Iran, nuove regole introdotte dal governo di Raisi che sostituiranno quelle esistenti nel giro di alcune settimane.
Dall’sms che avvertirà le donne o i trasgressori di aver infranto la legge al blocco del conto corrente in caso di ripetute violazioni femminili del codice morale. Ma la tensione resta alta e il popolo non crede a questa riforma e anche la notizia dell’abolizione della polizia morale è stata accolta in maniere frenata.
Iran, nuove regole del governo
L’Iran si appresta ad un cambiamento importante dato che il governo ha annunciato un nuovo piano che prevederà regole più chiare in fatto di abbigliamento, senza però intaccare le pene che potranno essere addirittura ancora più dure. Un cambiamento sostanziale sta nel fatto che la modalità di attuazione delle punizioni in merito alle violazioni delle regole che non sarà più per mano della polizia morale.
Sembra che la polizia religiosa verrà sostituita da SMS d’avvertimento che verranno inviati direttamente a chi non indossa il velo lo trasgredisce alle regole. Dopo l’annuncio di qualche giorno fa del procuratore Mohammad Jafar Montazeri, che preannunciava anche se in via ufficiosa l’abolizione della polizia morale, si sono avuti due giorni di silenzio e non sono arrivate conferme neanche dal governo di Raisi. A dire la verità qualche dichiarazione è emersa ma dopo l’entusiasmo causato dalla notizia dell’abolizione della polizia morale ci si è dovuti scontrare con la realtà dei fatti.
Oltre alla polizia morale abolita il procuratore ha fatto riferimento a un nuovo piano che prevedesse regole precise e chiare sull’abbigliamento femminile e ha precisato che il governo non ha intenzione di indietreggiare nelle proprie credenze radicate nel profondo. Dei cambiamenti sostanziali però sono stati già preannunciati oggi da un membro del Parlamento iraniano che ha finalmente fatto luce sulla posizione del governo di Raisi.
Gli attivisti iraniani ma anche quelli internazionali vanno però molto cauti nell’accogliere le notizie che emergono nelle ultime ore, dato che potrebbe essere soltanto un fuoco di paglia dovuto all’attenzione mediatica che ha riscosso la rivoluzione iraniana causata dalla morte di Masha Amini il 16 settembre e la repressione governativa successiva.
Il governo iraniano oggi ha esposto la sua opinione dopo giorni di silenzio che avevano sollevato dubbi in merito alla veridicità della dichiarazione rilasciata dal procuratore in merito alla polizia morale. Si è esposto nel far presente la posizione governativa, non un membro dell’esecutivo ma bensì un membro della ala più conservatrice del Parlamento iraniano vicino sia al governo che alla guida Suprema Alì Khamenei.
L’esponente governativo che ha dato spiegazioni è Hossein Jalali che ha spiegato ufficialmente che: “l’obbligo di indossare il velo non è in discussione e le pene saranno anche più severe, ma cambieranno i metodi di controllo, con le pattuglie della polizia morale che verranno sostituite da comunicazioni via sms”.
Il cambiamento sostanziale, per il quale hanno lottato coraggiosamente e rischiando la vita i cittadini iraniani, era l’abolizione delle pattuglie di polizia morale che sembra essere stato accolto. Le modalità nelle quali verranno informate le donne o i cittadini, che trasgrediranno alle regole, sarà mediante SMS. I trasgressori non verranno più fermati in mezzo alla strada e avranno a disposizione alcuni ammonimenti prima di vedere intraprese strade che prevedono sanzioni più pesanti.
Il mancato utilizzo dello hijab che verrà più volte accertato provocherà, a quanto pare, anche il blocco del conto corrente delle donne. Una misura completamente nuova in modalità differente che sembra un tentativo di limare il problema in parte, senza però indietreggiare minimamente nella posizione e riguardante le leggi islamiche e la loro importanza.
La posizione del governo e la paura degli attivisti iraniani
La posizione del governo è molto chiara e il parlamentare ha anche aggiunto nelle dichiarazioni odierne che: “Non ci sarà alcun ritiro dal piano dell’hijab perché il ritiro significa il ritiro della Repubblica islamica”.
Raisi e il suo governo strettamente islamico hanno ben chiara la posizione dell’iran in merito al fatto che continuerà ad essere governato in base alle leggi imposte per l’appunto dell’Islam.
Sembra che l’autorità governative vogliano portare la repressione su un altro piano ovvero passare da quello della violenza al piano economico. Alla luce dei fatti la popolazione iraniana ha dimostrato di non avere paura nel rischiare la vita per apportare un significativo cambiamento all’interno del paese.
La paura più grande degli attivisti iraniani che si battono da mesi per la conquista dei diritti delle donne e l’abolizione delle leggi islamiche è quella di vedere un fuoco di paglia da parte delle autorità iraniane ,per poi rientrare nel solito regime autoritario islamico. Per questo, nonostante le deboli concessioni fatte fino ad oggi dagli esponenti politici dell’iran, le novità sono state accolte con freddezza e soltanto il tempo potra dare delle risposte in merito. I manifestanti hanno paura ad indietreggiare nelle proteste per poi ritrovarsi al punto di partenza.
Sembra che lo stato abbia deciso di colpire su un altro fronte non avendo avuto gli esiti sperati utilizzando la violenza che tra l’altro attira l’attenzione mediatica mondiale. Questo è qualcosa che il capo di Stato Raisi non vuole assolutamente. È stato specificato inoltre che le sanzioni andranno ad inasprirsi ancora di più e saranno precisissime riguardo il velo.
Si preannunciano regole ancora più rigide in Iran ma con nuove modalità che potrebbero agevolare la quotidianità del popolo, ma la perplessità in merito a un reale ridimensionamento dell’applicazione delle leggi islamiche e delle conseguenze che toccheranno i trasgressori è davvero alta.
In un paio di settimane il piano, comprendente alle nuove normative del governo iraniano, dovrebbe essere pronto e viene precisato che nel momento in cui sarà operativo la polizia morale verrà sostituita da nuove modalità. Si presuppone ovviamente che si tratti degli sms di avvertimento che arriveranno direttamente alle donne che trasgrediscono i divieti imposti dal governo.
Gli studenti e manifestanti non hanno cessato le loro proteste che stanno continuando anche in queste stesse ore ed è stato indotto uno sciopero delle attività commerciali della durata di tre giorni che vuole boicottare la visita del presidente iraniano Raisi raise all’università Di Teheran. Le nuove regole in Iran non hanno convinto il popolo che continua ad essere spaventato per il futuro.
Nel frattempo si apprende dalle associazioni umanitarie e in particolar modo dalla ONG Iran Human Rights che gli arresti avvenuti nelle proteste sarebbero ad oggi quasi 18.000 e le morti causate dalla polizia morale durante le proteste sono 504. Numeri impressionanti che rivelano la realtà delle cose e proprio questo fa sorgere il dubbio dell’autenticità di un passo indietro se non con il fine disse dare rivoltosi.
È inoltre notizie delle ultime ore che sono state organizzate altre impiccagioni pubbliche a discapito di manifestati contro il regime. Per questo il popolo non vive sereno perché il clima che si respira in Iran è di terrore pure e si può morire per circostanze apparentemente innocue.