La situazione in Iran si fa sempre più complicata e ora la CNN raccoglie con un reportage tutte le testimonianze che raccontano delle brutalità subite dai manifestanti, da parte del regime.
La morte di Mahsa Amini in Iran, a Teheran, arrestata per non aver indossato bene il velo sul suo capo ha provocato una rivolta che ancora adesso si sta consumando nel Paese.
Oltre due mesi di proteste in tutto il territorio, contro quel regime che reprime la libertà non solo delle donne, ma anche del popolo in generale. In questi giorni, la CNN ha pubblicato un reportage davvero crudo, che racconta di tutte le violenze che queste persone stanno subendo continuamente.
L’indignazione popolare in Iran ha raggiunto i suoi massimi livelli dopo la morte di Mahsa Amini, una ragazza iraniana che si trovava a Teheran in vacanza con i genitori, fermata dalla polizia per aver indossato male l’Hijab.
Poche ore dopo il suo arresto, a soli 22 anni, Mahsa è morta in circostanze sconosciute, ma il popolo iraniano si è subito messo contro il regime dello Stato islamico.
Tantissime proteste si sono accese in tutto il Paese, creando il caos e portando con sé diverse vittime uccise dal regime, oltre 336 manifestanti hanno perso la vita.
Sono le loro storie quelle riportate nel reportage della CNN, la nota emittente statunitense che ha messo insieme diverse testimonianze drammatiche, per condividere un ritratto crudo ma veritiero della situazione in Iran.
Secondo i reporter della CNN, ci sono diversi casi di violenza sessuale nei confronti delle donne ma anche dei ragazzi, aggrediti per essere costretti al silenzio da parte del regime.
La CNN afferma che secondo le ricerche gli atti di abusi, gli stupri, la violenza a cui ricorrono gli esecutori del regime vengono usati per sopprimere e ricattare anche i manifestanti.
Sono tante le testimonianze raccolte per il documentario, parole agghiaccianti che aprono gli occhi su quanto la situazione sia grave al momento.
Per realizzare il reportage della CNN, i giornalisti sono andati sul campo, cercando testimonianze reali di tutto quello che sta accadendo in Iran, tra proteste, violenze e persone che ogni giorno perdono la vita.
Una storia è quella di Armita Abbasi, arrestata a ottobre a Karaj, la sua città. Una volta iniziate le proteste, Armita ha deciso di criticare il regime iraniano, principalmente tramite social e senza avere paura di mostrare il suo volto.
È stata infatti accusata di essere una delle “leader delle proteste” e di aver in casa delle armi, quando non era così. Secondo quanto riportato dai medici dell’ospedale Imam Ali, Armita è stata stuprata brutalmente e anche torturata.
Le avevano rasato i capelli ed era visibilmente sotto shock, tremava di paura. Ora, Armita è ancora detenuta nel carcere di Fardis, nella sua città, dove vengono portati numerosi manifestanti.
Anche la storia di Hana fa venire i brividi: la CNN ha deciso di tutelare la vera identità della ragazza, una donna curdo-iraniana che racconta di aver assistito a diverse brutalità, mentre si trovava in carcere.
Hana racconta che lì in prigione erano tante le ragazze che subivano violenze e maltrattamenti, anche avanti ai suoi occhi, il regime non ha scrupoli. Ma le vittime hanno paura di parlare e denunciare queste cose, proprio per il terrore di provocarle ancora una volta.
La situazione in Iran è davvero critica e il reportage della CNN è solo l’ultima delle testimonianze su quello che sta accadendo, un orrore che è l’apice di quello a cui gli iraniani e le iraniane sono stati sottoposti negli ultimi 43 anni.
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