Irpef, cos’è e come si calcola? Quali sono gli scaglioni di reddito su cui si effettua il calcolo delle aliquote e quando si paga? L’Irpef è l’imposta diretta sui redditi più conosciuta in Italia, è alla base delle nostra economia, costituisce una delle entrate principali per lo Stato e si applica sulle persone fisiche residenti in Italia che producono reddito. Scopriamo tutto quello che c’è da sapere in questa guida all’Irpef.
Cos’è l’Irpef e come si calcola
Rispondiamo alla prima domanda di questa guida che è che cos’è l’Irpef? Come accennato prima l’Irpef è l’acronimo dell’imposta sul reddito delle persone fisiche. In pratica chi ha la residenza in Italia paga una percentuale allo Stato sui redditi prodotti in patria o all’estero, mentre i lavoratori che non sono residenti in Italia pagano per i redditi prodotti nel territorio italiano. Come spiegato anche su wikipedia, l’irpef è un’imposta diretta, personale e progressiva che viene calcolata sui reddito, prodotto in una delle seguenti categorie: redditi fondiari; redditi di capitale; redditi di lavoro dipendente; redditi di lavoro autonomo; redditi di impresa; redditi diversi. Ma come si calcola l’Irpef?
Come si calcola l’Irpef? Il calcolo dell’Irpef non è immediato, perché l’Irpef è un’imposta progressiva: cioè la quota da dare al Fisco aumenta in base a delle aliquote crescenti in proporzione al reddito stesso, diviso su più scaglioni. Ad esempio nel caso di un lavoratore dipendente se il reddito è di 20.000 euro l’imposta dovuta è pari a circa il 17 per cento, mentre con 50.000 euro si arriva a oltre il 30.
Per determinare il reddito imponibile su cui applicare le aliquote è sufficiente sottrarre dal reddito complessivo gli oneri deducibili da tutte le detrazioni a cui si ha diritto (famigliari a carico, spese mediche, spese per istruzione, ecc). Come si applica il meccanismo delle aliquote? Sono 5 in base a 5 scaglioni (qui un approfondimento). L’imposta lorda viene calcolata applicando ad ogni scaglione una diversa aliquota di prelievo. Le aliquote nominali attualmente in vigore sono:
-il 23% fino a 15.000 euro;
-il 27% oltre 15.000 e fino a 28.000 (cioè 3.450 euro del primo scaglione più il 27% della parte eccedente i 15.000 Euro);
-il 38% fino a 55.000 (cioè 6.960 euro dei primi due scaglioni più il 38% della parte eccedente i 28.000 Euro);
-il 41% fino a 75.000 (cioè 17.220 euro dei primi tre scaglioni più il 41% della parte eccedente i 55.000 Euro);
-il 43% oltre i 75mila euro (cioè 25.420 euro dei primi quattro scaglioni più il 43% della parte eccedente i 75.000 Euro).
Quando si paga l’Irpef? Dipende dalle diverse tipologie di reddito, per semplificare possiamo dire che per i lavoratori dipendenti il prelievo irpef in busta paga si effettua tra i mesi di marzo e giugno, procedendo alla liquidazione del saldo irpef e al versamento dell’acconto relativo all’anno successivo. In caso di lavoratori autonomi l’irpef (saldo anno precedente + acconto anno successivo) si paga entro il 30 giugno, mentre entro il 30 novembre si salda il secondo versamento riferito all’anno precedente.
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Cosa significa ‘irpef in busta paga‘? Chi percepisce un reddito e presenta la dichiarazione dei redditi avendo un contratto di lavoro a tempo determinato o indeterminato è soggetto al prelievo dell’Irpef direttamente dalla busta paga. Cioè viene calcolata e detratta dallo stipendio lordo direttamente dal datore di lavoro, che la versa mensilmente al fisco.
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Con il termine No tax area identifichiamo la soglia di reddito entro la quale l’imposta dovuta è zero. Non si tratta di un’esenzione fissata direttamente dalla legge, ma del risultato dell’applicazione delle diverse detrazioni per lavoro dipendente o pensione o da lavoro autonomo, che sono decrescenti al crescere del reddito. L’azzeramento dell’Irpef comporta anche quello delle relative addizionali regionale e comunale.
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