Iran, il Consiglio Europeo emana nuove sanzioni e Borrell si scaglia contro Raisi

La violenza e la ferocia con cui il governo iraniano ha gestito e continua tutt’ora a gestire le proteste è qualcosa di inaccettabile per l’Unione Europea. Raisi continua una repressione crudele e violenta.

Raisi
Presidente iraniano Raisi – Nanopress.it

L’Iran è ancora protagonista di una vera e propria rivoluzione mossa dal popolo, che ha lo scopo di riportare nel paese diritti femminili e degenera e ribaltare il regime islamico autoritario del capo di Stato Raisi. Nonostante negli ultimi periodi siano arrivati ammonizioni internazionali e anche sanzioni il governo ha mostrato tutta la sua ferocia e ora, le nazioni occidentali, cominciano a fare sul serio data la brutalità dimostrata dalle autorità iraniane.

Il capo di Stato non sembra minimamente intenzionato a fare retromarcia nelle decisioni prese e virgola quelle prese negli ultimi giorni, sono state davvero discusse ed hanno dimostrato l’estrema crudeltà del governo iraniano e lo hanno fatto per l’ennesima volta. Dal 16 settembre, giorno in cui è morta Mahsa Amini a causa delle numerose percosse ricevute dalla polizia morale mentre era in detenzione per aver indossato male il velo, il popolo ha deciso le sfidare le forze governative anche a costo della propria vita, pur di poter garantire un futuro migliore e che garantisca alle nuove generazioni diritti e possibilità.

Raisi ha invece dato un leggero contentino all’Occidente facendo credere di poter rendere le leggi islamiche meno pesanti e alluso anche al fatto che avrebbe estinto la polizia religiosa, per  la quale il popolo sta lottando e lo fa proprio perché venga eliminata punto la realtà dei fatti però mostra tutto un altro scenario dove la crudeltà la fa da padrone e vengono compiuti cremini disumane e violazione dei diritti umani costantemente.

Dall’inizio delle proteste ad oggi, ecco cos’è capitato In Iran

L’Iran sta vivendo la più grande rivoluzione, dopo quella islamica avvenuta nel 1979, che ha consegnato in mano del regime autoritario il comando della nazione.  Il 16 settembre rimarrà una data che segnerà la storia iraniana per sempre, dato che si tratta dell’inizio delle proteste scaturite a causa dell’uccisione della ventiduenne Amini,  percossa ripetutamente fino alla morte perché indossava male lo hijab.

Quell’omicidio ha spezzato la vita di una giovane donna morte che però alla luce a quello che sta succedendo ha creato un movimento rivoluzionario destinato a cambiare il futuro dell’iran e del popolo iraniano. Uomini e donne sono scesi in piazza insieme per reclamare un futuro migliore che non veda schiacciati i diritti femminili e di genere da un governo autoritario islamico, che non ha nessuna pietà nell’uccidere giovanissimi.

Se le proteste sono nate a causa della morte di una giovane donna ora il conteggio delle morti sopraggiunte durante le manifestazioni è impressionante e siamo quasi a 500 manifestanti uccisi. Senza tralasciare del 18.200 persone arrestate durante le proteste che si vedono contestato il reato di inimicizia contro Dio, ma ha anche falsità che sono costretti poi a confessare obbligati.

La repressione della governo Iraniano ha lasciato senza parole il mondo intero, in quanto incurante dell’attenzione mediatica che si è creata attorno alle tragiche vicende del popolo iraniano, continua a mietere vittime e a sbeffeggio farle anche pubblicamente.

Nelle ultime ore è emersa una vicenda tragica anche grazie alla testimonianza del New York Times, che racconta la triste e dolorosa vicenda di una quattordicenne colpevole di aver tolto il velo a scuola, che è stata successivamente riconosciuta dalle guardie della rivoluzione rintracciata, è strappata dalla propria famiglia. La madre dopo lunghi silenzi, ha deciso di raccontare la vicenda a New York Times anche se, nel momento in cui la pubblicazione doveva essere ufficiale, anche la signora è sparita ma il racconto però rimane ben saldo nella mente dei giornalisti che riportano questa tragica vicenda che vede la giovane violentata fino alla morte e alla famiglia avvisata dall’ospedale si è trovato davanti una scena disumana.

Il governo iraniano è concentrato nel mantenere la sua autorità e nel proseguire nel duro regime islamico fondato sulle leggi della Sharia islamica. Le famose leggi morali che hanno tanto fatto discutere l’occidente e soprattutto riguardo la loro applicazione ma anche in merito alle punizione previste. La polizia morale ha proprio il compito di far rispettare le leggi di castità e velo e lo fa con coercizione be violenza ed è proprio per questo che, il popolo, chiede a gran voce che il corpo di polizia morale venga eliminato per sempre.

Il governo iraniano inoltre ha introdotto e già eseguito due condanne a morte che hanno scosso il mondo intero e soprattutto la seconda, in quanto le autorità governative hanno appeso il corpo del ventitreenne ad una gru lasciandolo appeso con un sacco in testa. Ciò che ha scioccato ulteriormente è stata la facilità con il quale il governo ha pubblicato le foto senza la minima preoccupazione o rimorso. Proprio per questo oggi si è riunito il Consiglio Europeo e ciò che è emerso è una posizione dura e chiara contro la repressione della Repubblica islamica dell’iran.

Consiglio Europeo e Borrell contro Raisi

Oggi le nazioni europee hanno riunito, per l’appunto, un Consiglio per discutere della violenza in Iran e decidere nuove sanzioni, che si andranno ad aggiungere a quelle già emanate nei giorni scorsi. L’Unione Europea questa volta però ha preso una dura posizione che non è per nulla piaciuta al governo iraniano e a Raisi, che a sua volta non ha tardato a rispondere ad accuse dell’Ue.

Josep Borrell ha presenziato oggi ad Amman in Giordania, a margine della Conferenza di Baghdad,  ha poi avuto un incontro con il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amir-Abdollahian: “Un incontro necessario a causa del deterioramento delle relazioni Iran-Ue”.

Il ministro degli Esteri iraniano ha però poi condannato:l’approccio dei paesi occidentali che reputa sostenitori dei rivoltosi” e ha concluso definendo le sanzioni illegali e costruite sotto il falso pretesto di proteggere i diritti umani.

Proprio mentre l’alto funzionario precisava che non è possibile accettare una violenza di tale portata, che ferisce appositamente i giovani agli organi genitali e al volto e che uccide senza pietà giovani donne poco più che ragazzine.

Mentre veniva spiegato tutto questo e si decidevano nuove sanzioni è spuntato un audio che racconta la realtà all’interno delle carceri iraniane e cio che è emerso è sconvolgente.  La voce che si sente in questo audio straziante è quella di Alì, un tassista iraniano, arrestato perché trovato davanti all’università mentre sosteneva la protesta dei rivoluzionari. È stato portato poi in uno dei 250 carceri che attualmente ospitano i manifestanti e ha raccontato brevemente ciò a cui sono costretti quotidianamente i prigionieri sotto il regime islamico di Raisi.

Unione Europea
Unione Europea – Nanopress.it

Il messaggio riporta:Ci portavano in una stanza e ci riempivano di botte, ci minacciavano e ci ordinavano di violentarci a vicenda. Sul soffitto, una telecamera che riprendeva tutto”. Altre testimonianze divulgate dalla BBC parlano di giovani massacrati e ricuciti per poi essere feriti nuovamente in un sadico metodo di tortura. Questo appare qualcosa di davvero inaccettabile nella civiltà odierna. Lo scempio di Raisi non conosce fine.

Dopotutto questo scempio emerge l’unica buona notizia ovvero la liberazione di Majid Tavakoli. L’attivista è già stato arrestato varie volte e questa volta si trovava in carcere a causa delle proteste nate dalla morte di Mahsa Amini e si temeva davvero per la sua vita. Il fratello a voluto rilasciare una dichiarazione che riporta :”Siamo lieti del suo rilascio, ma saremo pienamente felici solo quando vedremo liberi anche tutti i nostri cari che ora sono in prigione”.

 

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