Il popolo iraniano continua la rivoluzione iniziata da ormai quattro mesi, che punta a rovesciare il regime autoritario islamico di Raisi che, nonostante le pressioni occidentali, non mostra una concreta intenzione di indietreggiare. Dopo l’impiccagione del cittadino anglo-iraniano la situazione in Europa si è scaldata in maniera decisa e le autorità hanno deciso di imporsi, in maniera più concreta contro il capo di Stato e contro la Guida Suprema dell’iran Khamenei.
Oggi la magistratura iraniana ha affermato di aver rilasciato 5200 prigionieri, arrestati durante le manifestazioni scaturite a causa della morte di Mahsa Amini il 16 settembre, avvenuta mentre era in custodia della polizia morale, dopo essere arrestata per aver indossato male il velo. La morte della ventiduenne ha segnato l’inizio delle proteste, che si sono via via propagate in tutto il territorio iraniano. I cittadini chiedono a gran voce che vengano rispettati i diritti delle donne e che si ponga fine a un regime che infierisce quotidianamente sulla propria popolazione con crudeltà e ferocia.
Le associazioni umanitarie accolgono la notizia della liberazione dei prigionieri, arrestati per aver protestato con cautela, e ricordano che, come riferisce la Ong Iran Human Rights con sede a Oslo, i prigionieri totali sono oltre 19.000. Nonostante l’attenzione mediatica globale sia tutta puntata sulla repressione iraniana, continuano ad emergere notizie e racconti di prigionieri torturati violentati e costretti ad assumere droga dalle guardie di sicurezza.
Proprio per questo il Parlamento Europeo ha chiesto una risoluzione per chiedere la sospensione delle esecuzioni, sanzionare personalmente il capo di Stato Raisi e la guida Suprema e le loro famiglie. Ma non solo dato che è stata avanzata una richiesta molto importante, ritenuta al pari della richiesta di stop alle esecuzioni, ovvero quella di far rientrare le Guardie della Rivoluzione islamica all’interno della lista ufficiale delle organizzazioni terroristiche.
L’Unione Europea si è riunita e ha deciso di compiere azioni concrete contro l’Iran, che hanno lo scopo di provare a frenare la violenta repressione del governo iraniano nei confronti dei manifestanti. La bozza di risoluzione presentata al Parlamento europeo, conteneva al suo interno anche la fine delle esecuzioni per impiccagione e sanzioni che vanno a colpire il capo di Stato e la guida Suprema dell’iran, comprendendo anche le loro famiglie.
Il Parlamento Europeo ha esaminato attentamente la bozza di risoluzione presentata e ha chiesto al Consiglio dell’Unione Europea di includere nella lista dei gruppi terroristici anche le Guardie della Rivoluzione islamica Iraniana.
All’interno di questo documento, ovviamente, sono riportate numerose azioni e prove, che fanno emergere chiare violazioni dei diritti umani in Iran.
L’Ue ha deciso di accogliere la richiesta e a optato per la creazione di un comitato d’inchiesta per indagare sulla violazione dei diritti umani e ha chiesto al Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni unite di vigilare sulle autorità iraniane, per verificare se il governo di Teheran sì atterra alle indicazioni e, nel caso non lo facesse, l’Ue chiede di passare direttamente il caso dell’iran al Consiglio di Sicurezza.
Per quanto riguarda invece la sospensione delle esecuzioni per impiccagione dei manifestanti, il Parlamento Europeo ha chiesto alla Repubblica islamica di annunciare la sospensione ufficiale delle impiccagioni e, questo, con l’obiettivo di riuscire ad abolire completamente la pena di morte.
Per quanto riguarda i prigionieri detenuti a causa delle proteste, si apprende che all’interno della risoluzione sono riportati tutti i nomi e viene chiesto il rilascio totale dei detenuti. Oltre a ciò sono state chieste sanzioni anche per il procuratore generale iraniano e alcune fondazioni, che sono controllate e completamente sotto la supervisione del leader della Repubblica islamica iraniana.
Nel paragrafo 12 del documento si attesta la grave violazione dei diritti umani in Iran e si legge: “La Repubblica islamica, i suoi alti livelli di leadership e le sue forze di sicurezza, compreso il Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche, sono responsabili di la grave violazione dei diritti umani, che sono severamente condannati Questo sindacato vuole che le autorità iraniane rispettino le minoranze etniche e religiose e i diritti e le libertà fondamentali delle persone LGBTIQ+ ed eliminino ogni forma di discriminazione “.
Il Parlamento europeo ha chiesto alle autorità internazionali e agli Stati membri di utilizzare l’influenza per avere contatti con la Repubblica islamica iraniana e spingere affinché vengano abolite le esecuzioni.
Quello che, però, ha destato più malcontento in Iran e tra le autorità è stata la richiesta dell’Unione Europea di inserire il Corpo delle Guardie della Rivoluzione all’interno della lista dei terroristi.
Oltre al corpo delle guardie della rivoluzione sono controllo sono menzionate anche le milizie Basij e Quds Force. E’ richiesta anche la supervisione sulle attività economiche e finanziarie legate ai gruppi inseriti nella lista dei terroristi europea.
Le decisioni dell’Ue hanno fatto immediatamente scattare la reazione delle autorità iraniane, compreso il capo di Stato Raisi, che non accettano l’imposizione occidentale e ritengono, da sempre, che l’Occidente abbia fomentato la rivolta iraniana e che abbia, in qualche modo, anche finanziato le operazioni all’interno del Paese.
Le reazioni delle autorità iraniane sono arrivate in maniera tempestiva e non sono state accolte con entusiasmo ma, al contrario, hanno innervosito i vertici governativi che hanno avvisato l’Europa che saranno possibili delle ripercussioni.
Hossein Amirabdollahian, ministro degli Affari esteri della Repubblica islamica, ha dichiarato : “Abbiamo detto molte volte che l’IRGC è un’organizzazione ufficiale e indipendente il cui ruolo principale è garantire la sicurezza dell’Iran. “Le azioni del Parlamento europeo per inserire questa organizzazione nella lista dei terroristi sono una specie di colpo ai piedi dell’Europa stessa.”
Alla vigilia dell’approvazione della risoluzione del Parlamento Europeo, in cui si chiede all’Unione europea di riconoscere l’IRGC come organizzazione terroristica, l’Iran ha espresso grande preoccupazione e ha avvisato che l’approvazione di tale risoluzione avrebbe avuto conseguenze negative.
Durante una telefonata intercorsa prima della decisione, ormai presa, tra il funzionario per la politica estera dell’unione europea Joseph Borrell e Il ministro degli Esteri iraniano è emerso il malcontento per la richiesta di inserire le Guardie della Rivoluzione nei gruppi terroristi. Secondo le autorità iraniane la decisione è dettata da un approccio emotivo e da un comportamento smisurato e scorretto.
La maggioranza dei rappresentanti del Parlamento Europeo ha votato In maniera positiva e quindi favorevole ad Inserire la questione del riconoscimento del Corpo dei Guardiani della rivoluzione islamica come organizzazione terroristica.
L’esito della votazione avvenuta al Parlamento europeo mostra 598 voti favorevoli su un totale di 638 rappresentanti che hanno votato. Solo 9 membri hanno votato contro e 31 Invece hanno deciso di astenersi.
Il capo di Stato Raisi, anch’egli sanzionato dalla risoluzione del Parlamento Europeo, ha spiegato, in risposta all’inserimento dei Guardiani tra i terroristi, che è “una forza ufficiale e parte dell’organizzazione militare del Paese”.
Raisi ha anche detto: “Questa azione è contro le leggi internazionali e la Carta delle Nazioni Unite”.
Anche lo Stato Maggiore delle Forze Armate della Repubblica Islamica Iraniana ha deciso di mettere in guardia l’Unione Europea “sulle conseguenze” di questa risoluzione. Una vera e propria minaccia verso le nazioni europee nel caso in cui tutto questo andasse realmente in porto.
Hossein Amirabdollahian, ministro degli Affari esteri della Repubblica islamica, ha dichiarato: “Abbiamo affermato molte volte che l’IRGC (corpo delle guardie della rivoluzione) è un’organizzazione ufficiale e indipendente il cui ruolo principale è garantire la sicurezza dell’Iran.” Il ministro ha poi precisato in conclusione che: “Le azioni del Parlamento europeo per includere questa organizzazione nell’elenco dei gruppi terroristici sono una specie di colpo ai piedi dell’Europa stessa”.
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