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Irlanda del Nord: lo Sinn Fein vince e vuole l’Isola unita

Il partito nazionalista irlandese Sinn Fein, dopo la storica vittoria, che lo ha visto primeggiare nelle elezioni di questa settimana, ha promesso una “nuova era”, tramite l’Unione dell’Irlanda.

Le leader dell Sinn Fein festeggiano la vittoria – NanoPress.it

Lo Sinn Fein, il partito nazionalista irlandese, che aspira a rimuovere l’Irlanda del Nord dal dominio britannico, per creare un’Irlanda unita, ha vinto il maggior numero di seggi nella legislatura di Belfast, secondo i risultati ufficiali mostrati sabato.

Sinn Fein: ‘Vogliamo l’Irlanda Unita’

Con quasi tutti i voti contati, lo Sinn Fein si è assicurato 27 seggi, mentre il Partito Democratico Unionista (DUP), il più grande nell’Assemblea dell’Irlanda del Nord da due decenni, ne ha 24. I partiti unionisti filo-britannici, sostenuti principalmente dalla popolazione protestante della regione, sono stati preminenti nell’Irlanda del Nord per un secolo. Ma ora tutto sembra essere cambiato.

La vicepresidente dello Sinn Fein, Michelle O’Neill, aveva già dichiarato sabato, intuendo i risultati, che l’Irlanda del Nord stava entrando in una “nuova era”, poiché il suo partito sembrava destinato a vincere. “È un momento decisivo per la nostra politica e la nostra gente”, ha detto.

Fornirò una leadership inclusiva, che celebra la diversità, che garantisce diritti e uguaglianza a coloro che sono stati esclusi, discriminati o ignorati in passato”, ha aggiunto. Il gruppo più numeroso della legislatura, ha il diritto di fornire il primo ministro a Belfast.

Èd è probabile che proprio la O’Neill vada a ricoprire questo incarico. Un primo ministro che sostenesse un’Irlanda unita, rappresenterebbe un cambiamento radicale nella politica dell’Isola. In qualità di ex ala politica del paramilitare Irish Republican Army (IRA), lo Sinn Fein è si è impegnato ad indire in un referendum sulla riunificazione con la Repubblica d’Irlanda a sud. Un referendum che potrebbe vedere l’Irlanda del Nord diventare parte della vicina Repubblica d’Irlanda e, lasciare il Regno Unito.

Lo storico accordo di pace del Venerdì Santo, tuttavia, prevede che se mai dovesse apparire “probabile” che “la maggioranza di coloro che votano” sosterrebbe la riunificazione, il Regno Unito dovrebbe ratificare una simile scelta.

O’Neill aveva minimizzato gli appelli del partito all’unità irlandese durante la campagna elettorale, per non infervorare gli animi. Ha detto che il suo partito “non era fissato” su una data per il sondaggio sulla sovranità, ma si voleva concentrare sull’aiutare le persone, ad affrontare la crisi del costo della vita.

Crisi economica e accordo con l’opposizione sul tavolo del nuovo Governo

Ma, sabato, appena vinte le elezioni, O’Neil ha affermato che “una sana conversazione è già in corso” sulla riunificazione irlandese. “Avremo un sano dibattito su come sarà il nostro futuro”, ha aggiunto.

Elettori dello Sinn Fein festeggiano la vittoria – NanoPress.it

Prima che il conteggio dei voti finisse, il leader del DUP Jeffrey Donaldson, ha ammesso che i suoi rivali nello Sinn Fein erano vicini alla vittoria elettorale. “Certamente al momento sembra che lo Sinn Fein emergerà come il partito più grande“, ha detto all’emittente Sky News, ribadendo che il DUP rifiuterebbe di entrare a far parte di un nuovo governo, senza modifiche a un accordo commerciale post-Brexit, tra il Regno Unito e l’Unione Europa.

Tale accordo, che di fatto crea una barriera all’interno del Regno Unito, mette a disagio anche molti sindacalisti. Second la legislazione vigente in Irlanda del Nord, il partito al secondo posto è in grado di scegliere il vice primo ministro, una posizione che detiene lo stesso potere di governo effettivo, nell’accordo unico di condivisione dell’Isola.

I nuovi legislatori dell’Irlanda del Nord si incontreranno la prossima settimana, per cercare di formare un esecutivo. Se non ci riescono entro sei mesi, le votazioni non saranno considerate valide. Ciò significherebbe una nuova elezione, e una continua incertezza.

Il voto in Irlanda del Nord si è svolto contemporaneamente alle elezioni regionali in altre parti del Regno Unito, con il partito conservatore del primo ministro Boris Johnson che ha perso il controllo dei consigli chiave a Londra.

 

 

Paolo Battisti

Giornalista Pubblicista dal 2013. Amo la storia e mi occupo di politica estera

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