Continuano le proteste in Iran, dopo la morte misteriosa di Mahsa Amini, la giovane morta dopo l’arresto da parte della polizia morale di Teheran. Tante le vittime dei disordini, che però non si fermano. Intanto le autorità bloccano i social network.
Le proteste per la morte della 22enne Mahsa Amini, una giovane ragazza curda morta a Teheran, dopo essere stata fermata alla polizia morale perché aveva indossato il velo in modo sbagliato.
In questi giorni, milioni di manifestanti sono scesi in piazza per protestare contro la morte, al momento misteriosa, di Mahsa, provocando caos e tantissimi feriti e vittime. Ora, le forze dell’ordine decidono di bloccare i social, per arginare le proteste video che si stanno susseguendo.
Anche stanotte le strade di Teheran sono state popolate da manifestanti in protesta, contro la morte di Mahsa Amini, arrestata dalla polizia morale mentre era in visita con i genitori, perché le si vedeva un ciuffo di capelli dal velo.
Secondo NetBlocks, nelle ultime ore le autorità hanno deciso di interrompere il funzionamento dei social occidentali, Instagram e Whatsapp, in Iran per evitare di far girare sempre di più i video di protesta di molte persone.
Infatti, negli ultimi giorni, sono tantissimi i video di donne iraniane che tagliano i capelli in video, come segno di protesta e di appoggio per la povera Masha.
Le autorità hanno limitato le piattaforme a livello nazionale, proprio a partire da ieri 21 settembre, limitazione poi seguita da una chiusura nazionale delle reti mobili.
Una decisione non propriamente giusta, secondo NetBlocks, quella di interrompere la connettività in Iran e in Kurdistan. soprattutto perché il blocco limita la libertà di espressione e di comunicazione, diritti fondamentali dell’uomo.
Intanto, sale il bilancio delle vittime per le proteste guidate dalle donne iraniane che protestano contro le rigide regole della polizia morale, dopo la morte di Masha Amini.
Masha era in vacanza a Teheran con la famiglia quando le autorità l’hanno fermata, a causa di abbigliamento inappropriato. Un ciuffo di capelli si intravedeva dal velo che portava.
Poco dopo l’arresto, la giovane è entrata in coma e ricoverata all’ospedale della capitale, dove è deceduta dopo poche ore. La polizia ha decretato che si è trattato di un tragico incidente, ma la famiglia e la maggior parte dei cittadini non ci sta.
Secondo gli attivisti, Masha sarebbe morta a causa delle torture subìte dalla polizia in carcere.
Per le strade della città continua il caos delle proteste e le vittime sono sempre di più: feriti e morti si susseguono, ma la battaglia del popolo sembra non volersi fermare.
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