Continuano i crimini delle autorità in Iran. A quanto pare l’ultima vittima sarebbe un giovane di 17 anni, che è stato stato inseguito e poi colpito a morte dalla polizia. Gli attivisti che hanno denunciato parlano anche di stupri e violenze commesse dalle autorità.
Dunque continuano gli omicidi di giovani attivisti da parte delle autorità. Questa volta è capitato a Mehrdad Malek, un 17enne colpito a morte dagli spari della polizia, durante un inseguimento ad Ardagh.
L’ennesimo omicidio di un ragazzo fin troppo giovane è avvenuto in Iran. A quanto pare Mehrdad Malek è stato prima inseguito e poi ucciso attraverso un colpo di pistola dalle autorità. Malek purtroppo è solo uno dei centinaia di giovani che in questo ultimo periodo hanno perso la vita a causa della polizia iraniana.
Lo stesso crudele destino è infatti capitato anche a Saha Etebari (12 anni), Kian Pirkfalak (9 anni) e tantissimi altri giovani morti ingiustamente. A denunciare la situazione sono stati sempre i numerosi attivisti che in questo periodo stanno scendendo in strada per protestare contro la morte di Mahsa Amini.
Le violenze messe in atto dalla polizia non riguardano solo botte e uccisioni, al contrario diversi manifestanti hanno raccontato di aver subito delle vere e proprie molesti in detenzione. A quanto pare le autorità li costringevano a spogliarsi, per poi toccarli sui genitali, minacciarli di stupro e in alcuni casi addirittura violentarli fisicamente.
Una situazione da incubo, un orrore che deve essere immediatamente fermato attraverso l’intervento della comunità internazionale.
Sono ormai mesi che in Iran milioni di attivisti scendono in strada per protestare contro l’uccisione della giovane Mahsa Amini. Protesta pacifiche che sfociano nella violenza essenzialmente a causa della repressione messa in atto dalle autorità.
Infatti la polizia iraniana, fin dall’inizio delle manifestazioni, non ha mostrato alcuna pietà per gli attivisti scesi in piazza. Numerosi gli arresti ma soprattutto fin troppe gli omicidi.
Secondo le stime infatti dall’inizio delle proteste circa 507 persone hanno perso la vita. Mentre i detenuti sono ancora più numerosi, si aggirano tra le 14.000 e le 16.000 persone.
Il portavoce del Dipartimento di stato americano Ned Price ha chiesto espressamente il rilascio di tutte le persone ingiustamente arrestate. Aggiungendo che la comunità internazionale si è posta in pieno sostegno a tutti i manifestanti e in particolare a tutte le donne iraniane.
Il presidente dell’Iran intanto, continua a non mostrare alcuna pietà per gli attivisti affermando:
“Non mostreremo misericordia ai nemici”.
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