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Foto di se’ stessi con i capelli rasati a zero: è questa la nuova forma di protesta nata in rete dopo la diffusione della foto di Abdolfatah Soltani [in alto], celebre detenuto e difensore dei diritti umani in Iran, che dopo un brutale pestaggio ricevuto nella prigione di Evin, è stato ripreso con la testa rasata. A radergli i capelli sarebbero state le guardie carcerarie, in segno di umiliazione. Su Facebook è nata una pagina che raccoglie tutte le immagini della protesta.
Dopo l’elezione alla presidenza di Hassan Rouhani, considerato più moderato rispetto al suo predecessore Mahmud Ahmadinejad, si sperava in un miglioramento sulla questione diritti umani . Ma il governo iraniano, come hanno riscontrato ong e associazioni umanitarie, ha attuato ben poco in merito.
Il massacro nel carcere di Evin sarebbe avvenuto tra il 18 aprile e il 21 aprile scorso. Almeno trenta sono stati i detenuti feriti, di cui quattro gravi, che hanno scatenato la protesta a Teheran.
Quattro giorni dopo il violento pestaggio, i familiari delle vittime, parte dei quali in carcere per motivi politici, hanno assediato la casa del presidente Hassan Rouhani chiedendo giustizia.
Due giorni dopo, nonostante le precedenti smentite di abusi da parte delle autorità, il responsabile delle carceri del Paese è stato rimosso dall’incarico. Ciò non è bastato a fermare le attività sul web, alla pagina dal titolo “Con i prigionieri politici della sezione 350 del carcere di Evin” sul noto social network Facebook, attivisti e familiari dei detenuti hanno postato le loro foto con i capelli tagliati a zero insieme ad alcuni hashtag, tra gli altri ce n’è uno in farsi: “sarfaraz“, che vuol dire “orgoglioso“, l’altro è proud350.
La protesta si sta diffondendo anche ad altri cittadini che si battono per i diritti umani, sia a Evin, che nel Paese tutto.