Le autorità governative dell’Iran hanno confermato l’attacco hacker all’organizzazione per l’energia atomica. Un’azione che è stata preannunciata ma che non aveva ancora trovato conferma dal governo iraniano. I Black Reward hanno rivendicato l’attacco e ha posto condizioni precise altrimenti minaccia di rivelare segreti nazionali.
Un gruppo di hacker che si fa chiamare Black Reward ha attaccato l’agenzia atomica iraniana dando al governo di Teheran un ultimatum chiaro e preciso. I prigionieri politici e i manifestanti devono essere liberati pena la divulgazione del materiale rubato. L’Iran si mostra molto sereno in merito alla questione pur confermando l’incursione informatica.
Siamo alla sesta settimana di proteste in Iran e la situazione sta prendendo una direzione che sembra non far intravedere la luce. Da un lato i manifestanti che rischiano la vita e ne sono consapevoli ma sperano in un futuro differente per loro ma soprattutto per le future generazioni. Dall’altra un governo che crede nelle leggi islamiche profondamente e che ritiene le leggi religiose giuste così come il modo nel quale vengono fatte rispettare.
L’attenzione mediatica infastidisce il governo iraniano che di recente ha additato gli Usa come lo stato che getta appositamente fango sul governo iraniano con falsità. Una forte tensione aleggia tra i due Paesi a causa dei droni che l’Iran fornisce alla Russia per il conflitto in Ucraina.
I Black Reward hanno lanciato un ultimatum venerdì all’Iran dando loro 24 ore per il rilascio dei prigionieri politici altrimenti avrebbero reso noti i programmi nucleari ottenuti tramite l’incursione illegale. Allo scadere dell’ultimatum sono sati resi pubblici sui social tra cui Twitter dei documenti che mostravano buste paga, conti e mappe ma anche un video che mostra un impianto nucleare iraniano.
L’Iran ha confermato una violazione nella casella posta di una delle due agenzie dell’energia da un paese straniero. L’organizzazione si mostra poco preoccupata e ha riferito: “L’accesso non autorizzato al sistema di posta elettronica dell’azienda da parte di una fonte proveniente da uno specifico Paese straniero ha portato alla pubblicazione del contenuto di alcuni messaggi sui social network. Questi messaggi contengono “messaggi tecnici e scambi normali”.
La Atomic Energy Development and Production Company ha precisato che si tratta di azioni e divulgazioni fatte per mettere in cattiva luce l’Iran. Afferma che l’occidente stia cercando di screditare lo stato islamico iraniano e si è messo di traverso contro la nazione. Parte della colpa risiede nell’accordo sull’energia atomica che prevede che dalla parte degli Usa e dell’occidente non vengano emanate sanzioni. L’accordo vieta all’Iran di dotarsi di armi nucleari in cambio della cessazione delle sanzioni internazionali.
Le proteste per le azioni che limitano la libertà e che portano pura distruzione sono condannate dalla comunità internazionale. Tutto il pianeta sta protestando al fianco delle donne iraniane e per la loro libertà e segni di solidarietà giungono da tutto il globo. Probabilmente l’attacco hacker in Iran è soltanto l’inizio di una catena di eventi che rischia di fare esplodere un caso diplomatico o addirittura un ennesimo conflitto globale.
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