Continuano incessanti le intense manifestazioni in Iran per la morte della 22enne Mahsa Amini. Gli attivisti riescono a lanciare un appello tramite social. Allo stesso tempo il regime minaccia tutti i manifestanti.
Nonostante le repressioni del regime, gli attivisti che protestano contro la brutale morte di Mahsa Amini non si fermano. Infatti sono riusciti anche a lanciare un appello via internet pur non potendo utilizzare i social a causa di una decisione delle autorità.
Continuano le manifestazioni in Iran, coinvolgendo numerose città tra cui: Teheran, Ahvaz, Ardebil, Mashhad e tante altre. Tra i numerosi partecipanti anche diversi studenti di alcuni atenei e scuola e diversi commercianti.
Tra le strade gli attivisti continuano ad urlare a gran voce lo slogan “donne, vita e libertà”.
La gente non si arrende dinanzi agli abusi delle autorità. Infatti proprio la settimana scorsa una liceale è morta in ospedale ad Ardebil, dopo essere stata picchiata dalle forze dell’ordine. Mentre un suo compagno attualmente versa in condizioni critiche.
Le proteste sono iniziate circa due settimane fa, dopo che una ragazza curda di soli 22 anni è morta dopo essere stata arrestata dalla polizia per non aver indossato correttamente il velo.
Da allora il regime ha tentato in diversi modi di reprimere le manifestazioni, che però attualmente continuano imperterrite.
Inoltre il regime ha anche vietato a tutta la popolazione iraniana di utilizzare internet e in particolare i social.
Nonostante ciò però gli attivisti sono riusciti a lanciare un appello sui social, per rendere partecipe il mondo intero non solo di ciò che sta avvenendo in Iran. Ma soprattutto della forza e della resilienza del popolo iraniano, il quale ha deciso di non abbassare la testa dinanzi ai soprusi del regime.
All’interno dell’appello la frase:
“L’inizio della fine”.
Un chiaro riferimento alla volontà di sovvertire il regime, insieme all’invito a più persone possibili di scendere in strada a protestare contro il dittatore.
Intanto il regime continua a minacciare apertamente tutti i manifestanti che decidono di scendere in piazza.
Hasan Hasanzadeh, comandante di una divisione speciale del corpo delle Guardie Rivoluzionarie islamiche ha affermato che se gli attivisti dovessero scendere in piazza, verrebbero sicuramente tutti eliminati.
Inoltre anche il generale Hassan Karami ha detto che molti degli uomini inviati nelle città fanno parte dell’Unità delle forze dell’ordine speciali e che sono dunque perfettamente in grado di “far fronte ai manifestanti terroristi”.
Dunque le manifestazioni continuano e allo stesso tempo anche le violenze nei confronti degli attivisti.
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