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Esiste tutta una serie di redditi esenti, ovvero di redditi esclusi dalla tassazione Irpef e che quindi non vanno dichiarati nel modello 730 o nel nuovo modello Redditi ex Unico. A questi vanno aggiunti altri redditi non soggetti all’imposta sul reddito delle persone fisiche che possiamo chiamare i redditi esclusi dall’Irpef. Andiamo a vedere quali sono.
I voucher Inps sono stati aboliti dal governo Gentiloni nel marzo del 2017. C’era però la possibilità di acquistare gli ultimi buoni lavoro entro il 17 marzo, che dovevano essere utilizzati entro la fine dell’anno passato. L’importo dei voucher è un reddito escluso dall’Irpef, e la legge ha stabilito dei limiti quantitativi annui. Ogni anno un contribuente può ricevere al massimo compensi in voucher netti pari a 7.000 euro, equivalenti a 9.333 euro lordi. Da un singolo datore di lavoro non si può percepire più di 2.020 euro netti in voucher, equivalenti a 2.693 euro lordi.
Sono redditi esclusi dall’Irpef anche le retribuzioni non percepite, o altre somme non percepite, anche se presenti nel modello di Certificazione unica. Dobbiamo attendere di non aver percepito tali somme entro il 12 gennaio dell’anno successivo a quello oggetto dell’imposizione, e quindi da inserire in dichiarazione dei redditi.
Se queste somme verranno percepite in un secondo tempo, normalmente dovremo dichiararle nell’anno in cui sono state pagate. Se invece il pagamento è arrivato da un’azienda in situazione di grave dissesto finanziario – caso che deve essere accertato – o che si trovi in una procedura concorsuale, allora i relativi redditi saranno soggetti alla tassazione separata e ciò non dovrà essere dichiarato nel modello 730 o nel nuovo modello Redditi.
Il trattamento di fine rapporto è una delle fattispecie di redditi esclusi da tassazione Irpef e assoggettati invece alla tassazione separata. Lo stesso discorso va fatto per tutte le somme ricevute una tantum, come le indennità di preavviso, le somme ricevute per un patto di non concorrenza o a seguito di provvedimenti dell’autorità giudiziaria o ancora di transazioni legate alla risoluzione di un rapporto di lavoro. Tutti questi importi non devono essere inseriti nelle dichiarazioni dei redditi.
I compensi ricevuti nell’esercizio diretto dell’attività sportiva dilettantistica sono considerati redditi esclusi da Irpef fino all’importo di 7.500 euro. A partire dal 2018 questo limite è stato elevato a 10.000 euro. Se si supera questa cifra, e sui successivi 20.658,28 euro, viene operata una ritenuta del 23% a titolo d’imposta.
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