Europea, incluso il capo della politica estera Borrell, si oppongono a sanzionare l’IRGC, poiché temono che la Repubblica islamica non parteciperà ai colloqui sul nucleare con l’Occidente. I negoziati avviati nell’aprile 2021 per rilanciare l’accordo nucleare iraniano del 2015, noto come JCPOA, sono giunti a un punto punto di stallo lo scorso settembre. Nel frattempo, Teheran ha fornito alla Russia droni kamikaze, che vengono utilizzati negli attacchi alle infrastrutture civili dell’Ucraina.
Le nazioni europee hanno insieme agli Stati Uniti e l’argento sanzioni alla Repubblica islamica iraniana e la pressione sta aumentando sempre più tanto che lo stesso governo di di terra non ha deciso di sanzionare a sua volta 30 soggetti ed enti europei e statunitensi.
Venerdì, la presidente del Parlamento europeo Metsola ha condannato la decisione del regime islamico iraniano di sanzionare diversi eurodeputati, ma anche giornalisti e difensori dei diritti umani e istituzioni.
Ha sottolineato inoltre che: “Le donne hanno il diritto di protestare. La vita delle donne e le libertà delle donne sono inviolabili. Il Parlamento europeo non smetterà di lottare per questi valori fondamentali. Non smetteremo di difendere la libertà, la dignità e l’uguaglianza. Non saremo messi a tacere”.
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