In occasione della celebrazione della rivoluzione del 1979, l’Ayatollah Ali Khamenei ha deciso di graziare migliaia di prigionieri.
Secondo quanto riportato dai media iraniani l’Ayatollah Ali Khamenei ha deciso di dare la grazia a migliaia di prigionieri, tra cui anche i tanti arrestati durante le recenti proteste che hanno preso piede dopo la morte di Mahsa Amini. Un’altra giornalista, informano sempre i media di Teheran, è stato arrestata nelle ultime ore.
La notizia è stata diffusa dalla tv di Stato iraniana. l’Ayatollah Ali Khamenei ha deciso di graziare migliaia di prigionieri, liberandoli, in occasione della celebrazione della rivoluzione del 1979. Secondo quanto riferito dai media di Teheran, la grazia sarà concessa a tutti quei detenuti che non sono stati accusati di spionaggio per conto di agenzie straniere, che non si trovano in carcere per contatti diretti con agenti stranieri, che non hanno commesso omicidio, distruzione e che non si trovano in carcere per incendio doloso a strutture e proprietà dello Stato.
Nella lista dovrebbero finire anche i manifestanti che negli ultimi mesi hanno protestato contro il governo dell’Ayatollah dopo la morte di Mahsa Amini. Nei quattro mesi di protesta gli arresti legati alle manifestazioni sono stati più di 19mila, mentre i morti – secondo le organizzazioni umanitarie – sarebbero stati più di 500. Human Rights Activists Agency ha inoltre riportato che sono stati 67 i membri della sicurezza morti durante le proteste, nella repressione durissima che lo Stato ha esercitato sui manifestanti.
La corte iraniana ha inoltre condannato a morte diversi manifestanti; la legge prevede la pena di morte per gli uomini sopra i 15 anni e per le donne sopra i 9 anni.
Lo scorso 5 gennaio altre due persone erano state condannate a morte, per aver preso parte alle proteste, con l’accusa di aver ucciso un funzionario della sicurezza dello Stato. Le condanne a morte sono state in totale 13, e due sono già state eseguite.
Intanto da Teheran la notizia dell’arresto di un’altra giornalista, sorella di una report già arrestata nelle scorse settimane per i disordini legati alla 22enne uccisa dalla polizia Mahsa Amini, con l’accusa di aver diffuso la notizia della sua morte e di aver causato i disordini nella popolazione.
La giornalista arrestata, Elnaz Mohammadi, è stata convocata dal procuratore per fornire una spiegazione. La sorella Elahe invece rischia la pena capitale; l’accusa è quella di propaganda contro il sistema, e anche di cospirazione contro la sicurezza. Lo riferisce il giornale riformista Hammihan.
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