L’Iran sta attraversando un momento storico che è destinato ad essere menzionato nei libri di storia futuri, dato che si tratta della più grande rivoluzione iraniana dal 1979 anno in cui si impose tramite rivoluzione il governo islamico. Gli ultimi eventi raccontano dell’arresto dell’attrice Alidoosti che ha scelto di sostenere la causa iraniana e i diritti delle donne lasciando il lavoro dai primi giorni di novembre.
Un’altra notizia che ha sconvolto la comunità internazionale è la morte della dottoressa che aiutava e curava i manifestanti feriti. Le autorità governative iraniane rivelano che la morte è stata causata da un incidente ma la realtà ha mostrato un corpo martoriato appositamente e per mano umana. La tensione globale nei confronti di Raisi e del suo governo islamico cresce ma lui sembra non indietreggiare, nonostante abbia dato, appositamente, uno spiraglio alla possibilità di ammodernamento delle leggi religiose, ma soltanto in maniera da calmare le acque.
La situazione in Iran rimane estremamente complicata, da un lato la popolazione impegnata in una rivoluzione, che ha come obbiettivo i diritti delle donne e la fine del regime autoritario islamico, dall’altro invece troviamo il governo iraniano che ha attuato la repressione delle manifestazioni in maniera dura e violentissima.
Le proteste scaturite dopo la morte di Mahsa Amini il 16 settembre, uccisa dalle percosse inflitte dalla polizia morale, che l’aveva attesta per aver indossato male il velo. Quel giorno ha segnato una svolta che sarà epocale e vede oggi il popolo perseverare in quella che da una protesta è diventata una rivoluzione. I diritti femminili e quelli del popolo e un futuro migliore per le generazioni future muove il popolo nonostante il pericolo che si corre nel manifestare e il rischio elevatissimo di perdere la vita.
Dalla morte della 22enne Amini, il conto delle morti causate dalle guardie della rivoluzione si è andato a consolidare fino a raggiungere 469 morti circa e gli arresti hanno superato i 18.200 manifestanti. Numeri impressionanti dove oltre al conteggio, ciò che sdegna maggiormente, è la crudeltà del governo iraniano nell’uccidere giovanissimi e nel ferirli in determinati punti simbolici con l’intento di punire e marchiarli nello stesso momento.
La polizia colpisce sempre più spesso i giovani al volto e agli occhi sopratutto, ma prende sempre più strada la pratica di andare a colpire i manifestanti negli organi genitali. La mossa di Raisi, di dichiarare la settimana scorsa che avrebbe attuato una riforma delle leggi morali rendendole più precise e evitando cosi che venissero mal interpretate, sopratutto nelle punizione previste si è rivelata un flop. La novità che la polizia morale non avrebbe più fermato le persone per strada ma che le comunicazioni sarebbero state mandate tramite SMS direttamente ai trasgressori.
Ma il popolo iraniano non ha mai creduto alle notizie del governo di Raisi e ha avuto ragione.
Oltre ad aver introdotto la pena di morte per i manifestanti e averne già uccisi due mediante impiccagione, sta continuando imperterrito a mietere vittime e a proseguire nell’imposizione delle regole islamiche, senza tenere conto delle ammonizioni ma nemmeno delle sanzioni emesse dalle nazioni occidentali.
Molti personaggi di spicco hanno deciso di mettere la loro faccia nella causa iraniana, tra cui sportivi e attori, sapendo di andare incontro ad una punizione molto severa. Atlete iraniane senza velo e a gare internazionali hanno attirato l’attenzione sulla causa dell’Iran e sulla rivoluzione, ma anche attrici come la famosissima Alidoosti hanno scelto di rischiare per la causa. Hanno così mostrato vicinanza alla gente comune in Iran che è la vera protagonista di questa rivoluzione.
Un popolo che sta insegnando al mondo cosa significa davvero sfidare la paura e lottare. Gli iraniani sanno benissimo che, un futuro migliore che rispetti la religione senza imporre autarchia, può esistere e non vuole mollare finché non lo avrà ottenuto.
Dopo le esecuzioni dei due 23enni uccisi con l’accusa di inimicizia verso dio sono stati condannati altri soggetti presenti alle manifestazioni e il mondo si è adoperato per fermare le esecuzioni. Le autorità europee come Germania e Italia hanno fornito supporto politico ad alcuni dei condannati per evitare la loro uccisione.
Mantengono le distanze invece dalle decisioni dell’Occidente nei confronti dell’Iran la Cina ma anche la Russia, che stanno rafforzando le relazioni commerciali tra loro.
La ferocia del governo iraniano non conosce sosta e continua senza tregua. Le leggi islamiche sono troppo importanti e parte fondamentale del governo di Raisi e non verranno mai messe da parte. Lo stesso capo di stato lo afferma e la cosa è più chiara che mai. Si tratta delle leggi della Sharia, che comprendono divieti e obblighi sopratutto per la donna, che sono la base del governo islamico iraniano e le fondamenta della legislatura.
Nelle ultime ore il mondo è stato scosso dall’arresto dell’attrice iraniana Alidoosti che, i primi di novembre, ha fatto una scelta coraggiosa ovvero quella di esporsi in favore delle proteste in Iran. Ha condiviso suoi social una foto senza hijab con la scritta Donna Vita Libertà che è divenuto lo slogan di questa rivoluzione iraniana.
Ha spiegato che avrebbe lasciato il lavoro e sarebbe restata in Iran per stare al fianco della famiglia e del popolo in questo momento di estrema difficoltà. L’ultimo post che l’attrice ha condiviso sui social, poi rimosso dal suo profilo, riguarda la prima condanna a morte eseguita ovvero quella del rapper 23enne Shekari. Alidoosti affermava che le istituzioni internazionali non possono stare a guardare una carneficina tale senza mettersi in movimento per fermarla.
Si apprende che le forze di sicurezza hanno perquisito la casa di Teheran dell’attrice del film ‘Il Cliente’ e successivamente l’hanno tratta in arresto. Non è noto dove sia stata portata Alidoosti ma la motivazione del suo arresto, stando a quando riporta l’agenzia Tasnim, è per: “pubblicato contenuti falsi e distorti e incitato al caos”.
Il post sopracitato che ha provocato la reazione del governo contro l’attrice riportava esattamente: “un ragazzo di 23 anni arrestato, processato e ucciso in meno di due mesi. Il suo nome è Mohsen Shekari. Ogni organizzazione internazionale che rimane a guardare questo bagno di sangue e non prende misure e’ una disgrazia per l’umanità”.
Numerossimi appelli sono arrivati dai personaggi di spicco del cinema internazionale che sono preoccupati per la sua incolumità. Ma non è purtroppo la sola notizia triste che giunge dall’Iran.
Arriva la tragica notizia della morte di Aida Rostami, una dottoressa di 36 anni che si prodigava nel curare i manifestanti rimasti feriti per mano delle guardie della rivoluzione. Da una settimana la famiglia ne aveva denunciato la scomparsa con molta preoccupazione, dato che era obbligata a curate i manifestanti di nascosto, in quanto il governo non avrebbe voluto che ricevessero cure mediche.
Alla famiglia è stato restituito il corpo senza vita della dottoressa e in condizioni disumane che smentiscono la versione ufficiale fornire dalle autorità iraniane, che hanno spiegato che la causa della morte sia stato un incidente. In realtà il corpo è stato martoriato e pieno di evidenti esiti di tortura subìta. Uno strazio che ha scioccato le autorità internazionali.
Oltre a queste due notizie se ne aggiunge una terza ovvero l’arresto di Mohammad Ali Kamfirouzi. L’uomo è uno dei legali che segue diversi personaggi di spicco come attivisti e giornalisti arrestati durante le proteste. La notizia arriva dal giornale Ham Mihan che spiega che ora il numero degli avvocati arrestato dall’inizio delle proteste è salito a 25. Il legame difensore di Kamiforouzi ha spiegato che non è a conoscenza delle accise a carico dell’uomo.
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