La rivolta in Iran continua senza sosta da ormai tre mesi e non accenna a fermarsi. Gli sviluppi degli ultimi giorni evidenziano una trasformazione da protesta e rivoluzione popolare.
Gli occhi del mondo sono puntati sulla repressione effettuata dal governo iraniano nei confronti dei manifestanti in Iran. La manifestazione, come detto poc’anzi, si è trasformata in una vera e propria rivoluzione. Una rivoluzione che mira a cambiare il futuro del Paese e dare al popolo iraniano diritti e libertà. Il governo continua con una serrata repressione e le violenze sono all’ordine del giorno.
La nuova arma utilizzata dalla polizia religiosa contro i manifestanti e i dissidenti è ora quella dello stupro. Si apprende da fonti certe che all’interno delle carceri il 90% delle donne sia stata violentata. La morte di Mahsa Amini il 16 settembre è stata la scintilla che ha innescato un meccanismo popolare che sembra destinato a cambiare le sorti del Paese. Dopo giorni nei quali sono emersi particolari raccapriccianti in merito alle violenze e ai soprusi effettuati dalle forze dell’ordine nei confronti dei cittadini iraniani, l’Onu ha deciso di fare chiarezza sulla questione dei diritti umani violati in Iran e quest’oggi si riuniranno 47 Stati membri. Nel frattempo si apprende anche che la nipote della Guida Spirituale Suprema dell’iran Khamenei è stata nuovamente arrestata.
La repressione attuata dal governo in Iran sarà oggetto di un’indagine internazionale dopo che, moltissimi Stati membri delle Nazioni Unite e soprattutto Germania e Islanda, hanno chiesto di vederci chiaro. La violenza disumana utilizzata per sedare le rivolte e la crudeltà utilizzata nei confronti del popolo, spesso senza ragione, ha portato indignazione nel mondo intero e una discussione su cosa sia permesso e cosa no.
L’Iran non accetta intromissioni dell’occidente ma anzi indica come responsabili della rivoluzione iraniana proprio le nazioni occidentali che hanno fomentato una campagna di odio che ha portato alla situazione attuale.
Le Nazioni Unite condannano fermamente le azioni compiute dalle guardie rivoluzionarie e dalla polizia morale che non hanno la minima intenzione di rivedere le proprie azioni e cambiare il proprio asset. Detto ciò, l’Onu ha deciso di discutere oggi della situazione dell’Iran e della violazione dei diritti umani e si deciderà sull’indagine che dovrà far luce su tutte le azioni denunciate e che andrebbero contro i diritti dell’individuo.
La Iran Hunan right, ong con sede in Svezia, ha spiegato che dall’inizio delle proteste sono state uccise 416 persone di cui 51 bambini volontà qualcosa di inaccettabile è contro natura che va assolutamente fermato secondo loro. La morte di Mahsa Amini ha scoperchiato un problema profondo e radicato che è quello del rispetto delle leggi islamiche.
L’iran è un paese che a combattuto a lungo per i propri diritti ma dal 1979, nel momento in cui è entrato nuovamente in vigore il regime islamico e il rispetto Saharia. La Saharia è costituita da un’insieme di leggi morali che indicano determinati comportamenti da tenere e ne vietano altri. Queste leggi sono importantissime per il regime islamico e condizionano la vita quotidiana degli iraniani che sono costretti a rispettarle minuziosamente altrimenti la polizia religiosa può adottare misure mirate allora rispetto. Le forze dell’ordine morale hanno un potere enorme e possono utilizzare la violenza senza essere condannate dallo stato.
Negli ultimi tempi la protesta ha visto come protagonisti e personaggi di spicco iraniani e sportivi che hanno deciso di mettere la propria faccia e in questa causa sta togliendo dignità al popolo iraniano. Nonostante al popolo venga negata la dignità il popolo si sta riprende quando ciò che gli è stato negato per molto tempo e per la prima volta uomini e donne sono a fianco nella lotta contro il regime islamico.
Si apprende da Iran International e da altri media locali che la nipote della guida spirituale suprema dell’Iran è stata arrestata. La 35enne Farideh Moradhani è una nota attivista, nonostante faccia parte della famiglia che ha attaccato duramente chi si permette di giudicare il comportamento del governo iraniano. Ma non solo, perché Khamenei è il primo ad odiare l’occidente ritenuto responsabile dei disordini e delle proteste in Iran.
L’attivista è già stata arrestata lo scorso gennaio dopo aver mandato una lettera alla moglie dell’ultimo scia Farah Diba chiamandola Cara Regina. A maggio è uscita dal carcere dopo che è stata pagata la cauzione. Gli ultimi giorni hanno mostrato un’escalation di violenza e i media locali affermano che moltissimi ragazzi sono rimasti feriti agli occhi dalle guardie rivoluzionarie. Sparare ad altezza occhi è diventata la routine per le forze dell’ordine e mi moltissimi manifestanti che si sono salvati hanno perso la vista.
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