Nika Shahkarami, 16enne di Teheran, era una delle milioni di donne scese in strada per protestare contro le ingiustizie del regime in Iran. Soprattutto in relazione alla tragica morte della 22enne Mahsa Amini. Purtroppo però anche a lei è stato riservato un crudele destino da parte delle autorità iraniane.
A quanto pare è saltato fuori un video che testimonia le ultime ore di vita della giovane Nika, ennesima vittima dello stato iraniano.
Nika Shahkarami, 16 anni, era una delle tantissime donne che hanno deciso, in queste ultime settimane, di non abbassare più la testa dinanzi le atrocità del regime in Iran. La ragazza dunque era scesa in piazza, insieme a milioni di altre persone, a protestare contro la morte della 22enne Mahsa Amini.
Purtroppo però, il regime contro cui si è schierata ha fatto sì che Nika diventasse un’altra delle numerose vittime.
A quanto pare, all’interno di un video girato al momento dell’arresto, si vede chiaramente Nika che viene fatta entrare in auto da due “robusti” agenti della sicurezza iraniana in borghese.
Numerosi i testimoni oculari, tra cui una sua amica, che con lei è scesa in piazza a bruciare il simbolo delle ingiustizie che si stanno verificando in Iran, il velo islamico. Inoltre, vi sono anche numerosi video prodotti dalla famosa emittente televisiva, la Cnn.
Purtroppo dopo essere entrata in quell’auto della polizia, si sono perse tutte le tracce della ragazza. Solo qualche ora più tardi è giunta, da parte delle autorità, la notizia della sua morte.
A quanto pare, ufficialmente, sulla base delle dichiarazioni delle istituzioni, il decesso della giovane non ha nulla a che vedere con le proteste. Al contrario, è stato comunicato dal ministero di Teheran che la causa della morte è stata una caduta da un palazzo “molto alto”, classificandolo dunque come un suicidio.
Ladan, amica con cui si trovava Nika Shahkarami prima del suo arresto, ha raccontato cosa è accaduto durante gli ultimi minuti prima che la giovane donna scomparisse per sempre per mano delle autorità.
“Volevo salvarla, ma non ho potuto farlo”.
Ha detto la ragazza alla Cnn.
Ha poi continuato raccontando che vi erano circa 20 o 30 “Basiji”, gli uomini dell’organizzazione paramilitare adibita alla repressione dei manifestanti, sul marciapiede.
Nika gli stava lanciando delle pietre contro ed è in quel momento che Ladan le si è avvicinata per metterla in guardia. Anche perché secondo la ragazza vi erano numerosi poliziotti in borghese che l’avevano già puntata. Infatti, circa una cinquantina di metri più avanti, la ragazza è stata arrestata.
Altro motivo per cui probabilmente la giovane ha attirato l’attenzione della polizia è stato il gesto di bruciare il velo dinanzi ai loro occhi.
Ladan racconta del coraggio dell’amica, la quale, nonostante fosse circondata dalle forze dell’ordine, non si è arresa e ha provato a scappare, scavalcando un bidone della spazzatura.
Nika è dunque l’ennesima vittima di un governo malato e repressivo. Simbolo della resilienza di un popolo che ha deciso di non arrendersi; e soprattutto icona di tutte le donne che continuano a lottare per i propri diritti e per le generazioni future, nel rifiuto di una sottomissione nei confronti di una società sanguinaria che le vuole a sua “forma e dimensione”. Lottando anche a costo della vita.
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